Come leggere l’etichetta di uno champagne
Classificazione champagne, dosaggio e sigle francesi. Tutte le informazioni utili che possiamo trovare sull’etichetta di uno champagne
Oramai, quando prendiamo una bottiglia di champagne, neanche facciamo più caso all’etichetta che, invece, reca diverse importanti informazioni che, soprattutto chi si sta avvicinando (e appassionando…) a questo grande vino, potrebbe trovare molto utili. Ecco allora un post dedicato proprio all’etichetta delle bottiglie di champagne.
Sigla nm, champagne rm… cosa significano?
Grazie allo spunto di alcuni lettori, che chiedevano informazioni a proposito delle varie sigle NM, RM ecc, iniziamo l’esame dell’etichetta proprio da questa informazione, che generalmente si trova in basso a destra scritta con un carattere molto piccolo. La composizione è di due lettere più una serie di numeri, che rappresentano il codice identificativo, la “targa” del produttore in seno al CIVC. Le due lettere, invece, ci dicono di che tipo di produttore si tratta. Vediamo un po’…
In tutta la AOC Champagne quasi 27.000 vigneron coltivano ben il 90% della superficie vitata, suddivisi in 12.973 venditori di uva a terzi e 4.651 che sono anche produttori-imbottigliatori (RM), ai quali si devono poi aggiungere 43 cooperative (sulle 136 totali, composte da ben 13.830 vigneron) che anch’esse imbottigliano. Il resto dei vigneti della denominazione Champagne (circa 3.300 ettari) fa capo a 349 tra maison e négociant. Da notare, però, che questi ultimi hanno venduto poco più di 213 milioni di bottiglie nel 2012 su un totale di quasi 309 milioni, pertanto hanno in mano il 75% del mercato dello champagne.
Ma come sono identificati tutti questi attori sull’etichetta di una bottiglia di champagne?
NM – Négociant Manipulant: ovvero, in larga misura, le grandi maison o, più in generale, i produttori il cui patrimonio viticolo non riesce a soddisfare i bisogni per la produzione. Pertanto, si tratta di entità che acquistano uve o vini da terzi, li uniscono o meno ai propri, quindi elaborano e commercializzano da sé lo champagne. A causa della legge francese sull’eredità, capita di vedere produttori RM diventare improvvisamente NM pur continuando a svolgere esattamente la medesima attività: si tratta di un escamotage nel quale il padre vende le uve al figlio che, nel frattempo, è diventato titolare del marchio. Ma, acquistando le uve, deve per forza di cose modificare il suo status da RM a NM…
RM – Récoltant Manipulant: colui che elabora e commercializza da sé i propri champagne utilizzando solo uve dei vigneti di proprietà. A quest’ultimo punto è ammessa una deroga del 5%. Alla categoria degli RM appartengono quei produttori oggi molto popolari per il marchio “Les Champagnes de Vignerons”.
CM – Coopérative de Manipulation: entità che elabora in proprio e poi commercializza gli champagne ottenuti dalle uve degli associati, che sono dei piccoli coltivatori (vigneron).
Queste sono le sigle più comuni che vediamo sulle etichette degli champagne, ma ce ne sono anche altre meno diffuse quali:
RC – Récoltant Coopérateur: coltivatore che conferisce le uve a una cooperativa di cui è socio e, successivamente, riceve indietro un numero proporzionale di bottiglie che può o meno affinare in proprio, ma che commercializza da sé con un suo marchio. Non sono molto diffusi.
SR – Société de Récoltants: come CM, ma con i soci che appartengono a una stessa famiglia.
ND – Négociant Distributeur: società che acquista da terzi bottiglie di champagne per poi etichettarle in locali propri e commercializzarle a sua cura.
MA – Marque Auxiliaire (o d’Acheteur): persona o società esterna al mondo dello champagne (ad esempio un supermercato) che registra un proprio marchio e poi fa interamente produrre le bottiglie, fino all’etichettatura, da un terzo. Al termine, commercializza da sé queste bottiglie.
