Guida Grandi Champagne 2014: le degustazioni procedono benissimo
Dopo gli aggiornamenti delle degustazioni champagne precedenti, facciamo un altro piccolo punto della situazione per quanto riguarda le degustazioni della seconda edizione della guida Grandi Champagne.
Oramai siamo quasi a metà del lavoro e devo confessare che la fatica (credetemi, assaggiare così tanti champagne in maniera tecnica non è una passeggiata!) è ricompensata da una qualità media davvero molto elevata e, soprattutto, da una rocciosa coerenza stilistica dei vari produttori anno dopo anno.
Così, alternandoci nelle nostre sessioni tra Settembrini e l’Enoteca al Parlamento, abbiamo assaggiato – ed è solo una delle grandi novità rispetto alla precedente edizione, Tarlant, RM sito a Œuilly, nella Vallée de la Marne non molto distante da Epernay. Benoît sta lavorando davvero bene nell’azienda di famiglia e ha impresso certamente una svolta molto interessante ai vini, soprattutto guardando agli zero dosage, che si sono rivelati assolutamente incredibili nella tipologia, tanto nel classico assemblage champenoise, quanto nel Rosé. Nel complesso, gli champagne Tarlant hanno evidenziato uno stile mai rustico, non giocato a esaltare il frutto, ma con una bollicina straordinaria. Incredibile, poi, come Tarlant sappia esaltarsi nei teoricamente “semplici” non millesimati e sappia ben gestire il legno: proprio bravo!
È stata poi la volta di un altro RM, il celebre Corbon in quel di Avize. Il passaggio di testimone da Claude ad Agnès non ha provocato sconvolgimenti, anzi, e gli champagne sono fedeli al loro stile lontano dalle spiccate acidità e con quel tocco “rustico”, se mi si passa il termine, che li ha sempre caratterizzati, soprattutto nei millesimati. In tal senso, è stata la volta del Blanc de blancs 2004, propostoci addirittura in tre declinazioni: standard, con bâtonnage e con sole uve delle vecchie vigne e ancora con bâtonnage. In guida troverete quest’ultimo, che ci ha convinto maggiormente. Si è assolutamente riconfermato, poi, il Brut d’Autrefois, mentre tra i non millesimati abbiamo voluto cambiare rispetto alla scorsa edizione, così la Cuvée Prestige ha preso il posto dell’Absolument Brut. Credo che abbiamo fatto bene, perché questa Cuvée Prestige ci ha davvero sorpreso in positivo.
Insomma, i piccoli produttori non mancheranno di certo, al fianco della grandi maison. Di Lanson abbiamo assaggiato tutta la gamma, dal brut sans année Black Label fino alle tre Noble Cuvée. La maison, che a me personalmente è sempre piaciuta, conferma la bravura dello chef de cave Jean-Paul Gandon su tutta la gamma. Semmai sono i rosé a non averci convinto del tutto, soprattutto il Rosé Label e in parte anche l’Extra Age, mentre la Noble, diversamente, riesce sempre a farsi valere collocandosi su livelli di eccellenza anche quando declinata in rosa. La versa sorpresa, però, è il millesimato di casa, il Gold Label, che anche con l’ultimissima annata 2004, in questo momento ancora non in commercio, ci ha lasciato senza parole. Sorpresa? Un attimo, questo champagne non ha mai sbagliato un colpo e le ottime impressioni le avevamo avute già con il 1999 e con il 2002, quest’ultimo nella scorsa edizione della guida.
Credetemi, è forse il miglior champagne qualità/prezzo, peccato sia così poco conosciuto…
Trionfale conclusione delle degustazioni Lanson, poi, con la Vintage Collection 1990, rigorosamente in magnum, naturalmente, di cui ho recentemente raccontato della 1988.
Poi è stata la volta di Laurent-Perrier, maison di grandissimo valore che, però, negli ultimi anni ritengo non fosse riuscita a esprimersi al meglio, nonostante Daniele Tagliaferri (qui in foto) l’abbia sempre difesa a spada tratta. Però, la riorganizzazione interna, con Alexandra de Nonancourt ora pienamente protagonista della vita della maison e le maggiori responsabilità affidate allo chef de cave Michel Fauconnet, entrato anche nel Consiglio di Sorveglianza, si è riflessa positivamente pure sulla produzione, con gli assaggi negli ultimi due anni in netta crescita a confermare questa mia impressione. Ora definitivamente confermata dalle degustazioni di tutta la gamma per la guida. Siamo solo a metà degli assaggi, quindi vedremo più avanti cosa accadrà, ma finora Laurent-Perrier si è rivelata la migliore su tutta la gamma, nel senso che ci ha colpito senza tentennamenti con ogni etichetta, dal Brut L-P fino alla monumentale Alexandra Rosé, che con la nuova annata 2004 ha meritato di slancio l’ingresso nei “miti”. Davvero squisita, in netta crescita, la Cuvée Rosé, mentre il Millésime, stavolta con l’annata 2004, si riconferma uno champagne eccezionale, bevibilissimo, ma sconosciuto ai più.
