Ambonnay: il Grand Cru perfetto?
Tra i Grand Cru di Champagne, la maggior parte (rimangono incomprensibili Sillery, Puisieulx, Beaumont-sur-Vesle e, per certi versi, pure Oiry) sono territori eccezionali. E le loro uve, abilmente interpretate da bravissimi vigneron in assolo e pure da alcune maison in assemblaggio, danno vita a champagne straordinari. Ma sarebbe possibile individuarne uno e soltanto uno da mettere sul gradino più alto di un ipotetico podio? Avize e Cramant avrebbero le carte in regola in termini assoluti, ma a entrambi manca il Pinot Noir. Che hanno, invece, diversi villaggi della Montagne de Reims e della Vallée de la Marne classificati 100%. Tra questi, ritengo che la lotta alla fin fine si restringa soltanto ad Aÿ e Ambonnay, che sono oggettivamente una spanna sopra agli altri Grand Cru ‘misti’. Anzi, questi due villaggi, insieme a Verzy, rappresentano i cosiddetti ‘territori di transizione’, come spiego dettagliatamente nel libro La Mia Champagne, ma rispetto a Verzy (peraltro promosso Grand Cru soltanto nel 1985) hanno qualità superiori, soprattutto sul fronte della solidità del Pinot Noir.
Bene, ma tra Aÿ e Ambonnay chi vince? A mio avviso Ambonnay. Vediamo.
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La storia avvantaggia Aÿ…
Dal punto di vista storico, Aÿ ha maggiore tradizione. La viticoltura del villaggio, infatti, risale addirittura all’epoca Romana e già dal Medio Evo i suoi vini godevano di un’elevatissima reputazione. Perfino il Re Henri IV e il papa Leone X vi possedevano un vigneto, mentre storici viticoltori come Jean Gosset e Aprvil Philipponnat iniziarono proprio ad Aÿ la propria attività oramai più di cinque secoli or sono. Pertanto, Aÿ, in origine Aï, è il luogo più antico legato alla viticoltura in Champagne e proprio nel XVI secolo era un villaggio talmente importante che il nome Epernay altro non significherebbe se non «au-delà d’Aÿ» (al di là di Aÿ). I suoi vini, tanto rossi quanto bianchi da uve nere, erano apprezzati per la loro «materia sottile e la facilità a bersi».
Ancora oggi è un villaggio dalla reputazione solidissima, se non addirittura mitico e non è azzardato dire che lo è soprattutto per una maison, Bollinger, sebbene i produttori di valore siano parecchi (Henri Giraud, Deutz, Geoffroy, Roger Brun, Antoine Bouvet, Christian Gosset, Henri Goutorbe…).
Perché Aÿ sarebbe stata superiore ad Ambonnay? Innanzitutto, per l’affaccio sul fiume Marne, che in passato costituiva una via di comunicazione preziosissima. In secondo luogo, per il clima più temperato, che favoriva in passato, quando la Champagne era decisamente più fredda, la maturazione delle uve.
…ma alla fine primeggia Ambonnay
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