La Grande Année Rosé Bollinger, nuova annata 2004
Uno dei primi post, anzi articoli di questo sito era dedicato a uno champagne rosé non molto conosciuto (forse perché prodotto in piccolissime quantità, ma anche perché la maison è più nota per i suoi blancs) pur se sempre eccellente: la Bollinger Grande Année, ma declinata come Rosé. Parlai poco tempo fa della Grande Année 2002, mentre ora andiamo a conoscere la 2004.
Come il nome suggerisce, questo champagne è una variante della Grande Année tradizionale, ma non come mera aggiunta di vino rosso all’assemblaggio bianco, bensì come uno inedito. Nella fattispecie, per questa 2004 Rosé sono state impiegate uve di 16 Cru, di cui ben 14 classificati Grand e gli altri due Premier, in una percentuale che favorisce ancor più il Pinot Noir. Inoltre, il vino rosso è molto particolare perché proviene esclusivamente da “La Côte aux Enfants”, un vigneto di Pinot Noir che la maison possiede ad Aÿ e dal quale produce esclusivamente vin rouge, una parte per i rosé e una parte per il Coteaux Champenois omonimo.
Grande Année Rosé 2004
68% Pinot Noir, di cui il 5% in rosso, 32% Chardonnay
deg. feb. 2012. È sempre un grande questo champagne! E te ne accorgi non appena accosti il naso al bicchiere, con le belle note di panificazione, la vivacità mineral/iodata e i delicati frutti piccoli e rossi fragranti, appena appena dolci.
La bocca è tesa, croccante, freschissima, di impostazione piuttosto asciutta. L’attacco è singolare per via di una sensazione erbaceo/legnosa prima di lasciare il posto al frutto (cerasa sotto spirito) e, a seguire, una gustosa fusione tra carnosità e mineralità che regalano un finale di frutto polposo oltre a tanta sapidità. Non ha la piena e coinvolgente vinosità del 2002, ma compensa con una grande eleganza e un’anima molto british.
Voto: 91/100
Qualcuno potrebbe rimanere stupito della differenza di 4/100 nella valutazione di questa Grande Année Rosé 2004 nei confronti della precedente 2002. In effetti, questa nuova è buona, anzi ottima, ma alla fin fine devo concordare con Federico Angelini che non ti fa saltare, non ti colpisce al cuore. D’altronde, è il bello delle annate diverse, di un vino capace di essere sì sempre uguale a se stesso, ma anche sempre diverso nel rispetto della vendemmia. Così, se la 2002 fu un’annata piena, quasi opulenta, la 2004 è stata, come mi disse a suo tempo Dominique Demarville, chef de cave di Veuve Clicquot, “un’annata la cui sottile profondità alla lunga regalerà vini longevi e di grande valore”. Quindi, godiamoci oggi questa Grande Année Rosé, ma prepariamoci a un domani molto, molto interessante.
Buon Ferragosto!
Meregalli Giuseppe – tel. 039/2301980 – www.meregalli.it