L’omaggio di Pascal Agrapart
Omaggio a chi? A Vénus, la giumenta bianca con la quale Pascal Agrapart ha riscoperto – tra i primissimi in assoluto in Champagne – il lavoro del suolo con il cavallo. Questo evita che il terreno venga compresso dai ripetuti passi dei trattori, cosa che invece incide negativamente sulla vita del sottosuolo e sulla possibilità di ‘respirare’ di questo, a svantaggio delle viti. D’altronde, Pascal è addirittura ossessionato dal ‘benessere’ delle vigne, dove passa la maggior parte del suo tempo, ed è fermamente convinto che una viticoltura la più naturale possibile, ma scevra da dogmi, sia la sola strada per avere uve sane e di qualità. Anzi, Pascal ricorda come il padre gli dicesse sempre di “travailler la vigne comme un jardin”. Così, dopo oltre 10 anni di composti essenzialmente organici, il vigneron di Avize è andato oltre: ha individuato la parcella più vecchia della proprietà (‘La Fosse aux Pourceaux’, piantata nel 1959 ed estesa per 60 are su suolo in parte argilloso e in parte crayeux) e ha iniziato a lavorarla con Vénus nel 2000. L’anno successivo (millesimo addirittura catastrofico in Champagne, ma questo dimostra come una viticoltura d’eccellenza possa a volta andare perfino oltre i limiti dell’annata), Pascal raccoglie i primi frutti di questo lavoro e dà vita a Vénus, un inedito blanc de blancs parcellare (anche in questo tra i primissimi del genere) e millesimato (2001) che diventa un po’ lo champagne di punta della maison Agrapart.
Da allora, lo champagne è sempre stato prodotto, con fermentazione in demi-muid usati, tiraggio ‘sous liège’ e nessun dosaggio aggiunto dopo il dégorgement, che avviene ovviamente a mano dopo che lo champagne ha maturato cinque anni sui lieviti. Vénus è purtroppo scomparsa pochi anni più tardi, ma ha guadagnato l’immortalità continuando a vivere con questo champagne, mentre Pascal prosegue convinto a lavorare la vigna con un erede di Vénus, perseguendo non solo il lavoro della vigna ‘à l’ancienne’, ma anche e soprattutto un’idea di champagne che materializzi l’unione armonica tra l’uomo e il cavallo. La produzione di Vénus, però, è per forza di cose limitata a circa 5.000 bottiglie.
Per quanto riguarda la gamma Pascal Agrapart, la scelta dei soli tre champagne da pubblicare nella nuova edizione di Grandi Champagne (sapete oramai che questa VII edizione è frutto di una selezione che limita a massimo tre le etichette pubblicate per ciascun produttore) non è stata facile, perché ‘le Pape du Chardonnay’ (come Fabrice Gass chiama con affetto e non minore rispetto il suo amico Pascal…) e suo figlio Ambroise si sono letteralmente superati con l’annata 2017 e alla fine, con non poca fatica, abbiamo optato per Minéral 2017, Avizoise 2017 e il sofisticato sans année Complantée. Ma potevamo ignorare il Vénus? Naturalmente no, quindi eccolo…
Vénus 2017
100% Chardonnay
A differenza dei millesimi precedenti di questa etichetta e degli altri blanc de blancs di Agrapart targati 2017, stavolta il Vénus si propone attraverso un olfatto che definiremmo più classico e meno identitario, segnato da una vena burrosa, accompagnata da note di pasticceria e da un’evidente matrice fruttata. Denota altresì una certa maturità e spunti di tostature. La bocca conferma quanto questo Vénus esca dal solco della tradizione perché è più ampia che verticale, certamente complessa, piacevolmente avvolgente. Ritorna il frutto, ma alla fine la gustativa è più ‘calda’ che tesa. Però attenzione, perché lo champagne ha stoffa ed eccome se piace! Lo fa con la sua succosità fruttata (pesca e mirabelle) e con un finale che conquista addirittura per la sua piacevolezza. Un Vénus particolare, insomma, ma senza dubbio molto buono nel suo essere un gran bel classico, quindi un bellissimo Chardonnay di Champagne.
Voto: 94(95)/100
Gli Champagne Pascal Agrapart sono distribuiti da:
Pellegrini – tel. 035/781010 – www.pellegersinispa.net