Ernest Remy Millésime 2004, uno champagne sorprendente
La Dame du Vin per Lemiebollicine
La Ernest Remy fonda le sue radici nel lontano 1852 con il nome d’origine Remy-Dubois a Mailly-Champagne, villaggio classificato già allora come Grand Cru nella prima Échelle des Crus che ratificava l’appartenenza delle vigne in funzione della valutazione più alta delle uve (pagate il 100% del loro prezzo). La maison possiede 15 ettari di vigneti dislocati fra Mailly, Verzenay e Verzy, nel versante Nord della Montagne de Reims, dove il sole arriva per pochissime ore all’anno e le gelate improvvise di primavera minacciano sempre la vita dei germogli.
In quel luogo, proprio nel cuore pulsante della Champagne, Alice Remy, pronipote del fondatore Ernest, e suo marito Tarek, coltivano il Pinot Nero ancora sulla base delle vecchie tradizioni e degli insegnamenti del bisavolo. I loro champagne, che vengono prodotti in pochi numeri di bottiglie e fatti solo con le uve di Mailly nel caso del millesimato, rispecchiano a pieno titolo tutte le caratteristiche di un terroir difficile, impervio, ma pronto a dare il meglio quando lo si rispetta e lo si ama.
Non conoscevo questo produttore, è stato Vittorio Vezzola, appassionato come me di champagne (soprattutto quelli buoni), a darmi il suggerimento. Vittorio sa che mi piacciono i Pinot Neri, declinati “comme il-faut”, e quindi senza troppi “ghirigori” e giri di parole e sapori. E, anche questa volta, ci ha… azzeccato in pieno.
Blanc de Noirs Grand Cru Millésime 2004
100% Pinot Noir
Il colore che si espande nel bicchiere è davvero forte e determinato. Dorato e intenso. Ma non è quello il particolare che mi colpisce di più. Annuso il vino un paio di volte. All’inizio non voglio credere ai profumi che sento, all’ampiezza e alla complessità che sprigiona. Eppure il mio naso dice la verità: ribes e mirtilli rossi si fondono insieme a mela candita e cannoncini mignon, con crema pasticcera resa più intrigante da un accenno di succo di limone. Una nota dolce che si amalgama meravigliosamente a una freschezza sempre presente, come una costante brezza marina in una piena giornata di sole.
La banalità è qualcosa che non gli appartiene e sono sicura di poterci andare d’accordo.
Il mio assunto trova conferma quando lo assaggio: l’attacco in bocca è deciso e potente. Smorzato, in modo capace, da un’effervescenza piena e vellutata, morbida, soave, che mette a tacere gli acuti di quella mineralità salina tanto importanti certo, ma che vanno tenuti al guinzaglio affinché non diventino troppo aggressivi. La frutta rossa colpisce in centro palato, spostandosi velocemente verso i lati della lingua, dove l’acidità viene percepita immediatamente. La dolcezza della mela candita si fa largo a piccoli tratti, per chiudere, nuovamente, con accenni minerali e agrumati.
Una beva assolutamente piacevole e non scontata che rende questo champagne un perfetto vino da tavola, degno compagno di golose incursioni culinarie con un sapore abbastanza sostenuto. Perfetto per una bouillabaisse con i profumi di macchia mediterranea, finocchietto selvatico e scorza d’arancia.
Ma vi svelerò un segreto: io lo preferisco così com’è, nudo e solo, dopo cena, mentre penso ad assaporare la mia vita. E lui mi fa compagnia, e mi racconta di terre lontane e storie di cantina.
Voto: 91/100
Parola di Dame.
Vittorio Vezzola – tel. 0365/1896031 – www.esawine.it