Brut o demi sec? Champagne nature… Il dosaggio
Fino a qui ci siamo occupati di un piccolo codice posto in basso sull’etichetta che ci dice chi è il produttore (numeri) e la sua natura (coppia di lettere), pertanto se negociant, récoltant, ecc. Ma l’etichetta ci fornisce un’informazione ancora più importante: la sua tipologia (diciamo che entriamo nella classificazione dello champagne). Non intendo tanto bianchi (a loro volta suddividibili in blanc de blancs e blanc de noirs) e rosé, quanto il dosaggio, quindi il residuo zuccherino.
Dopo il dégorgement dello champagne, ogni bottiglia viene rabboccata con una piccola quantità di vino necessaria non solo a compensare quella persa parte durante l’operazione, ma soprattutto ad arrotondare le elevate acidità e anidride carbonica. Però, non si tratta di solo vino, ma di questo misto a zucchero – generalmente di canna – oppure di mosto concentrato. Questa soluzione aggiunta si chiama liqueur d’expedition (o liqueur de dosage) e i vini che la compongono sono generalmente i migliori vins de réserve (fino agli anni ’60 si metteva anche un po’ di distillato, solitamente esprit de Cognac, per compensare il grado alcolico allora non sempre ottimale, ma oggi non è più così): nel complesso, questa liqueur serve a formare definitivamente il carattere di quello specifico champagne. O meglio, ad apporre su quella cuvée la firma della maison, per questo è molto importante, anzi fondamentale. Per ciascuna bottiglia, la liqueur d’expedition pesa per circa l’1% nella massa totale del vino, eppure questo tocco è in grado di cambiare radicalmente il carattere del vino.
A ogni modo, la quantità di zucchero determina il dosage e, quindi, il tipo di champagne secondo questo schema:
– brut nature: meno di 3 g/l di zucchero
– extra brut: da 0 a 6 g/l
– brut: fino a 12 g/l
– extra dry: da 12 a 17 g/l
– sec (detto anche dry): da 17 a 32 g/l
– demi-sec: da 32 a 50 g/l
– doux: oltre 50 g/l.
Quelli totalmente privi di dosaggio, una categoria invero in crescita, sono detti brut zero, brut intégral, nature e così via, quindi non esiste ancora un nome universamente riconosciuto.
Negli ultimi anni, il dosage sta calando progressivamente (il tetto del classicissimo brut, ad esempio, è recentemente sceso a 12 g/l dai 15 precedenti) e da un lato gli champagne “dolci” stanno progressivamente scomparendo (sono rimasti alcuni doux e pochissimi demi-sec), dall’altro è in forte crescita la categoria degli extra brut. Nell’800, gli champagne erano molto più dosati rispetto a oggi, anzi potremmo dire che erano proprio dolci e questo era determinato dai gusti dell’epoca. Non è una questione di mode, beninteso, ma di evoluzione del gusto, delle abitudini. Oggi i piatti sono improntati a una maggiore leggerezza, sono più raffinati e bilanciati nei sapori, lo champagne si è affrancato da vino della festa per diventare anche il protagonista dei migliori aperitivi e il re della tavola, perfino il clima è cambiato, visto che fa mediamente più caldo… Ebbene tutto questo ha naturalmente portato a champagne più freschi e ‘dritti’, quindi meno rotondi, ovvero meno dolci. Insomma, ne è passato di tempo da quando, 150 anni fa, il Cristal era dosatissimo! D’altronde la Russia era un mercato estremamente importante per lo champagne e i russi adoravano gli champagne dolci, tanto che si parlava di ‘goût russe’; anzi, pare che i doux siano nati in questo modo. Gli champagne dolci piacevano anche a scandinavi e americani, ma se i primi preferivano i doux come i russi e i demi-sec, i secondi prediligevano i sec, tanto che questo dosaggio fu presto identificato in etichetta come ‘goût américain’. Discorso completamente diverso per gli inglesi: è grazie a loro che sono nati gli champagne poco dosati: nel 1846, Perrier-Jouët propone il primo champagne secco con la Cuvée K, mentre nel 1878 Pommery sviluppa per i britannici il primo Nature (anche se non era un vero e proprio ‘zero’). Così, la dicitura ‘goût anglais’ diventa sinonimo di champagne poco dosati.
