Thienot e la nuova strada
Nella guida “Grandi Champagne 2012” non avete trovato né i sans année né il millésime tradizionale di Thienot. Il perché è presto detto: al momento degli assaggi, gli champagne non avevano raggiunto i requisiti minimi per entrare in guida e di questa maison abbiamo così recensito altre etichette di maggiore caratura.
Ricordo che all’epoca ne parlai con Daniele Balan, distributore esclusivo di Thienot in Italia ma soprattutto grande conoscitore di vini e persona squisita, che da gran signore rispettò perfettamente la scelta dello staff pur chiedendomi di riassaggiare quegli champagne in secondo momento, a distanza di mesi. Beh, è passato un anno quando, in occasione di Vinòforum, lo scorso giugno, io e il buon Federico Angelini incontriamo Daniele Balan, che ci invita allo stand e ci fa riassaggiare buona parte della gamma Thienot, tra cui il Brut e il Rosé, quindi proprio i due sans année. Che sono quelli che mi, ci hanno colpito maggiormente, così mi sono convinto di parlarne…
Thienot è una maison molto giovane, nata solo nel 1985, d’altronde è la stessa a definirsi “una grande maison d’oggi” (une grande maison d’aujourd’hui). Alain, il fondatore, è originario proprio della regione della Champagne, ma al vino c’è arrivato solo dopo una lunga e proficua esperienza nel settore finanziario, prima di diventare courtier (una sorta di mediatore nel mercato delle uve e dei vini) e poi in prima persona come fondatore della maison omonima.
Non prima, però di aver acquistato vigneti già nel 1976 sia ad Aÿ (villaggio Grand Cru noto per il suo straordinario Pinot Noir) sia a Le-Mesnil-sur-Oger (altro Grand Cru d’eccellenza, ma per lo Chardonnay): oggi il patrimonio ammonta a 27 ettari, integrati dalle uve di tanti piccoli viticoltori che Thienot ha conosciuto negli anni durante la sua attività di courtier. Monsieur Thienot ama ripetere che se il vino è la sua passione, la qualità è la sua ossessione ed effettivamente, osservando la struttura che ha costruito a Taissy, alle porte di Reims, tutto ciò si percepisce chiaramente.
La modernità non rinnega la tradizione, ma rappresenta un mezzo per esaltarla, con la zona di vinificazione fatta di tini di acciaio totalmente computerizzati, così come le macchine (gyropalette) per il rémuage. Nel sottosuolo di Reims, invece, a 12 metri di profondità, si snodano le cantine per 2 Km: è qui che, a temperatura costante di 10°C, le bottiglie di champagne riposano per non meno di tre anni (i sans année, nel caso) sui lieviti. E questi non millesimati, che si propongono giusto per l’occasione con un nuovo habillage, caratterizzato da un’etichetta di impostazione più moderna, sono proprio il Brut e il Rosé che mi hanno portato a parlarne qui.
Brut
35% Pinot Noir, 45% Chardonnay, 20% Pinot Meunier; 20% vins de réserve; dosage 9 g/l
Naso classico ma tutt’altro che banale, anzi di confortante pienezza, quasi ricco, di matrice fruttata appena dolce e vivacizzato da spunti minerali.
Anche la bocca denota un bel volume ed è sempre molto fresca, coerente con il naso, ma con in più uno spunto agrumato e una componente erbacea che aumenta questa sensazione di “croccante freschezza”, se mi si passa la licenza. E le note positive proseguono con la bella chiusura, fruttato/minerale di sorprendente lunghezza e anche di una gustosa sapidità.
Rispetto allo scorso anno ha fatto passi da gigante in avanti, perdendo totalmente l’impostazione leggera; tra l’altro non è affatto sdolcinato (il vino ha “metabolizzato” perfettamente la liquer). Da godere da solo o a tavola con piatti di pesce, più che semplicemente con l’aperitivo…
Voto: 84/100
Rosé
45% Pinot Noir, di cui il 7% in rosso, 35% Chardonnay, 20% Pinot Meunier; 35% vins de réserve; dosage 10 g/l
Olfatto di bella pienezza e intensità, giocato sulle note di piccoli frutti rossi, con un tocco di spezie e una base minerale. L’assaggio è piuttosto asciutto (bene, vuol dire che siamo ben lontani dai rosé “dolcioni”. E qui il rischio c’era, visto il dosage…), anche discretamente pieno, fresco, molto coerente con il naso su tutto lo sviluppo gustativo, fino all’ottimo finale. Che si dimostra anche piuttosto persistente. Un ottimo rosé, volutamente semplice, pertanto tutto da bere. Questo sì che è perfetto per l’aperitivo.
Voto: 83/100
Confesso che dopo aver riassaggiato queste bottiglie sono il primo a rimanere sorpreso. È vero che i mezzi e l’impegno di Thienot prima o poi avrebbero dovuto dare i propri frutti, ma non mi aspettavo un salto così netto. Sì, facendo due conti, questi champagne sono basati sull’annata (eccellente) 2008, ma qui si nota un cambio di stile: la bevibilità c’è sempre, così come la freschezza e la mineralità, ma l’eterea leggerezza ha ora lasciato il posto a un bel corpo.
Non mi resta che scoprire, man mano, se questa buona strada intrapresa da Thienot sarà percorsa anche dalle altre cuvée, dal millésime fino a quelle de prestige. Ma mi sono già attrezzato, perché a settembre mi recherò in visita presso la maison!
Vinicola Balan – tel. 02/6714111 – www.balan.it