Amore “tagliente” al primo sorso
La Dame du Vin per Lemiebollicine
Prefazione
Questo sito sta prendendo una piega sempre più femminile e la cosa non posso dire che mi dispiaccia… Scherzi a parte, in occasione di Bollicine Mon Amour avevo chiesto all’amica Livia Riva, meglio nota come La Dame du Vin, di effettuare un piccolo reportage sugli champagne più interessanti assaggiati in occasione della manifestazione di Colorno: detto, fatto. Con ottimi risultati, tra l’altro, vista la piacevolezza del pezzo. Allora, mi son detto che sarebbe stato un peccato non coinvolgere in pianta stabile su questo sito, al fianco del sottoscritto e di Chiara Giovoni, anche Livia: benvenuta a bordo!
Alberto Lupetti
Avevo già menzionato questo vino e i suoi produttori durante il mio reportage su Bollicine Mon Amour e ora ci ritorno, di proposito, con una degustazione mirata. A Saint-Martin-d’Ablois, nel Coteaux sud d’Epernay, proprio fra la Côte de Blancs e la Vallée de la Marne, ci sono i 7 ettari di vigneti appartenenti a Olivier e Annemarie Huot, della maison L. Huot Fils (classificata RM), fondata nel 1950 da Louis, capostipite delle quattro generazioni di vigneron che dal XIX secolo coltivano uve nella zona.
I vigneti sono suddivisi in quantità paritetiche fra Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay, vitigno, questo, portato in dote dalla bella Anne Marie, di origine italiana (di solito da noi in dote si portano le lenzuola ricamate a mano con le iniziali, mais enfin…vive la différence!). I trattamenti che effettuano sulle loro coltivazioni vengono definiti lutte raisonnée, cioè una viticoltura che, senza disturbare la biodinamica, utilizza in quantità inferiore prodotti chimici che non sono così nocivi come tanti altri.
Avevo conosciuto Olivier lo scorso anno, sempre a Bollicine Mon Amour, perché con la sua Cuvée Annonciade mi aveva incantata e “incatenata” al suo banco d’assaggio. La Cuvée Annonciade, punta di diamante della maison, si presenta con un assemblaggio al 50% fra Chardonnay e Pinot Noir: un perfetto bilanciamento di potenza ed eleganza racchiuso in una champagnotta.
Sono quindi andata a cercarlo anche quest’anno e, con grande sorpresa, non solo ho conosciuto la moglie Anne Marie, ma ho potuto assaggiare il nuovo nato di Huot, la Cuvée Initiale, prodotta con un assemblaggio maggioritario di Pinot Noir e Chardonnay, più una parte di Pinot Meunier. Quello che solletica di più i miei sensi organolettici, però, è il fatto che sia un brut nature, ossia con nessuna aggiunta di zuccheri nella liqueur d’expédition.
Amo particolarmente questi champagne così diretti, verticali e, se mi concedete il termine, “maschi”. Non si perdono in tante chiacchiere e riescono a trasmettere quella sensazione di vino essenziale scevro da tanti inutili e innaturali travestimenti. E con questo, però, non voglio affermare che gli “zero dosage” siano in assoluto i migliori…
La Cuvée Initiale riposa per non meno di 5 anni sugli lieviti prima di essere degorgiata e messa in commercio. Anne Marie è impaziente di farmi degustare questo nuovo bimbo entrato a fare parte della loro famiglia e, quindi, non la faccio attendere, soprattutto perché muoio di curiosità.
Cuvée Initiale
40% Pinot Noir, 40% Chardonnay, 20% Pinot Meunier; dosage 0 g/l
Naso pulito, piacevole con note di agrumi appena sbucciati. Aspetto, il vino prende un grado in più di calore e sento profumo di gesso bagnato e di metallo. Una sorprendente vitalità accompagna l’assaggio dove si fondono chiarissime note di pompelmo, cedro e uvaspina. La freschezza e l’irruenza del Pinot accompagnano costantemente i morbidi accenni dello Chardonnay, rendendo armonioso il loro incontro. La bocca rimane pulita, nitida, asciutta.
Vogliate perdonare la mia digressione cinematografica, magari per qualcuno non appropriata, ma avete in mente la spada affilata di Hattori Hanzo che Uma Turman maneggiava con maestria nel film Kill Bill? Ebbene, l’effetto di questo champagne, dopo averne assaggiato un sorso, mi ha evocato questa immagine in maniera molto nitida: una lama perfettamente cesellata, elegante, preziosa. Colpisce le papille con una meravigliosa disinvoltura e il suo tocco è letale, arriva direttamente al cuore dei sensi. Un grande impatto e una bella persistenza regalano a oltranza un’aristocratica mineralità e un’elegante piacevolezza nella beva.
Riuscite a immaginarlo con una tartare di ricciola, olio di tonda iblea e grani di pepe rosa mentre suonano le note di Luis Enrique Bacalov con The Grand Duel?
Io sì… parola di Dame!
Voto: 88/100
Lungo la via Francigena – Tel. 0521/813663 – www.lungolaviafrancigena.it
eccellente mazzencole al sale grosso
Uno dei rarissimi non dosati di valore che chiama a gran voce la tavola. Come questo suo piatto. Ma ci dica di più, no?