Interessante notare come all’epoca si tendeva a fare dosaggi ottimizzati per i mercati più importanti, mentre oggi questi sono diventati universalmente validi. Insomma, lo champagne si piega meno ai gusti del singolo, quindi alle mode, ma, come detto, si tiene semplicemente al passo con i tempi. Ed è qui che entra in gioco la nuova categoria, in costante ascesa, dei non dosati. Ma questa è un’altra storia…
Illustre Alberto, a tal proposito ricordo che tempo fa mi fecero bere un charles vincent (nulla di eclatante) e l’etichetta in basso riportava la scritta “elaborè par Paul Laurent”, ma nel sito di P. Laurent non si fa menzione di charles vincent. Cosa significa? In attesa di risposta le porgo i mie piu’ sinceri auguri di buon natale.
Bisogna vedere la sigla sull’etichetta. Comunque, i casi sono due: Charles Vincent è un altro marchio, magari di seconda linea, dello stesso P. Laurent, oppure Charles Vincent è un marchio del signor Tal de Tali che ha registrato il nome e poi ha chiesto all’amico P. Laurent di fargli lo champagne; in tal caso saremmo di fronte a un MA…
su una etichetta di champagne ETIENNE DUMONT ho trovato una piccola sigla AEE cosa significa?
Buonasera,
Etienne Dumont è un’etichetta realizzata da Maison Burtin (realtà legata a Lanson, quindi al Gruppo BCC) in esclusiva per un grande commerciante inglese. Quindi, di fatto sarebbe in MA, anche se in etichetta figura la sigla NM. Invece, non ho mai visto questa sigla AEE… Dov’è, nella controetichetta?
l’ho norato sulla etichetta principale nell’angolo in basso a destra
Confesso di non conoscere questo AEE, indagherò…
Gent.mo Alberto, c’è un modo per capire, per i sans annè che non indicano l’anno di dégorgement, quando sono stati commercializzati?
il classico Veuve Cliquot Yellow label scontato nella grande distribuzione c’è modo di farsi un’idea da quanto tempo sarà sugli scaffali e magari non conservato proprio nel migliore dei modi?
grazie
È un po’ complicato… Dal numero di lotto o dal codice sul tappo si riesce a capire, ma spesso e volentieri solo al fianco dello chef de cave…
Però mi ha dato un’idea: almeno per gli champagne di ampia diffusione, dovrei preparare una piccola guida alla scoperta di questi codici.
Appena non avrò finito il libro ‘La Mia Champagne’, mi ci dedicherò!
Grandissimo! Non vedo l’ora, per entrambi i progetti!
🙂
Salve signor Lupetti, come mai su alcune bottiglie che ho visto nella GDO non è indicata l’annata ?
Grazie, buone cose 😀
Già risposto nell’altro post…
Buonasera, sono in possesso di un Moët & Chandon NM 549 002, vorrei sapere se possibile come individuarne l’annata.
Grazie
NM 549 002 è la ‘targa’ del produttore, quindi non c’entra nulla con il tipo di champagne. Del quale non mi cita l’annata, quindi deduco che si tratti di un sans année. Che, in quanto tale, non ha annata…
Salve sono in possesso di una bottiglia di Moet& Chandon 6l nm549 002 vorrei sapere a quanto la posso vedere e a chi rivolgermi grazie mille
Brut Impérial? Non ha un gran valore, è lo champagne più diffuso al mondo. È solo il formato a renderlo appetibile da parte di chi deve fare una festa…
Alberto buongiorno, la piccola guida per la scoperta dei codici o lotti indicati in etichetta al fine di conoscere la data di degorgement e di conseguenza il tempo che lo champagne sta sugli scaffali o magazzini è pronta? Come si intitola? Vorrei riuscire ad interpretare il codice di una cassa di prelude Taittinger che mi hanno regalato.. Grazie 1000
È un’operazione impossibile. Le Maison che non esplicitano la data di dégorgement non intendono spiegare come interpretare il numero di lotto.
