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Il racconto di 13 annate secondo Krug

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di Alberto Lupetti

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Lo champagne più importante di e per Krug è la Krug Grande Cuvée. Che poi ne materializza anche lo stile. Questo è assodato e oramai noi appassionati… ops, ‘Krug lovers’ lo sappiamo bene. Joseph Krug, tuttavia, creò due champagne: la Cuvée N°1, che attraverso evoluzioni importanti è diventata la suddetta Krug Grande Cuvée, e la Cuvée N°2, che oggi è il Krug Millésime, invero molto meno rivisitato nel corso del tempo rispetto alle origini. Anzi, di fatto Cuvée N°2, Private Cuvée Vintage e Krug Millésime sono di fatto sempre lo stesso champagne. Ricordo inoltre che il Krug Millésime, a differenza della Krug Grande Cuvée, dipende dall’annata, quindi è rimasto fedele a quanto aveva scritto Joseph Krug nel suo diario con l’oramai celeberrima frase “selon (d’après) les circonstances”. D’altronde, Olivier Krug ricorda sempre che “da Krug abbiamo la visione per dire ‘non aspetto una grande annata per fare un grande champagne’. No. Con il Krug Millésime si racconta la storia dell’annata prima di essere Krug, invece con le altre maison accade il contrario”. Ecco…

A ogni modo, per la storia di Krug e lo sviluppo di questi due champagne rimando al libro Krug la mia passione, sebbene sia certo che molti di voi ce l’abbiamo già, quindi… grazie!

Questo antefatto mi serve a introdurre il racconto di una degustazione incredibile alla quale ho avuto la fortuna di partecipare: 13 annate consecutive di Krug Millésime! Quindi, dall’attuale Krug 2011 fino al Krug 1988. Con tutte le bottiglie ‘originali’ (quindi niente Krug Collection) e, soprattutto, perfettamente conservate. L’iniziativa è di Massimiliano (Max per gli amici) Sercecchi, maître di lunga e internazionale esperienza che ora ricopre il medesimo ruolo nel prestigioso resort Palazzo di Varignana (a Castel San Pietro Terme, poco fuori Bologna), ma è anche responsabile visite e degustazioni di Agrivar, la cantina della suddetta struttura ricettiva.

Nel corso degli anni, Max ha costantemente acquistato due bottiglie di Krug Millésime, con l’idea, un giorno, di goderle in un’occasione speciale. Con il passare del tempo, l’occasione speciale doveva essere il compleanno per i suoi 50 anni, ma alla fine Max non è riuscito a organizzare per poco. Ma non si è arreso, Max, anzi ha rilanciato: ha deciso di aspettare qualche mese e ha coinvolto il sottoscritto per condurre quella che nel frattempo era diventata una verticale da sogno, da tenersi nella cantina di Agrivar. Anche il sottoscritto, però, ha cercato di rilanciare ulteriormente, vista l’eccezionalità dell’evento, e mi son detto: “perché non provare a coinvolgere Olivier Krug?”. Detto fatto: Olivier ha accettato di buon grado e ci siamo dati appuntamento al 13 dicembre!

olivier krug durante degustazione Modena con Alberto Lupetti
Olivier Krug durante la degustazione: ogni bottiglia è stata ‘validata’ da lui prima del servizio.

Sebbene avessi preparato un ricchissimo Power Point a supporto della degustazione, Olivier Krug non lo ha voluto, limitandosi a chiedermi di proiettare solo qualche slide particolarmente simbolica. Questo perché ha voluto andare fuori dagli schemi, quindi non fare la ‘solita’ degustazione. Quindi, avremo assaggiato non in ordine cronologico, ma per ‘temi’, scelti e illustrati di volta in volta da Olivier: Le annate impossibili…, Le classiche difficoltà della Champagne, Le leggende della Champagne, I sottostimati, Il trio mitico (e il primo di Krug).

