La rinascita di Bergère inizia dal… pas dosé!
Non ho mai fatto mistero del fatto che nutrissi più di una perplessità sugli champagne A. Bergère. Però la cosa mi sembrava sempre più strana. Infatti, con quel po’ po’ di patrimonio vitato che si ritrovano (45 ettari! Di cui i 2/3 a Chardonnay) era veramente strano che non riuscissero a sfondare. Ho iniziato così a indagare presso diversi amici champenois e la risposta comune è stata questa: “guarda che le cose stanno cambiando. Il giovane Adrien ha preso la direzione della maison, ora i vini li fa lui ed è tutta un’altra cosa!”. Adrien è l’erede del fondatore Albert, ovvero il figlio di André e Brigitte, che hanno guidato la maison fino a pochi anni fa.

Così, a ottobre del 2024 mi sono recato a Fèrebrianges (Val du Petit Morin) per passare una giornata insieme ad Adrien Bergère e ho trovato un vigneron giovane e molto appassionato, convintissimo delle sue idee e desideroso di fare sempre meglio. Per far questo, Adrien ha acquisito dalla sua stessa famiglia la quota maggioritaria della proprietà, sì da poter prendere tutte le decisioni in autonomia, quindi ha iniziato la valorizzazione di ogni singola parcella, ha ammodernato la cantina, aprendo al legno (barrique e botti), ma anche a ‘contenitori’ alternativi come i wine-globe (in vetro). Il risultato di tutto questo? Beh, devo dire di esser rimasto piacevolmente sorpreso dalla gamma, che non ha più nulla a che vedere con la precedente, quella che ricordavo. Una gamma non ancora perfetta nella sua completezza, certo, ma già con diversi champagne di indiscutibile valore. Come quello qui presentato, ma anche il cosiddetto (perché proprio tale non è…) Rosé de Saignée, di cui parlerò presto, l’eccellente parcellare Les Vignes de Nuit, nonché Le Clos (Meunier), il Blanc de Blancs Grand Cru, i Coteaux, questi ultimi ancor più sorprendenti.

I blanc de blancs naturalmente fanno la parte del leone, con cinque etichette, e tra i non millesimati mi ha colpito il Terres Blanches, che è anche lo Chardonnay in purezza di ingresso, oltre a rappresentare il non dosato di casa. Ma attenzione, perché l’essere pas dosé non è il fine di questo champagne, bensì la scelta naturale fatta da Adrien alla luce dell’assaggio. Come il nome lascia intuire, lo champagne nasce da parcelle site su suoli particolarmente crayeux, ma non nella Côte des Blancs, bensì nella parte più a sud, la summenzionata Val du Petit Morin, nello specifico nella natia Fèrebrianges più le vicine Etoges e Congy. La fermentazione avviene in acciaio (70%) e in botte (30%); la malolattica è in questo caso svolta, altrimenti Adrien segue la soluzione della ‘malo partielle’. L’assemblaggio si limita alle parcelle, non alle annate: si tratta di un millesimato (2021) non rivendicato. Seguono una trentina di mesi sui lieviti e nessun dosaggio.
Terres Blanches
100% Chardonnay
dég. nov. 2024 – Olfatto ricco, generoso, fruttato quasi a sfiorare i toni del rosso, soprattutto minerale, una mineralità cinerea. Non tradisce affatto la sua natura di non dosato, se non fosse per la vivace freschezza e la grandissima pulizia. Insomma, è ricco e netto, non rigido e delicato. La bocca è spessa, confermando la suddetta ricchezza olfattiva, così come la matrice fruttata e la mineralità crayèuse, con il plus di una coinvolgente tensione. Chiude asciutto, non secco. Champagne per niente scontato, anzi ha una bevibilità talmente piacevole che la bottiglia finisce in un lampo.
Voto: 91(91)/100
Gli Champagne A. Bergère sono distribuiti in esclusiva da:
Champagne A. Bergère Italia – www.champagnebergereitalia.it