Il fascino in “nero” dello champagne Ulysse Collin
Nonostante il tuttora irrisorio numero di bottiglie prodotte, Olivier Collin si è fatto rapidamente conoscere e apprezzare dagli appassionati. Questo bravissimo “allievo” del grande Anselme Selosse ha debuttato con un blanc de blancs che ora si è evoluto in due etichette, sempre 100% Chardonnay, ovviamente, frutto di due singoli vigneti rispettivamente: Les Pierrières e Les Roises. Ma di questi due eccellenti champagne e della storia di Olivier parliamo nella seconda edizione della guida Grandi Champagne (la cui stampa è quasi terminata…).
Nel frattempo, comunque, Olivier si è cimentato anche il Pinot Noir, sempre in purezza, ed è di questo champagne che voglio parlare. È un blanc de noir lanciato nel 2010 e prodotto anch’esso da un singolo vigneto, oggi di 45 anni e frutto di una selezione massale, sito nella Côte des Sezannes con esposizione a est e su suolo magro, con soli 50 cm di terreno. La conduzione del vigneto è improntata al massimo rispetto della natura, con inerbimento dei filari e impiego di soli prodotti certificati AB (Agricolture Biologique), mentre la vendemmia viene effettuata piuttosto tardi, quando le uve sono molto mature (12,2° alcolici potenziali). Subito dopo la pressatura, poi, il mosto è trasferito in barrique per la fermentazione con soli lieviti indigenti, cui fa seguito un élevage di circa 13 mesi. Dopo il dégorgement, infine, il dosaggio è da extra brut, per la precisione di soli 1,7 g/l. La bottiglia assaggiata è frutto della vendemmia 2008 ed è stata tirata in 8.000 pezzi.
Les Maillons
100% Pinot Noir
dég. 03/10/2012 – Il colore tendente al ramato riporta immediatamente alla varietà e… il naso, poi! È potente ed espressivo, con tanta frutta rossa, evidenti dolcezze di caramella sempre di frutta, ancora grassezze non tanto di burro quanto di creme alla frutta, il tutto contrapposto alla tipica mineralità. La bocca sembra riproporre tutte queste sensazioni all’attacco, soprattutto sulle dolcezze di frutto, ma poi si contrae improvvisamente su un versante asciutto da tannino e continui ritorni dolci, per questo chiama inderogabilmente la tavola. Onestamente ritengo che Olivier sia imbattibile con i blanc de blancs, un po’ meno con il Pinot Noir, ma è un’opinione personale.
Per questo, alla fine, credo che si tratti di uno champagne per gli amanti del genere e, comunque, ritengo che sia più immediatamente apprezzabile se accompagnato a un classico roast-beef all’inglese con olio, sale e pepe.
Voto: 86/100
Moonimport – tel. 010/314250 – www.moonimport.it
La disturbo nuovamente su questo champagne, credo appunto il 2008, da me bevuto con grandi attese e altrettanta delusione circa un anno fa.
Quest’ultima gliela comunicai e lei mi disse che andava atteso in bottiglia, di ritentare in futuro e che infine riteneva Collin grande con lo chardonnay ma molto meno col pinot noir e che in ogni caso con questo vitigno era un pò “alle prime armi” e sarebbe migliorato col tempo….
Quanto in effetti riscontrato nell’articolo, tranne il fatto che anche al naso oltre che in bocca, a mia memoria, il vino non esprimeva granchè, anzi….
Comunque: 1) il punteggio finale mi rincuora 2) Se fossi in lei, non direi ” ma è un’opinione personale” 3) agli amanti del genere – Selosse compreso – che peraltro purtroppo non conosco per esperienza diretta dato il costo ingente delle sue selezioni – renderei anonime le bottiglie e poi mi divertirei… 5) rifiuto – ho già avuto modo di notarlo nella guida 2013 per Andrè Beaufort (guarda caso) e altri – l’impostazione (impensabile in una qualsiasi guida di vini fermi) di metodo critico che assolve parzialmente lo champagne in esame se associato al cibo.
Desidero vedere recensito un vino per il vino, senza fattori migliorativi esterni.
grazie
Nessun disturbo, anzi è un confronto estremamente piacevole!
Innanzitutto, se l’ha bevuto l’anno scorso, si sarà trattato di un base 2007, in quanto i base 2008 sono appena usciti. A ogni modo, ciò non toglie che si tratta di una bottiglia interlocutoria, come abbiamo detto entrambi.
Poi posso darle ragione sul giudizio puro e assoluto di un vino, ma a volte il fatto che sia più incline all’abbinamento gastronomico non lo vedrei come un fattore migliorativo esterno. Nel senso che questa indicazione non ne migliora il giudizio, ma, più semplicemente, ne incanala la fruizione, l’occasione di consumo.
Infine, sì, purtroppo le bottiglie di Selosse non sono a buon mercato, ma magari provi una volta l’Initial o il VO, che permettono di non svenarsi e mi faccia sapere…
A presto e buone bevute!
Qualche mese fa ho bevuto il blanc de blancs, è stato una delusione enorme, con una chiusura amarognola degna dei peggiori franciacorta, caratteristica per me particolarmente fastidiosa in un bdb, questo con l’aggravante di un prezzo non proprio popolare, l’initial di selosse è decisamente un’altra cosa.
Che Selosse sia un’altra cosa ci sta tutta, però, oltre al fatto che i nuovi Blanc de blancs di Collin sono eccezionali, anche il “vecchio” ha il suo perché. Anzi, è molto interessante. Mi permetta, ma credo che la sua fosse una bottiglia non delle migliori, se non addirittura difettosa… Purtroppo è una cosa che succede, succede con le grandi maison, figuriamoci con i piccoli, che lavorano a un livello artigianale. Certo, non è una cosa facile da accettare e la bottiglia difettosa andrebbe sostituita, ma tant’è.
