commenta
Nel calice di Vania

Blanc Singulier, la risposta di Ruinart al nuovo ciclo climatico

“I ritmi della natura stanno cambiando, le variazioni climatiche sono sempre più imprevedibili. Dobbiamo adattarci, (re) inventare, (ri) creare il nostro know-how”. È con queste parole, e con...
di Vania Valentini

“I ritmi della natura stanno cambiando, le variazioni climatiche sono sempre più imprevedibili. Dobbiamo adattarci, (re) inventare, (ri) creare il nostro know-how”. È con queste parole, e con la nuova cuvée Blanc Singulier, che si apre una nuova era per Ruinart, la più antica maison di Champagne. Antica, sì, ma con un approccio contemporaneo e all’avanguardia e che, da tempo, sta prestando particolare attenzione ai cambiamenti climatici che si stanno manifestando in maniera molto significativa anche nella Champagne. Una maison che si sta mettendo in discussione, ripensando al modo in cui coltiva le viti e produce i suoi champagne.

Soltanto a Luglio 2019, in un’estate caldissima, la temperatura in Champagne toccò il picco record di 42,9°C, una cifra davvero allarmante per una regione tradizionalmente fresca. Un anno segnato da tre ondate di calore intense e caratterizzato da 23 giorni con la colonnina che segnava una temperatura superiore ai 30°C; i mutamenti climatici non potevano più essere ignorati. Con gli effetti in vigna ormai tangibili: con l’aumento delle temperature medie durante il periodo di maturazione, le uve sono esposte a più calore e necessitano quindi di essere raccolte prima rispetto al passato. Il ciclo della vite, dalla fioritura alla raccolta, è passato da una media di 100 giorni a 87. Già nel 2018, annata calda e soleggiata, si manifestò più rapido del solito, con l’inconsueta, ma anche l’ennesima, vendemmia ad Agosto (dal 2003 ad oggi sono ormai 8 le vendemmie che si contano in questo mese, l’ultima la 2022). I livelli di zucchero sono più alti e l’acidità è inferiore (l’acidità del mosto è diminuita di 1 g/l negli ultimi 30 anni). È interessante inoltre rilevare che, tra il 1961 e il 2022, la regione della Champagne sembra essere passata da un clima freddo a uno temperato, con notti che passano da molto fredde a fresche, e da un clima umido a uno sub-umido, simile a quello di Bordeaux.

Da Ruinart si presta particolare attenzione anche all’Indice Huglin, che riflette le condizioni climatiche durante il ciclo di crescita della vite. Sviluppato dallo scienziato francese Émile Huglin nel 1986, si basa sulla temperatura media giornaliera durante la stagione di crescita della vite, da maggio a ottobre. In Champagne, questa è aumentata di 1,3°C tra il 1991 e il 2020 rispetto al periodo 1961-1990; la temperatura media durante lo stesso periodo era di 11,7°C rispetto ai 10,4°C del precedente periodo di riferimento. Questi dati ci confermano un avvicinamento della regione alle caratteristiche di un clima temperato che solitamente si trova più a sud.

L’alterazione del ciclo di crescita della vite e la conseguente maturazione dell’uva, sono mutazioni che hanno generato un effetto significativo anche sul vino, rendendo imprescindibile mettere in discussione le pratiche tradizionali e pensare a metodi di viticoltura e vinificazione nuovi. È oggi essenziale osservare, adattare e testare nuove pratiche che combinino esperienza, tradizione, conoscenza scientifica e progresso tecnico. Il cambiamento climatico sta accorciando il ciclo della vite e modificando, assieme al profilo aromatico, l’equilibrio del vino e in Ruinart, le pratiche viticole utilizzate nei vigneti, vengono oggi adattate al fine di mitigare alcuni di questi cambiamenti. Per esempio, è fondamentale mantenere un fogliame più spesso, non rimuovendo più le foglie come in passato, per proteggere l’uva dal calore.

A Taissy, nel nord della Montagne de Reims, lo storico vigneto di proprietà ospita il progetto pilota di vitiforestazione della maison Ruinart. Lanciato nel 2020, il progetto mira a testare tecniche di agroforestazione, una soluzione pratica ed efficace per combattere il cambiamento climatico: sono stati piantati oltre 20.000 alberi e arbusti, con l’aggiunta di diverse varietà di piante locali, che aiutano a favorire la biodiversità, creare microclimi, preservare il suolo garantendo al contempo la sostenibilità del vigneto. E mentre gli alberi e gli arbusti crescono lentamente, la Maison ha realizzato un ‘inventario della natura’ e ha lavorato con una cooperativa di falegnameria ecologica per creare specifiche cassette di nidificazione per ciascuna specie, incoraggiandole a tornare al vigneto; sono stati installati oltre 190 ‘hotels’ per insetti.

