Cristal 2016: sfida alla perfezione
La 2016 è stata un’annata molto complicata in Champagne: gelata di primavera, peronospora, grandine, colatura, appassimento dei grappoli a causa del caldo… Il tutto a fronte di un andamento decisamente contrastato: dopo un autunno e un inverno ‘morbidi’, la primavera ha portato veri e propri diluvi (220 mm di piogge a marzo e 292 mm ad aprile!), oltre a temperature decisamente basse (fino a -4°C), ma poi il caldo, prima di luglio, e poi, soprattutto di agosto (finanche eccessivo, se non proprio estremo) ha in buona parte messo le cose a posto e portato a una gran bell’annata. Ben più di quanto si potesse sperare. Ma, proprio per questo, non tutti hanno creduto nella 2016. Anzi, sorprende come alcuni nomi importanti non abbiamo affatto millesimato, proprio a causa di un’annata che lo stesso CIVC ha definito “caricaturale”, quindi fatta di estremismi che sarebbero poi stati molto difficili da esprimere al meglio in bottiglia in solitaria.
Peccato, perché già dai primi brut sans année basati sulla 2016 avevo invece intravisto le caratteristiche di una grandissima annata, ricca ma con una notevole tensione, gustosa, con un lungo cammino davanti a sé. Per quanto riguarda Louis Roederer, ricordo benissimo di aver detto a Jean-Baptiste Lécaillon, dopo l’assaggio del Brut Premier basato sulla vendemmia 2016 (purtroppo l’ultimo fatto…): “mi aspetto tanto dai millesimati 2016 e credo che con il Cristal 2016 tu riuscirai a superarti”. Sorrise, all’epoca, lo chef de cave e si limitò a dirmi sornione “ne riparleremo”. Nel frattempo, è arrivato il Blanc de Blancs 2016 (lo trovate nell’ultima edizione della guida Grandi Champagne), buonissimo, con un potenziale alla lunga veramente notevole, e pochi giorni fa è stata la volta dell’anteprima (uscirà tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025) del Cristal 2016…
Il Cristal 2016 rivela le difficoltà dell’annata con il fatto che soltanto 32 delle 45 parcelle del ‘Domaine Cristal’ sono entrare nell’assemblaggio, tutte in regime organico. I mosti sono stati fermentati per il 31% del totale in legno (tini tronco-conici), la malolattica non è stata svolta come consuetudine dell’etichetta (salvo rarissime eccezioni) e, dopo quasi 8 anni sui lieviti, Lécaillon ha optato per un dosaggio di 7 g/l. Vediamo subito com’è e poi commentiamo.
Cristal 2016
58% Pinot Noir, 42% Chardonnay
Olfatto di una finezza inebriante, che fa rima con precisione e ricchezza, definizione e purezza. Rasenta le grassezze della nocciola, è più agrumato di quanto si potrebbe pensare, è tostato ma anche fumé a rasentare gli idrocarburi, è minerale di roccia calcarea, tanto, più che propriamente di craie. Più di tutto, è attraente nella sua profonda complessità che non significa mai complicazione, è nitido nella sua espressività, è elegantissimo nella sua evidente concentrazione. Difficile resistergli… La bocca mantiene con coerenza, precisione ed eleganza le sensazioni olfattive, a dispetto dell’impeto acido/salino e dalla travolgente energia che conquista il palato in un crescendo di sapori, continui ritorni minerali, sontuosa ampiezza tattile. Una bocca maestosa nel suo essere gustosa, infinita nella distensione salino-iodata. Insomma, un Cristal di una classe immensa che entra di diritto nella ‘hall of fame’ di questo champagne. Personalmente ho sintetizzato il Cristal 2016 “eleganza calcarea”.
Voto: 98(100)/100
Diavolo d’un Lécaillon! Dopo aver portato il Cristal nell’Olimpo con il 2008, il 2012 e il 2013, si prende due annate di relativa pausa (2014 e 2015) per poi rilanciare, superandosi. Come punteggio siamo con tutti e quattro al massimo livello, ma posso dire che, dopo il Cristal 2016, abbiamo assaggiato il Cristal 2008 in magnum e… beh, è stato costretto ad accodarsi quanto a coinvolgimento! D’altronde, Vania Valentini, che ha partecipato alla degustazione e dato il suo prezioso contributo nel determinarne la scheda, lo ha definito “uno champagne sensazionale già ora, molto territoriale e, soprattutto, tra i migliori Cristal di sempre. Non ho alcuna esitazione a definirlo ‘lo champagne perfetto’…”.
L’aspetto che però mi ha fatto più piacere è che, in tempi non sospetti e senza aver neanche assaggiato l’assemblaggio come vino fermo, avevo previsto che sarebbe stato un grande Cristal, il 2016, e questo me lo ha ricordato proprio Jean-Baptiste, che non ha avuto alcuna remora a dichiararlo pubblicamente (guardate il reel nel mio account Instagram). Non sono un veggente, no, ho semplicemente unito idealmente le caratteristiche dei migliori Cristal alle caratteristiche dell’annata. Però, alla fin fine, tutto il merito va, ovviamente, a chi ha creato questo meraviglioso champagne: bravo Jean-Baptiste!
Infine, credo che con l’invecchiamento i Cristal firmati Lécaillon saranno migliori di quegli storici che oggi ci fanno sognare per come hanno sfidato il tempo. Vogliamo scommettere?
PS: ha partecipato alla degustazione anche Sara Cappanna
Gli champagne Louis Roederer sono distribuiti da:
Sagna – tel. 011/8131632 – www.sagna.it
Buonasera. Vorrei a acquistare un Cristal 2016. Se posso essere contattati per la spedizione, grazie.
Cell 389 796 5287
Buongiorno, due precisazioni:
1) non vendiamo champagne, lo raccontiamo soltanto…
2) il Cristal 2016 dovrebbe uscire tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, non è stato ancora deciso
Saluti
Buongiorno Alberto,
le chiedo un consiglio perchè vorrei comprare una bottiglia importante che ho intenzione di bere tra 5 anni per una ricorrenza. Budget 200/250 euro.
Un paio di anni fa ho avuto la fortuna di assaggiare Cristal 2012 ed è stato un colpo di fulmine…
Il Cristal 2016 va fuori budget, quindi direi Krug Grande Cuvée 172ème…