Anteprima Jacquesson 736: coraggio e bravura
Puntuale, ogni anno Jacquesson lancia il nuovo champagne della linea 700, il nono della serie da quando i fratelli Chiquet hanno cambiato nome a questo champagne da Brut Perfection a Cuvée 7xx, rendendolo anche più importante. Il vino (il termine, come vedremo più avanti, non è casuale…), infatti, pur essendo tecnicamente un sans année è in realtà molto di più. È “il miglior vino possibile per quell’annata”, sottolinea Jean-Hervé Chiquet, visto che dal 2003 la maison non produce più il millesimato tradizionale, ma solo i quattro Lieux-Dits nelle annate in cui è possibile e la Cuvée 7xx tutti gli anni. Poi ci sarebbero gli straordinari Dégorgment Tardif, ma questa è un’altra storia… Insomma, benvenuta Cuvée 736, che arriverà sul mercato entro un mese.
La Cuvée 736, ma non è solo il nuovo champagne di Jacquesson, non è solo uno champagne molto interessante perché basato sull’ottima annata 2008, no, è molto di più, è lo champagne della svolta per Jean-Hervé e Laurent Chiquet.
Dal 2008, infatti, i loro vigneti di proprietà (28 ettari) più quel poco che acquistano da vigneron di fiducia (per 8 ettari, ma solo nei medesimi villaggi dove possiedono le proprietà, quindi Dizy, Aÿ e Avize), sono completamente in regime biologico, o meglio organico. Perché gli Chiquet non sono estremisti del biologico o del biodinamico a tutti i costi, con certificazioni e sbandieramenti a destra e a manca, più semplicemente ritengono che allevare la vigna con metodologie e prodotti naturali sia una forma di rispetto della natura e un modo per proteggere le piante dalle malattie, “dare maggiore vigore al loro ciclo vitale” spiega Laurent, “esaltando al contempo le differenze tra una parcella e l’altra”.
Questa “svolta”, tra l’altro, si percepisce anche osservando l’etichetta da vicino: è sparito il fregio di sottofondo, la parola “champagne” è stata sostituita da “grand vin de champagne”, la dicitura alla base non è più “brut”, ma “extra brut”. Quest’ultima dicitura non perché sia cambiato il dosaggio – nelle Cuvée 700 è sempre stato basso, da extra brut appunto -, piuttosto perché gli Chiquet hanno voluto sottolineare a tutto tondo che si tratta di uno step importante per questo champagne. Che pone ancora di più l’accento sullo Chardonnay e vede nell’assemblaggio ben il 34% di vins de réserve, tantissimo, per questo dico che è riduttivo chiamare i 7xx sans année… Va ricordato, poi, che gli Chiquet effettuano sempre vinificazioni parcellari per poi, nell’assemblaggio, andare a comporre un vero e proprio mosaico; che usano solo grandi botti nelle quali i vini rimangono per 8 mesi sulle fecce nobili dopo la fermentazione alcolica, con frequenti bâtonnage; che non effettuano mai filtrazioni.
Cuvée 736
29% Pinot Noir, 53% Chardonnay, 18% Pinot Meuner; dosage 1,5 g/l
dég. giu. 2012 – Olfatto molto elegante nonostante il bicchiere esprima un vino da un lato energicamente vivace, dall’altro denso e concentrato negli aromi, fusi tra frutto e mineralità; in altre parole: ricchissimo. La bocca evidenzia nuovamente e immediatamente la grande energia insita in questo vino, con la mineralità che sale in cattedra a donare non solo vivace ampiezza, ma anche profondità all’assaggio, per passare poi idealmente il testimone al ritorno fruttato e chiudere rivestendo con tenace persistenza tutto il palato. Eccellente champagne, certamente il migliore della serie 700, e tutto questo nonostante sia giovanissimo…
Voto: 91/100
Pellegrini – tel. 035/781010 – www.pellegrinispa.net
Molto interessante sapere cosa c’è dentro la bottiglia e il tanto lavoro per produrla
facendo emozioni a chi si appresta ad assaggiare questo nettare ,.
grazie .
Grazie a lei! Anzi, grazie a… Jean-Hervé e Laurent Chiquet!