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Degustazioni

Louis Roederer: pillole di assaggi

Celeberrima per il Cristal, ma ben conosciuta anche per l’ottimo sans année Brut Premier, Louis Roederer vanta pure un’eccellente linea di millesimati. Tra i quali, nonostante la maison...
di Alberto Lupetti

champagne RoedererCeleberrima per il Cristal, ma ben conosciuta anche per l’ottimo sans année Brut Premier, Louis Roederer vanta pure un’eccellente linea di millesimati. Tra i quali, nonostante la maison sia maggiormente legata al Pinot Noir, figura un ottimo Blanc de blancs. Ho già raccontato del Roederer Blanc de blancs 2006, ben presto dettaglierò lo straordinario 1990, ma qui vorrei raccontare del 1995, che lo chef de cave Jean-Baptiste Lécaillon ci ha fatto assaggiare (con me c’erano il buon Federico Angelini e Giacomo Neri, grande produttore in quel di Montalcino e, naturalmente, appassionato di champagne) con due dégorgement diversi. Il primo, d’origine, risalente al 2001, il secondo, tardivo, effettuato nel 2007.

Jean-Baptiste Lécaillon, chef de cave di Louis Roederer
Uno dei miei più cari amici in Champagne, il bravissimo Jean-Baptiste Lécaillon, chef de cave di Louis Roederer.

Ebbene, nonostante la spiccata freschezza del dégorgement tardif (tenendo ben presente che a me piace questo genere di champagne…), ritengo più convincente il primo, per via della maggiore grassezza, della coinvolgente rotondità, della maturità giustamente presente; nel secondo, invece, tutta questa opulenza ancora non si rivela, o meglio appare in una sorta di stato embrionale.
I due champagne sono sovrapponibili, beninteso, ed entrambi eccellenti (ci mancherebbe!), ma in questo momento diversi nell’espressività. Insomma, ritengo che i Roederer siano definitivamente più coinvolgenti quando lasciati maturare con la liquer d’expedition.

Bottiglia di champagne Blanc de blancs Louis Roederer
Poco conosciuto, il Blanc de blancs di Louis Roederer è uno champagne eccellente. Soprattutto dopo qualche anno di invecchiamento, come questo 1995.

Questa convinzione si è definitivamente rafforzata in me alla luce di questa esperienza e dopo aver fatto un confronto simile lo scorso anno, con il Cristal, il 1990 in magnum e con il dégorgement originale e quello tardivo (2007). In quest’ultima declinazione, la nobile opulenza del Cristal sembrava contratta su note di lieviti da pasticceria, soprattutto su una freschezza con sfumature agrumate che quasi imbrigliavano l’abbondante materia tipica dell’annata, limitandone anche in questo caso l’espressione. Il tutto, naturalmente, mantenendo finezza, complessità, eleganza. Vorrei riassaggiarlo tra qualche anno…

Insomma, il Cristal, il più delle volte violentato con stappature in età precoce spesso e volentieri in luoghi ameni, è definitivamente uno champagne che ha bisogno di almeno 8-10 anni dal dégorgement per essere apprezzato. D’altronde, proprio Giacomo Neri ama ricordare che lo scorso anno Giorgio Pinchiorri gli servì un Cristal del 1990 invitandolo a provare quello che secondo lui era un grandissimo champagne ma, purtroppo, bevuto dai più troppo giovane.

Roederer Blanc de blancs 1995
Lo stesso Blanc de blancs 1995 ho avuto modo di assaggiarlo anche in versione “dégorgement tardif”, una sorta di esperimento di Lécaillon che è indiscutibilmente molto interessante ma, all’assaggio, oggi meno coinvolgente rispetto al “dégorgement d’origine”.

bottiglia di champagne Cristal 1990Già, perché il Cristal 1990 è proprio un signor champagne: naso spesso e profondo, rotondo e levigato, giustamente maturo e dolce, sia sul versante del frutto, sia su singolari sfumature che riportano ai toni dell’amaretto. Si propone, dunque, come un vino molto concentrato e sempre elegantissimo. In bocca replica tutte queste sensazioni, a fronte di una rocciosa integrità e una rinfrescante spalla acida con sfumature minerali. Lo ripeto, è un grande champagne figlio di una grande annata, in forma strepitosa e costruito su un’abbondante ed eccellente materia.
Voto: 96/100

E se il Cristal ha bisogno di tempo, il Cristal Rosé ne ha bisogno anche di più. Infatti, quest’anno, l’eccellente Cristal Rosé 1995 ha inequivocabilmente dimostrato nel bicchiere di avere bisogno di qualche altro anno, non avendo ancora raggiunto quella levigata vinosità, quel perfetto equilibrio tra polposa fruttosità e fine mineralità, ovvero quel saper essere incredibilmente complesso ma, altrettanto incredibilmente e allo stesso tempo, piacevole. Che poi è la caratteristica distintiva dell’etichetta.

bottiglia di champagne Cristal Rosé 1988Ricordo, infatti, il Cristal Rosé 1988 dello scorso anno, che annovero tra i migliori 5 champagne rosé di sempre (insieme a Dom Pérignon Œnothèque Rosé 1990, Cristal Rosé 1976, Veuve Clicquot Brut Rosé 1955 e Perrier-Jouët Belle Èpoque Rosé 1982), quello sì che era perfetto! Naso straordinario per opulenza, fatta di spessa fruttosità, piccola e rossa, naturalmente dolce, avvolgente complessità, una sensazione di freschezza che è talmente ben fusa allo stesso vino da renderlo energico, in forma, più che banalmente “fresco”. Bocca piena, strutturata, coinvolgente sin dal primo sorso. La materia riveste letteralmente il palato e, pur essendo ancora abbondante, quasi grassa, di frutto, è anche tesa e dinamica per via di toni agrumati e una vigorosa ma fine acidità tipica dell’annata. Finale lunghissimo e veramente appagante. Fantastico.
Voto: 98/100

Sul mercato non vedremo mai dei Roederer dégorgement tardif perché questo tipo di champagne non è nello stile, nell’indole della maison. La “collection”, ovvero le vecchie annate ancora sui lieviti gelosamente custodite dallo chef de cave, serve esclusivamente come esperimento, per capire, per confrontare le due diverse evoluzioni. Che, per quel poco che ho avuto modo di provare, sembra essere migliore, o meglio più coerente, più affascinante, con i dégorgement d’origine (o historique). Almeno in casa Roededer…

Non mi resta che fare i più sentiti auguri a tutti quanti seguono questo sito!

Gli champagne Louis Roederer sono distribuiti in esclusiva da:
Sagna
– tel. 011/8131632 – www.sagna.it

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