In Champagne si vendemmia: l’opinione di Jean-Bapiste Lécaillon (Roederer)
La maison Louis Roederer inizia oggi la propria vendemmia: per i prossimi quindici giorni, 600 persone suddivise in piccoli gruppi si occuperanno di raccogliere le preziose uve della maison, in tutti i suoi 216 ettari siti non solo nei migliori Cru della Denominazione, ma soprattutto nelle zone meglio esposte, proprio a metà dei coteaux. Si parte dal villaggio di Cumières, nella Vallé de la Marne, dove la maison ottiene un Pinot Noir molto particolare ottimo per la vinificazione in rosso (e, quindi, la produzione dei rosé). A seguire si continuerà con Aÿ il 18 (quindi sempre nella Vallée) e poi a Verzenay il 21 settembre (Montagne de Reims), quindi sempre con il Pinot Noir, e così via. A sovrintendere, l’occhio vigile dello chef de cave Jean-Bapsite Lécaillon, ma anche il discendente del fondatore e attuale directeur général Frédéric Rouzaud.
Ma come si prospetta questa vendemmia? L’ho chiesto all’amico Lécaillon, che mi ha risposto: “in Champagne ci siamo trovati di fronte a un’annata… inattesa. Infatti, dopo un andamento tanto difficile (gelate, colature, peronospora e oidio), c’è stato un agosto caldo e asciutto e ancora oggi, sabato 15, il tempo è splendido, fresco e asciutto. Insomma, un’estate che definirei ‘continentale’ ha rappresentato l’ideale per il Pinot Noir e, nel nostro caso, ha favorito basse rese e grappoli piccoli e molto concentrati. Incrociamo le dita perché potremmo avere un Pinot eccezionale!
Per lo Chardonnay, invece, è un’altra storia, più difficile, e dovremo fare un’enorme selezione in vendemmia se vorremo avere elevata qualità. Un qualità che – è ancora presto per dirlo – potrebbe essere poco uniforme. Comunque iniziamo lunedi prossimo…”.
Insomma, sembra un’annata da Pinot, almeno ora e nei vigneti di Roederer (che, comunque, rappresentano un eccellente metro di giudizio), ma ne sapremo di più al termine delle prime fermentazioni alcoliche, come ricorda giustamente Jean-Baptiste, che aggiunge: “sarà comunque un’annata più simile a quelle del dopoguerra che alle ultime. Anzi, consultando gli archivi della maison, posso dire che potremmo avere un’annata simile alla ’47 e alla ’69. Non male!”.
No, Jean-Baptiste, non male affatto, perché ho avuto la fortuna di assaggiarle entrambe, più di una volta e in differenti maison, e ho ricordi a dir poco incantevoli…