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Degustazioni

Champagne a Bollicine Mon Amour 2012: racconto di una domenica… effervescente

Ho incontrato la cara amica e grande appassionata di bollicine Livia Riva, meglio nota come la Dame du Vin, in occasione dell’ultima edizione di Bollicine Mon Amour e, tra...
di Alberto Lupetti

serata degustazione champagne bollicine mon amour 2012

Ho incontrato la cara amica e grande appassionata di bollicine Livia Riva, meglio nota come la Dame du Vin, in occasione dell’ultima edizione di Bollicine Mon Amour e, tra un assaggio e un altro, le ho chiesto se avesse avuto piacere a scrivere un piccolo resoconto degli assaggi per Lemiebollicine. Detto, fatto: ecco il bel racconto di Livia.

Alberto Lupetti

Il set di questa bella manifestazione quest’anno è stato ambientato nella Reggia di Colorno, a pochi chilometri da Parma. Per due giorni, sabato 17 e domenica 18 novembre, c’è stata la possibilità di fare una full immersion fra le bollicine più famose d’Italia e di Francia. È  il terzo anno consecutivo che vi partecipo e ho avuto modo di scoprire delle chicche estremamente interessanti, riuscendo anche ad acquistare qualche bottiglia senza bisogno di svenarmi.

L’apertura è alle 12 e io arrivo mezz’ora dopo. So perfettamente che il tempo è tiranno e quindi, appena entrata, mi dirigo senza indugi nell’ultima parte dell’ala del castello: ci sono gli champagne. Attraversando le varie sale, quelle con i pavimenti originali del XVIII secolo e gli affreschi della stessa epoca sui soffitti, saluto i rappresentanti delle varie cantine presenti, a volte sono i proprietari, a volte gli enologi, a volte i distributori.
Vagabondo, quindi, per la Franciacorta, il Piemonte con l’Alta Langa, la Valle d’Aosta con i suoi Brut, il Trento DOC e l’Oltrepò Pavese, passando per la Francia dei Crémant che, in alcuni casi, non hanno nulla da invidiare agli champagne. Ma non mi fermo, non posso, ho una missione da portare a termine: voglio capire se le maison presenti oggi, come lo scorso anno, hanno mantenuto il livello qualitativo eccellente che avevo riscontrato in passato. Ritrovo, in effetti, quasi tutti i vigneron presenti di persona al banco di assaggio e ho la riconferma di scoperte preziose come ad esempio il Blanc de Noirs Grand Cru di Guy Thibaut (Montagne de Reims), estremamente compito e asciutto, ma un tantino troppo giovane. D’altronde, mi confermano che il dégorgement è del 12 settembre 2012 e forse avrebbe dovuto riposare un po’ prima di iniziare la sua tournée fra noi talent-eno-scout!

tre bottiglie di champagne per la degustazione al bollicine mon amour 2012Per ingentilire il palato mi avvicino allora alla maison Renaissance (Côte des Blancs) con il suo Blanc de Blancs Grand Cru e la Cuvée Fleuron 2008, sempre un blanc de blancs ma millesimato e di un’eleganza commovente.
Si apre con note fruttate e accattivanti, gli agrumi ci sono ma non troppo invadenti e fastidiosi. Al palato è morbido, rotondo, soave. Il ritorno di frutta bianca è sempre presente, reso piacevolmente fresco dalla vena acida che allunga la persistenza finale.
Ne avevo proprio bisogno. È una certezza.
Mi avvicino soddisfatta a un’altra bella realtà: Guy de Forez (Côte des Bars/Aube). I suoi champagne a base di Pinot Noir me li ricordo come fosse ieri. Francis e sua moglie Sylvie sono in piena attività. Vorrei degustare il Brut Tradition e il Millésime 2006 (entrambi blanc de noirs).
bottiglia di champagne guy de forezIl primo riconferma la mia valutazione: eccellente Pinot Noir in purezza, di una semplicità disarmante ma talmente eretto nel suo incedere da trasformarlo in un nobile di corte. La frutta fresca del vitigno si avverte pienamente, così come delle leggere note di pane tostato che, però, non infastidiscono, semmai rafforzano la facilità di beva di questo vino. Mi piace perché il mio tipo!

Senza troppi fronzoli e inutili sviolinate, è Pinot Noir e lui, Francis, lo sa trattare bene.

Provo anche il millesimato e, per errore, Sylvie mi versa il 2007… lo assaggio e dall’espressione del mio viso capiscono che non mi ha entusiasmato, una bella spremuta di limone! Francis giunge in aiuto con un 2006: è incredibile come, da un anno all’altro, il vino cambi completamente e raggiunga quello stato di grazia necessario a renderlo champagne giusto al momento giusto. C’est parfait.

alberto lupetti alla serata bollicine mon amour 2012Nel tardo pomeriggio ho anche occasione di provare, con la degustazione guidata da Alberto Lupetti, la magia del 1996, millesimo di particolare forza e intensità per la Champagne. È ancora un giovanotto e ne ha di strada da percorrere, segno evidente che quando uno champagne è ben fatto il tempo è una variabile indipendente. Lo lascerò in cantina e ne riparleremo.