Unico fuori programma la ‘mise en bouche’, voluta all’ultimo minuto da Olivier: una Krug Grande Cuvée, la 171ème. Lo champagne, a distanza di un anno abbondante dal suo debutto in società, è in forma straordinaria (ricordo con tristezza i babbei che la criticarono all’inizio, chissà cosa ne pensano oggi…) e più che ‘mise en bouche’ è stato un inizio trionfale della degustazione. Non a caso, Olivier ha fatto notare che “questa 171ème ha tutto. È ‘la’ Krug Grande Cuvée!”.

Krug, dal 2011 al 1988

Per ogni champagne sono indicati l’assemblaggio e il Krug iD (quando disponibile…), non i dosaggi, ovviamente passati negli anni da 10 a meno di 5 g/l. Questo perché la risposta di Olivier alla domanda fattagli nel corso della degustazione è geniale: “da Krug non ci sono differenze di dosaggio, anche se i dosaggi non sono gli stessi. Questo perché il dosaggio gioca sempre il medesimo ruolo: accompagnare l’ultimo tratto gustativo della cuvée. Il dosaggio non deve essere un obiettivo, ma un elemento che sparisce nello champagne…”. Grande!

Della verticale qui pubblichiamo i due estremi cronologici, quindi Krug 2011 e Krug 1988.

Krug Millésime 2011

Krug 2011

46% Pinot Noir, 37% Chardonnay, 17% Meunier
Krug iD: 322038

Naso tutto giocato sulla freschezza, con una trama di chiara impronta agrumata e arricchito da stuzzicanti dolcezze. Bocca non complessa né concentrata, ma di una brillante piacevolezza. Più Krug che annata, che, anzi, viene decisamente travalicata. Dopo le incertezze del debutto, si sta facendo uno champagne indubbiamente gustoso, che si beve ora veramente con gradevolezza. Non sarà un miracolo, va bene, ma Krug ha dimostrato ancora una volta cosa significano selezione parcellare e savoir-faire

Nota: dopo più di due ore, Olivier ci ha invitati a tornare nel calice. Beh, non solo non c’era traccia di ossidazione, ma, scaldandosi, è emersa nettamente la tipica nota caratteriale Krug. Incredibile! “Non avevo mai fatto una cosa del genere, ma dopo aver concluso la degustazione con il Krug 1988 e tornando ora sul Krug 2011 è un cerchio che si chiude”.

Voto: 93(96)/100

P.S.: alla cena ‘Krug Ambassade’ di Mamma Mia (Roma, 22 novembre) il Krug 2011 è stato lo champagne più gradito dalla maggior parte dei partecipanti. Sorprendente, soprattutto se si considera che la cena è stata conclusa dalla Krug Grande Cuvée 168ème in magnum!

Krug Millésime 1988

Krug 1988

50% Pinot Noir, 32% Chardonnay, 18% Meunier
Krug iD: 405001

La leggenda di Krug dopo il Krug 1928… Champagne mostruoso! È molto Krug ed è molto 1988. Nell’eterna lotta (per il sottoscritto) con il Krug 1990, stavolta il Krug 1988 vince alla grande. È energico, raffinato, levigato, potente, non scorbutico, quindi intenso, di una finezza nobile al limite dell’austero. È molto fresco, non scalpitante per l’acidità, e la gustativa non finisce mai. Torna il mio paragone con la pallina di plutonio… Insomma, questo Krug 1988 è uno champagne perfetto. D’altronde, per Henri Krug fu il millesimato della sua carriera, lo champagne figlio della vera, grande annata.

Voto: 100(100)/100

Ah… auguri di Buone feste a tutti!

PS: non essendoci state bottiglie difettose, a Max è rimasta una seconda verticale. Quindi, potremmo rifare il bis nella primavera del 2025…

Le tre anime della serata: Olivier Krug, Max e il sottoscritto.

www.krug.com

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