Collegato al Bollinger cosa significa R.D. è la denominazione di cosa?
Récemment Dégorgé, quindi sboccato da poco. Si tratta de La Grande Année rimasta più a lungo sui lieviti (in media 3-5 anni).
Buona sera vorrei sapere come si può riconoscere un armand de brignac Blanc de Blanc se e originale e da quali dettagli grazie
Sapevo di falsi DP e Cristal, ma l’Armand mi mancava! Nel caso, comunque, non c’è una regola, bisognerebbe osservare i dettagli avendo ben presente l’orginale. Quindi posso solo dire di analizzare bene i dettagli di una foto ad alta risoluzione o la stessa bottiglia originale…
Buonasera, sono in possesso da circa 15anni di un VEUVE CLIEQUOT PONSARDIN – REIMS FRANCE -BRUT- -Gradirei sapere: -Sarà ancora buona; Conviene aprirla; -Tenerla più anni prende valore; -Come faccio a riconoscere di che annata è, nella bottiglia; ???? Grazie, Cordiali Saluti
Non mi specifica se si tratta del Vintage, de La Grande Dame o, semplicemente, del Carte Jaune, il non millesimo. In quest’ultimo caso non si può parlare di valore e la bevibili temo sia andata…
Buongiorno, anch io come il post precedente ho stessa bottiglia da 10 anni, in più posso aggiungere che c’è scritto “la vedova”. Sa dirmi qualcosa in più?
Sta parlando del classico Veuve Clicquot Carte Jaune?
Non trovo scritto da nessuna parte Carte Jaune. Comunque è una bottiglia di VEUVE CLIEQUOT PONSARDIN – REIMS FRANCE -BRUT
Immagino sia il classico Veuve Clicquot, quindi le bottiglie molto vecchie non hanno ahinÉe alcun tipo di valore, quelle recenti valgono secondo il prezzo corrente di mercato.
Buonasera, recentemente ho bevuto un GH Mumm cordon rouge (ipotizzo sia un base dalla mia piccola esperienza nel mondo dello champagne) leggendo la contro etichetta, ho notato in basso a destra un conduce bianco (L 0951901074). Mi chiedevo se anche bottiglie “”minori””, rispetto le grandi maison, avevano il la data di sboccatura e se quel codice fosse proprio quello.
Si, certo, ma per scoprire il dégorgement nel numero di lotto (quello da lei indicato) serve… lo chef de cave! Mi spiace…
Buonasera
Un DP oenoteque 1996 ha raggiunto il massimo delle sue possibilità o può ancora migliorare?
Fermo restando che la maturità dello champagne, ovvero il suo invecchiamento, è subordinato ai propri gusti personali, il DP OE 1996 può certamente invecchiare ancora a lungo, se ben conservato.
Saluti
Salve..ho appena trovato una vecchia bottiglia tra le cose di mio padre..non ne conosco il valore.. sull’etichetta è riportato solo che è un A. BERGÈRE , cuvée tentation brut. Sul tappo invece in bianco e verde il timbro della Repubblica Francese, la nomenclatura Champagne e NEGOCIANT 51.488 Sarà una bottiglia per una bella cena…o al massimo per un aperitivo con pizza surgelata? Su internet ho notato che tutte le altre bottiglie della stessa cantina hanno etichetta rettangolare..la mia.. ovale..non trovo traccia di annata e nessun altro indizio… può aiutarmi?
Deve trattarsi di una vecchia bottiglia del produttore (credo più di 15 anni) che arriva dal mercato francese. Ho paura che non sia più adatta alla bella cena, purtroppo. Comunque, per curiosità provi ad aprirla, a volte lo champagne regala sorprese inaspettate…
Salve..ho lasciato un altro commento poco fa…ho trovato sulla famosa bottiglia tra le cose di mio padre una sigla NM -113-003…Era davvero troppo piccola per notarla di primo acchitto…
Di quale produttore si tratta? Come si chiama lo champagne?
