Guy Charlemagne e il suo trittico d’autore
La Dame du Vin per Lemiebollicine
Tramandata di padre in figlio sin dal 1892, la maison Guy Charlemagne è ora guidata da Philippe, che ha acquisito notorietà e reputazione inattaccabili, soprattutto sui suoi champagne haute gamme. La proprietà delle vigne è composta da 15 ettari ed è situata nel cuore della Côte des Blancs, precisamente a Le-Mesnil-sur-Oger e Oger. L’87% delle sue vigne è costituito da Chardonnay, il vitigno considerato il re di questa regione e classificato come Grand Cru proprio perché situato nei due villaggi sopra citati, villaggi che fanno parte dei soli 17 con un pieno rating del 100% sulla Échelle des crus. La restante parte delle sue vigne è completata dal Pinot Noir.
Le uve vengono vendemmiate in modo rigorosamente manuale e sottoposte a pressatura leggera e delicata. La maggior parte della linea di produzione della maison viene fermentata in vasche d’acciaio termoregolate e, a tempo debito, la malolattica, che dona maggiore morbidezza, aromi fruttati e “joie de vivre”, viene caldamente incoraggiata. Un destino diverso, invece, è riservato alla Cuvée Mesnillésime, come vedremo. Infatti, passiamo velocemente al trittico in questione:
Brut Nature
30% Pinot Noir, 70% Chardonnay
Le uve provengono dalle vigne di Sézanne, un territorio più a sud della Côte des Blancs dove il suolo è calcareo-argilloso, quindi particolarmente adatto a dare le giuste caratteristiche a champagne diretti e immediati che non vogliono “addolcire” il gusto con la liqueur d’expedition. Vinificato in vasche d’acciaio termoregolate e invecchiato per almeno due anni in cantina, a questo champagne NV (Non Vintage) concorrono la maggior parte di vini di riserva, ossia il tesoro di ogni maison conservato in cantina a invecchiare e risultato di differenti vendemmie.
Il colore nel bicchiere è giallo pallido, con un train de bulles sottile e molto persistente. Mi piace, appaga la vista. I profumi sono davvero freschi e immediati. Dal bicchiere si sprigionano sentori di fiori bianchi, frutti gialli e una nota di spezia dolce, quasi impercettibile. Al palato l’impatto è pieno e ampio. Si avverte rotondità in bocca, ma la materia consistente lascia spazio a una freschezza ricca di agrumi che protrae il gusto del sorso per tanto tempo. Pecca forse di lunghezza ma, con una cena a base di crostacei, direi che trova la sua collocazione perfetta.
Insomma: iniziare una serata così non può che essere di buon auspicio per quanto potrà avverarsi dopo…
Voto: 86/100
Cuvée Charlemagne 2006
100% Chardonnay
Bott. n. 005834 – Prodotto solo nelle annate migliori, con le uve provenienti da Mesnil-sur-Oger e Oger, dove il terroir ha caratteristiche decisamente calcaree che ritroviamo in modo puntuale nel vino. Vengono utilizzate solo le uve della prima spremitura, la più pregiata (tête de cuvée). Lo champagne è poi vinificato in vasche di acciaio inox termoregolate e invecchiato per almeno 4 anni in cantina. Anche in questo caso, la liqueur d’expedition è tenuta volutamente a un livello molto basso, 6 g/l, per non influenzare gustativamente il carattere proprio dello Chardonnay.
Il colore è confortante nel bicchiere, giallo splendente, con riflessi appena appena dorati. Catenelle sottili e persistenti si staccano dal fondo del bicchiere per arrivare in superficie e rilasciare un ventaglio di profumi complessi, presenti ma non in modo forzato. Note di ananas fresco si intrecciano in una danza senza tempo con piccoli accenni di arancia candita e anice stellato. Una tarantella di agrumi ben equilibrata segna il ritmo lasciando spazio, con un inchino, a un meraviglioso coro di spezie dolci e di tabacco biondo. Amplissimo il sorso, che si presenta con una foggia elegante e sinuosa, eppure dotato di rigore e precisione assoluti. Il chiaro accenno a frutta bianca, pesca e susina, si trasforma in modo naturale in uvetta e canditi, per lasciare posto, nell’allungo finale, alla costante freschezza agrumata del pompelmo giallo. Il tutto pervaso dalla classe ineccepibile di un solfeggio sulle note dello Chardonnay. E, nonostante la giovane età, è una musica celestiale.
Voto: 90/100
Cuvée Mesnillésime 2004
100% Chardonnay
Eccoci all’ultima di queste opere di fine artista: un altro Grand Cru, ma questa volta proveniente solo da Le-Mesnil-sur-Oger (da qui la scaltra scelta del nome) dove le vigne di Philippe hanno più di 40 anni e sono quindi in grado di dare il massimo del loro potenziale. La punta di diamante della maison Charlemagne vuole presentarsi in tutto il suo sfoggio e fare bella mostra di una qualità estrema, frutto di un’attenta ricerca e di una selezione più che accurata. Per questa cuvée parte della vinificazione è effettuata in vasche d’acciaio e parte in piccole botti di legno (da 225 l), dove la malolattica viene arrestata volontariamente per lasciare intatta gran parte della vivacità dello Chardonnay. Anche in questo caso il dosaggio è molto basso, addirittura inferiore a quello precedente: 4 g/l con 6 anni di invecchiamento nelle cantine scavate nella craie.
Il colore si mostra un po’ più carico rispetto ai precedenti e i riflessi dorati sono maggiormente accentuati. Il naso è deciso, fermo ed elegante. Riesco a percepire note di frutta candita, di miele e di passion fruit. A rotazione avverto questi profumi giocare con il mio olfatto per cercare di sorprenderlo un po’. Ma sono attenta, mi piace giocare con questi aromi e non vedo l’ora di confermare anche al palato quello che il mio naso ha sentito. Il primo sorso se ne va in modo disinvolto e sicuro di sé. La bevibilità di questo champagne è tale che rende persino avvicinabile l’aristocratica eleganza di cui è intriso. “Ronde en bouche”, avvolge il mio palato in modo totale, ma gentile ed educato. La nota di agrumi, ricorrente in tutti gli champagne sinora degustati, si fa sentire anche in questo caso e, di fondo, una nota amarognola accompagna la lunghezza del sorso fino a quando il ricordo scompare nei respiri. Potenzialità davvero magnifica per questo champagne che è un vero e proprio esercizio di virtuosismi “in bianco” per appassionati e intenditori. L’unico neo, se proprio vogliamo trovarne uno, è che, secondo me, per apprezzarlo appieno occorre aspettare ancora qualche anno. L’irruenza giovanile che si fa sentire a tratti, soprattutto al palato, prevarica la delicata eleganza di cui, questo vino, dovrebbe essere gentil interprete.
Ma io non ho fretta, nel frattempo mi diletto con gli altri della splendida gamma. E giocare con queste bollicine è una grande soddisfazione.
Voto: 89/100
Parola di Dame.
Vittorio Vezzola – tel. 0365/1896031 – www.esawine.it