Lo scorso anno avevo messo in pole position il Brut Tradition di Alain Réaut (Côte des Bar), uno champagne biodinamico (l’azienda lo è dal 1992), certificato Demeter, fatto unicamente con Pinot Noir. Lo guardo, lo annuso, lo assaggio e, con grande soddisfazione riconfermo il mio parere: è uno champagne di terroir, fatto per chi ama davvero lo champagne e sente al palato gli aromi della terra e della craie da cui proviene.
bottiglie di champagne alla serata bollicine mon amour 2012È, comunque, leggero, con belle note di frutta e profumo di minerale. Netto e preciso, in bocca riflette ancora di più quando l’olfatto mi ha suggerito. Ne sentivo la mancanza, non è facile incappare in uno champagne quasi sconosciuto ma così ben realizzato. Il fatto che sia biodinamico, poi, è un “plus” da non sottovalutare, ma non deve trarre in inganno e dare gratuitamente un valore aggiunto.

La famiglia Réaut, vicina di casa di quell’ormai ogniddove famoso Fleury, antesignano di questa filosofia, ha sempre apprezzato la coltivazione biodinamica e non si è improvvisata sua seguace perché “fa tanto di tendenza”. La serietà nel praticare questo tipo di coltura e produzione si sente espressa in modo magistrale nei loro champagne. Della loro gamma, che aggiunge Brut Rosé e Brut Emeraude, questo è sicuramente quello che prediligo.

Chapeau Monsieur Réaut!

degustazione bottiglie di champagne serata bollicine mon amour 2012Last, but not least, ecco un nuovo prodotto presentato da L. Huot & Fils (Vallée de la Marne, Coteaux sud d’Epernay, per la precisione), che lo scorso anno mi aveva colpita con la Cuvée Annonciade, un equilibrio perfetto fra Pinot Noir (50%) e Chardonnay (50%). Questa volta si tratta di uno champagne nature, Cuvée Initiale Brut Zero, assemblata con 40% di Chardonnay, 40% di Pinot Noir e 20% di Pinot Meunier. Il naso di questo champagne è lievemente fruttato, floreale, delicato e mai invadente, che si trasforma, con il calore, in piccoli accenni a burro e pane tostato. Si fa strada a “piede di piuma” nella mia memoria olfattiva e mi incuriosisco parecchio. Ogni volta che lo sento si presenta in modo diverso, sempre con questa delicatezza gentile, con questa riverenza ossequiosa e mai compiacente. Quando lo assaggio è come una bella ventata di freschezza e pulizia, come si addice alla parte di Pinot Nero presente. Minerale al punto giusto e con un assemblaggio perfettamente riuscito, l’assenza di zucchero nella liqueur d’éxpedition viene meravigliosamente bilanciata dalla morbidezza dello Chardonnay e il tutto si fonde in un grande equilibrio di sapori.

Non è uno champagne fatto in fretta, riposa per ben 5 anni sugli lieviti e il dégorgement risale all’inizio del 2012.

Ci sono gli stessi Olivier e Annemarie, marito e moglie, a farmi degustare tutti i loro prodotti. Chiacchierando con lei mi accorgo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda: nel vino cerchiamo sì l’armonia dal punto di vista gusto-olfattivo, ma quello che ci trascina maggiormente e ci fa preferire un vino a un altro, è l’emozione che questo vino ci regala quando lo proviamo. Annemarie si trasforma quando parla del suo vino, gli occhi le brillano, si commuove persino e mi pare di ascoltare una mamma che descrive con amore le imprese dei propri figli. Le chiedo perché lo scorso anno questo champagne, la Cuvée Initiale, non fosse presente. Semplicemente mi risponde che non era ancora pronto, che serviva ancora un po’ di tempo affinché si potesse ben equilibrare e riuscisse a smussare tutte quelle sfaccettature spigolose che la mancanza di zucchero avrebbe sicuramente evidenziato.

Mi si allarga il cuore sentendola parlare così e capisco che, quelle 4.000 bottiglie prodotte, vengono curate pazientemente una a una, come se, con esse, volessero trasmettere al mondo l’amore per il vino a chi lo sa capire.

Ma, oramai, si è fatto tardi e sono alla fine della mia giornata…

Anche quest’anno Bollicine Mon Amour non ha deluso le mie aspettative e credo nemmeno quelle di chi, per un motivo o per l’altro, decide di avvicinarsi al magico mondo delle bollicine, senza per questo dover pagare una fortuna.

Ci rivedremo, senza dubbio, il prossimo anno.

Chi li distribuisce
Guy de Forez – www.lungolaviafrancigena.it
Huot – www.lungolaviafrancigena.it
Alain Réaut – www.lungolaviafrancigena.it
Reinassance – www.lungolaviafrancigena.it
Guy Thibaut – Idros Salese

0 risposte a “Champagne a Bollicine Mon Amour 2012: racconto di una domenica… effervescente”

  1. caro Alberto grazie per le riflessioni, ma dimmi eravate nella sede dell’ALMA e c’era con Te qualche barbuto e ricciuto parmigiano?
    saludos nic

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