Si tratta di una bottiglia A.Bergère brut cuvée tentation
Buona sera che significato hanno le lettere vx? poi 51 N 17 champagne republiche francaise mi piacerebbe sapere come si legge grazie
Oddio, dove le ha trovate? Attorno alla Marianna?
Buonasera, un domanda sicuramente stupida, ma nelle etichette dello champagne la data esatta o indicativa della sboccatura è obbligatoria/facoltativa o a discrezione del produttore? Scusi la banalità. Grazie
Le domande stupide non esistono e la sua è più che legittima. La data di dégorgement (o sboccata che dir si voglia) è una libera scelta del produttore.
Ho acquistato recentemente dopo avere letto le sue recensioni,sul libro grandi champagne 2020\21 e relativa iscrizione a le Mie Bollicine,dell MAISON LALLIER IL BRUT ROSE’e. Grande reserve grand Crush,entrambi hanno sboccatura 2019 giugno ,mentre il grand reserve il tappo e perfetto ,il tappo del rose’pur allargandosi sembra piu piccolo e si espande poco,entrambe le bottiglie sono vendute con logo importatore ufficiale italiano ,vanno bevute velocemente o quanto tempo conservarle viste ne ho una ventina,uso personale
Non mi preoccuperei troppo della forma del tappo. Invece, per decidere quando bere le bottiglie: per un non millesimato consiglio sempre un paio di anni dal dégorgement al fine di godere al meglio del vino. Da quel momento in poi diventa una questione di gusti, anche se in linea di massima non mi spingerei oltre tre anni ancora.
Buonasera su un produttore ernest remoto ho trovato sull’etichetta scritta brut e un bollino sulla parte alta della bottiglia con scritto dosare zero indagando ho scoperto che si tratta di dosare zero ma la dicitura brut sull’etichetta non può trarre in inganno il consumatore finale?
La domanda inoltre che sorge spontanea una simile etichetta e a termini di legge europea lecita?
Parla di Ernest Remy, immagino.
Consideri che la classificazione come brut si riferisce a residui zuccherini totali inferiori a 12 g/l, quindi… brut può essere anche un non dosato! Quindi la dicitura è lecita, sebbene capisco che possa creare confusione.
Grazie in anticipo dei suoi commenti
Fatto!
Buongiorno ho tre bottiglie di vecchio champagne,elenco i modelli,se potete fornirmi valore etc
E.Tamart &c 1989 blanc de blanc s.t martin d’ablois le mensil sur oger special club
Laurent perrier vintage 1988
A.Jacquart & fils 1986
Blanc de blanc le mensil s.oger
Club de viticulteurs-champenois
Ecco attendo vostre notizie sulle bottiglie elencate ed eventuali prezzi di mercato attuali
grazie
Michele.A.
Purtroppo nessuno dei tre ha un valore significativo, ma, se tenuti bene, il secondo e il terzo saranno molto, molto interessanti.
Uno è il classico millesimo di L-P a fronte di una grandissima annata, il terzo è lo champagne che faceva il nonno di Marie Doyard, l’attuale Andrè Jacquart.
Buongiorno ho bevuto una bottiglia di champagne e Aubry sablè rosè 2015. La prima domanda riguarda il significato del termine “sablè”. Non è che fare con la bottiglia che è Meno trasparente vero?
La seconda domanda riguarda queste date: TIR 07/16 DG 02/21
Cosa sono queste due date? Grazie mille
Allora, Sablè in questo caso sta a significare ‘a minore pressione’, quindi è sinonimo di ‘demi-mousse’ (4,5-5 atm). La bottiglia non c’entra nulla.
TIR sta per tiraggio, quindi l’imbottigliamento, avvenuto a luglio del 2016, mentre DG sta per dégorgement (la sboccatura), avvenuta a febbraio di quest’anno.
Gentile Sig. Alberto, volevo porle la seguente domanda.
Quando sull’etichetta dello Champagne troviamo scritto “Réserve” sta ad indicare l’utilizzo di vin de réserve nella cuvée, oppure che la sosta sui lieviti è superiore a 36 mesi (come ad esempio in taluni disciplinari italiani)?