Mi dispiace di questa brutta esperienza e spero che in futuro le capiti un’occasione migliore con uno champagne Ulysse Collin, però nel frattempo si goda pure Selosse.
Il prezzo, infine: ha ragione, certe bottiglie diventano “cult” e il costo a scaffale ne risente invariabilmente. Purtroppo.
Saluti
Non ho molta voglia di riprovare, ci sono decine di champagne che costano la metà e sono straordinari, certo sarà stata una bottiglia sfortunata, ma accetto più volentieri una leggera ossidazione che un difetto come quello da me riscontrato che rende il vino quasi imbevibile e lo accomuna ai franciacorta da venti euro.
Per carità, però continuo a essere convinto che la sua sia stata una bottiglia difettosa, pertanto non rappresentativa dello stile Ulysse Collin…
Io invece mi sono sempre trovato bene con i suoi bdb . Ne ho bevute negli ultimi anni quattro bottiglie di cui tre 2006 e un’ annata precedente che non saprei dire e tutte erano niente di meno che ottime .
Discorso un po’ diverso per il bdn , 2 bottiglie bevute sempre 2006, con quel colore da rosè e i 13 gradi alcolici che mi hanno un po’ spiazzato all’inizio . Però la seconda bottiglia bevuta a quasi tre anni di distanza dalla prima era già di un altro pianeta e mi ha ricordato le parole che mi disse l’enotecario de Les Caves du Forum a Reims quando gli raccontai che avevo bevuto il bdn di Collin , lo avevo trovato pesante e ne avevo ancora 2 bottiglie : da bere come minimo dopo cinque anni e vedrai la differenza . Per l’ultima rimasta aspetto diligentemente il 2015.
Ho già comprato Les Pierrières 2008 e peccato che sia veramente arduo trovare Les Roises.
Appunto…
Poi, ottimo Les Pierrières, straordinario Les Roises, quindi… lo cerchi!
A presto
Aggiornamento in tempo reale , stasera con bdn prima versione deg 16/03/10 . Dopo 5 anni di bottiglia il vino ha perso tutte la pesantezza ed e eccesso di alcolicità che avevo trovato in precedenza ed ora ė un signor pn che invoglia a riempire il bicchiere . Con pane , burro a e acciughe cantabriane ė matrimonio d’amore.
Modesto parere personale , Olivier Collin è un grande vigneron ma ai suoi champagne va dato assolutamente il giusto invecchiamento come fossero un premier di cha bolle musigny o gevrey chambertin , non puoi assolutamente trattarlo come uno champagne base onda aperitivo .
Ad onor del vero questo vale per tutti o quasi i grandi champagne : un mese fa ho bevuto un dom perignon 2000, annata che mi aveva sempre detto poco o niente , ed era un grande champagne .Finalmente pronto e degno sia del prezzo che del blasone .
Mi fa molto piacere!
Capitolo invecchiamento: lo so che è difficile resistere… Compriamo una bottiglia e vogliamo giustamente goderne. Però, lo champagne è un grande vino e se siamo disposti ad attendere anni per un grande rosso, perché non farlo per uno champagne? Anche perché, come verifichiamo poi puntualmente, l’attesa paga!
Io proprio stasera ho bevuto il bdn e sono sicuro il tempo è stato un ottimo alleato di collin …ironicamente posso affermare per opinione personale che ha imparato ha farlo… secondo me un ottimo prodotto e una grande base vino…. non conosco ancora il bdb ma il bdn mi ha straconvinto
Olivier è nato con il Blanc de blancs, quindi se tanto mi dà tanto…
Innanzitutto grazie per quanta passione trasmettete e quanta ne alimentate con il vostro sito e la poesia che vi è contenuta.
Molto sommessamente mi sento di dire che il voto di 86/100 per il BdN di Ulisses Collin non é per niente generoso, in quanto io ho trovato il prodotto molto buono al naso e “diversamente” molto gradevole in bocca. Dico diversamente proprio perché trattasi di uno champagne unico nel suo genere, con un giovane produttore che ha mostrato classe e coraggio. Io avrei dato 90/100 pieni. L’evoluzione a tutto pasto di questo BdN credo sia uno dei punti di forza difficilmente eguagliabili per un prodotto di fascia media come questo. Ovviamente è la mia modesta opinione, ma ritengo doverosa, dopo aver letto qualche critica, rispettabilissima per altro.
Grazie dei complimenti e… della giustissima critica!
Olivier Collin è bravo, bravissimo, ma, a a mio avviso, dimostra questa sua bravura più con i blanc de blancs. Anche il Rosé è molto buono, forse un poe estremo, ma di gran fascino, ma l’espressione in bianco del Pinot Noir continua a non convincermi.
Devo aggiungere che i miei punteggi sono un po’ “tirati” e assoluti, quindi 86/100 è comunque un buon vino.
Poi, però entriamo nel soggettivo, allora la sua sua osservazione e il suo apprezzamento per questo champagne ci stanno tutti. Altrimenti finiremmo per bere tutti la stessa bottiglia…
di Collin solo Les Roises per me nella sua fascia di prezzo uno dei migliori se non il migliore.
Beh, un eccellente blanc de blancs…
Bevuto nel 2017 un Les Maillons deg. 2015.
Era splendido e, pur con i dovuti distinguo di categoria, il 75% del tavolo l’ha preferito ad Initial di Selosse che pagava ancora una tostatura un po’ troppo evidente.
La cosa un po’ mi sorprende, ma ne sarà felice il buon Olivier…