I risultati iniziali sono incoraggianti, sebbene sia necessario moltiplicare gli indicatori per aumentare la raccolta dei dati e, proprio per questo, la Maison sta collaborando con ricercatori e startup per proseguire questa ricerca. Il DNA ambientale (eDNA) prelevato da vari campioni di suolo nei cinque ecosistemi di Taissy (foresta, prato, siepe intra-parcella, filari e tra i filari) indica che, solo 8 mesi dopo la piantagione dell’ultima siepe, creature che decompongono la materia organica – come artropodi, nematodi e lombrichi – stanno tornando in numero maggiore nella siepe, rispetto ai filari e tra i filari.  Negli ultimi dieci anni, infine, Ruinart ha ridotto l’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari del 50% e non utilizza più erbicidi o insetticidi. I vigneti sono stati doppiamente certificati come ad Alto Valore Ambientale (HVE) e Viticoltura Sostenibile in Champagne (VDC) dal 2014. 

Tutto inizia nel vigneto dove i nostri frutti prosperano. Implementare pratiche più sostenibili è essenziale per proteggere l’ambiente, la qualità del suolo e dell’uva”, sostiene Jean-François Jourdain, responsabile dei vigneti Ruinart a Taissy e Sillery.

Ma passiamo allo champagne. Negli ultimi anni, le degustazioni dei vini a base di Chardonnay di Ruinart hanno messo in luce un equilibrio aromatico unico e inaspettato. Le note di agrumi e frutta bianca sono diventate più intense e più precise, esprimendosi attraverso una consistenza più piena. Questo profilo particolare, assieme a uno Chardonnay che matura più velocemente e richiede meno giorni di esposizione al sole, ha chiaramente portato in luce come, anche il terroir, influenzato dal cambiamento climatico, stia evolvendo. Un’evoluzione ormai sotto gli occhi di tutti e inevitabile, che ha reso imprescindibile anche una rivalutazione dell’utilizzo di quest’uva rispetto alle cuvée del passato. L’idea di un nuovo champagne ha preso quindi forma nella mente dello chef de cave Frédéric Panaïotis e della sua squadra, che hanno deciso di selezionare questi nuovi vini a base di Chardonnay in modo differente. Ruinart Blanc Singulier Edition 19 è il risultato di questo nuovo assemblaggio: uno champagne che riflette l’impatto del cambiamento climatico nella Champagne, una nuova cuvée, della ‘plus ancienne maison de Champagne’, che celebra la capacità di adattamento e l’abilità enologica di Ruinart nel rispondere ai cambiamenti climatici.

La realizzazione di questo vino ha coinvolto al momento tre diverse annate: un esperimento iniziale basato sulla 2017 (mai messo in vendita), il Blanc Singulier 18, presentato l’anno scorso in Inghilterra e, oggi, il Blanc Singulier 19, composto per il 77% da vini della vendemmia dichiarata e per il 23% rimamente da una réserve perpétuelle, iniziata proprio nel 2017, conservata per metà in botti di rovere e per metà in acciaio. Le uve del nuovo champagne provengono principalmente da sei territori: la Montagne de Reims (Sillery e Taissy), la Côte des Blancs (Bergères-lès-Vertus e Cramant), la Grande Vallée de la Marne (Dizy), la Vallée du Petit Morin (Villevenard), i Sézannais (Montgenost) e il Vitryat (Couvrot, Bassuet). In tutti i casi, la fermentazione alcolica avviene in acciaio con la malolattica regolarmente svolta, mentre, dopo il dégorgement, non viene aggiunto alcun dosaggio. 

“Come viticoltori, dobbiamo adattarci a una nuova realtà climatica, con umiltà, approfondendo le nostre conoscenze e adeguando le nostre pratiche per continuare a rivelare l’unicità del terroir della Champagne”, così Frédéric Panaïotis.

Blanc Singulier 19

Bottiglia Ruinart Blanc Singulier 19100% Chardonnay
Un olfatto ricco e complesso, ma raffinato, dal temperamento flessuoso, caratterizzato da note di muschio bianco, fiori, anch’essi bianchi, rosa, magnolia, su cui si appoggiano tracce minerali di craie, limoni, e sbuffi nocciolati. Si distingue immediatamente nel sorso, pieno nel tessuto, spesso, monolitico, ma anche ampio, fresco e roccioso, estremamente salino, dallo sviluppo avvolgente ma perentorio, e dal finale dai suadenti rimandi burrosi e rocciosi, a richiamare il suo terroir. È uno champagne vinoso, sfaccettato, complesso, artificioso, con un’impostazione precisa e ben calibrata, ma territoriale, trasparente, pura, ben distante da quell’idea convenzionale di champagne cui, in passato, eravamo abituati.
Voto: 90(91)/100

Il Ruinart Blanc Singulier si presenta come una collezione di edizioni uniche, che si succederanno al ritmo degli anni segnati da questo nuovo clima. Inoltre, Rispetto al classico Blanc de Blancs, caratterizzato dalla bottiglia trasparente, il Blanc Singulier ne utilizza una scura, simile a quella del Rosé, per proteggerlo dalla luce e, quindi, dal goût de lumière. L’etichetta è rettangolare anziché ovale, e presenta diverse sfumature di bianco. Anche la capsula varia a seconda dell’annata, un segnale visivo che evidenzia la novità di questo champagne.

Gli champagne Ruinart sono distribuiti in esclusiva da:
Moët-Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

Suggerimenti a tema:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.