La ringrazio anticipatamente per la risposta. Saluti.
Diciamo che è un nome di fantasia. A differenza dell’Italia, il nome Réserve non è legato ad alcuna regola del Disciplinare.
Buongiorno dott. Lupetti,
nonostante l’Echelle des Crus sia stata abbandonata da tempo e il CIVC non stabilisca più il prezzo delle uve, anche per non andare incontro a sanzioni UE, molti siti tuttora continuano a parlarne come nulla fosse. Ma come stanno esattamente le cose? cosa prevede il disciplinare, quando in etichetta può essere inserita la menzione GRAND CRU e PREMIÈRE CRU? La ringrazio per la risposta.
Allora, dal 2004 il CIVC non può più fissare i prezzi per legge Comunitaria: i prezzi sono liberi, ciascuno fa il prezzo che vuole. Paradossalmente, questo li ha fatti perfino salire, non tanto da parte del coltivatore, ma degli acquirenti, che offrono sempre di più pur di avere il meglio.
In etichetta si può menzionate Grand Cru solo se il vino è fatto con uve classificate 100%. Basta un tocco di Premier Cru perché lo champagne debba essere classificato come tale in etichetta.
Stesso discorso al ribasso (quindi uve Autre Cru) per il Premier Cru.
Quindi:
– Grand Cru solo uve 100%
– Premier Cru: uve tra il 99 e il 90% di classificazione più, eventualmente, un po’ di Grand Cru
– Niente: uve anche Grand e Premier Cru ma con un po’ di uve Autre Cru
Buongiorno Sig.Alberto ho da qualche anno una bottiglia di Laurent-Perrier brut L.P. nm.235-001 senza data, secondo lei è ancora bevibile?grazie
È il non millesimato di Laurent Perrier, nella sua precedente versione, quando si chiamava Brut L-P mentre oggi è La Cuvée. Quindi non meno di 6 anni. Tuttavia, questo champagne ha una longevità sorprendente, quindi se ben conservato potrebbe essere molto divertente!
Salve… vorrei sapere dove è possibile trovare l’anno di sboccatura dello champagne…nel mio caso ho un dom perignon del 2009…. Grazie
Purtroppo DP non indica la data di dégorgement, non la più neanche nei P2 P3. Però consideri che il Vintage fa circa 7 anni sui lieviti…
Ho fatto brutte figure nell’aprire bottiglie andate che non sapevo da quando tenevo. Non esiste un modo per sapere di che annata sono?
Intende con i non millesimati? Purtroppo no. Salvo i pochissimi che hanno la data di dégorgement o un codice che permette di risalirvi. Comunque, visto l’incidente, o si trattava di bottiglie vecchissime (oltre 10 anni), o di bottiglie mal conservate, perché altrimenti è strano. Mi dica di più…
Salve sig, Alberto Lupetti,
mi ritrovo in cantina una bottiglia di POMMERY REIMS BRUT ROYAL ma non ho idea da quanto tempo stia li un anno o forse meno. Come capisco di che anno è? dal Packaging? visto che cambia negli anni?
Ho trovato sul reto bottiglia un codice “L20931027” C’è MODO DI RISALIRE A QUALCOSA? Vorrei portarlo a cena e non fare brutta figura. grazie
Il fatto che abbia il numero di lotto fa pensare che non sia vecchissima. Ma per essere precisi bisognerebbe sentire la maison…
Però può dire: viene dalla mia cantina, ha avuto modo di maturare un po’… Voilà!
Buongiorno, sto bevendo Champagne Esterlin blanc de blanc 2013. Sul retro etichetta c’è scritto brut ma come dosaggio menziona 3.5 g/lt. Dovrebbe essere un extra brut secondo me. È un errore? Grazie
No, non è un errore. Brut è <12 g/l, quindi può essere anche non dosato!
Salve dottor Lupetti, ho in casa una Jeroboam di Laurent Perrier sulla quale non trovo l’annata. Come faccio a reperirla per comprenderne il possibile valore di mercato?
Si tratta del Brut L-P, de La Cuvée oppure?