Chissà perché questi benedetti millesimati non sono noti, forse perché compressi tra i brut sans année e le cuvée de prestige? Vallo a capire…
È classificato NM, ma è un piccolo produttore del villaggio Gran Cru di Mailly, Ernest Remy, suggeritoci dal bravo Vittorio Vezzola, che lo importa in Italia. La gamma, tutta da sole uve Pinot Noir, si articola su quattro etichette: il classico sans année, un millesimato, il Demi-sec (quindi tre blanc de noirs) e il Rosé de saignée. Ebbene, questo produttore non solo rappresenta un’altra delle novità di questa seconda edizione della guida, ma sarà anche una delle grandi sorprese della stessa perché i suoi champagne ci hanno veramente impressionato. Ottimi Brut e Millésime 2004, molto interessante il Demi-sec, particolare, di personalità unica, il Rosé, tra l’altro caratterizzato da tappo e plaquette davvero originali, come mostrato in foto.
È stata poi la volta del riassaggio del Louis XV 1996 di De Venoge. Che, nella prima edizione della guida Grandi Champagne ci era piaciuto proprio tanto, mentre stavolta ci aveva lasciati un po’ perplessi. Ma può capitare una bottiglia poco fortunata, così lo abbiamo riprovato e le cose sono tornate a posto, anche se rispetto a due anni fa lo champagne è più maturo. Con l’occasione, però, abbiamo anche assaggiato l’ultima chicca della maison di Epernay, gentilmente concessami (ne hanno tirate solo 2.500 magnum) dal presidente Gilles de la Bassettière: la cuvée celebrativa Princes 175ème Anniversaire, da sole uve Chardonnay.
Infine, è la volta di un piccolissimo produttore (RM) veramente straordinario: Ulysse Collin. Oltre al blanc de noirs, abbiamo provato – e apprezzato – i due blanc de blancs. Direte: ma non era uno? Sì, ed ecco la novità, in anteprima: con la vendemmia 2008, Olivier Collin ha imbottigliato separatamente le due parcelle di Chardonnay che prima assemblava insieme con l’etichetta che conosciamo. Ha fatto bene? Sì, anzi ha fatto benissimo: che champagne, gente!
Insomma, credo proprio che la seconda edizione della guida Grandi Champagne saprà fare meglio della prima: ce la stiamo mettendo tutta!
Non mi resta che lasciarvi con un commento di Alessandro Scorsone, non solo al termine della degustazione di Ulysse Collin, ma anche della cena che ne è seguita, presso l’Enoteca al Parlamento.
Ad maiora!
Alberto buonasera, mi tolga una curiosità, leggendo la pag introduttiva della maison Benoit-Lahaye trovo la frase seguente: “ma l’unica bottiglia pervenuta era sfortunatamente bouchonnè”…. Che significa? Grazie
Buonasera a lei, Luciano,
in guida scrivo “vremmo voluto proporre in anteprima il nuovo champagne di Benoît “Le Jardin de la Grosse Pierre”, da una sola vigna vendemmiata tutta lo stesso giorno, fermentato in legno e ivi maturato per 10 mesi sulle fecce, non dosato, che uscirà nel 2014, ma l’unica bottiglia pervenuta era sfortunatamente bouchonné e non c’era tempo di avere una seconda. Peccato, sarà per la prossima edizione…”.
Cioè, il distributore Teatro del Vino ci aveva inviato in anteprima questo nuovo champagne di Benoît, però… sapeva di tappo! E non c’era la possibilità di avere per tempo un secondo campione da presentare in guida. Purtroppo.
Sarà per la prossima volta!
Spero di aver chiarito.
A presto
Grazie
Buonasera.
nella guida non ho trovato alcuna recensione sul rose’ de maceration di benoit lahaye. Come mai? Nel caso puo’ darmi un suo parere?
Grazie in anticipo
Buongiorno, sarà senza dubbio nella prossima edizione… Anche perché si tratta di una delle migliori interpretazioni del genere.
Grazie mille Alberto. Sono un neofita da poco entrato in questo meraviglioso mondo dello champagne. Ho trovato questo rose’ molto buono ma non trovando alcun suo commento in merito temevo fosse solo una mia impressione. Uso la vostra guida come una bibbia per districarmi nella miriade di etichette che mi si presentano in enoteca dove spesso si viene attratti piu’ dalla bellezza e conformazione della bottiglia che da altro. Grazie ai suoi consigli ho scoperto’ la bonta’ strepitosa del Louis Roederer brut premiere. Le chiedo: il Cristal e’ l’esaltazione del base o i due non c’entrano nulla? scrive piu’ volte che il Cristal e’ un ottimo champagne da invecchiamento. Se acquisto oggi un Cristal 2006 e lo conservo in modo corretto quando secondo Lei dovrei stapparlo? Grazie e ancora tanti e tanti complimenti…