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Millésime

Krug 1988: vedi Napoli e poi muori

Erano un paio d’anni che non riassaggiavo quest’annata by Krug. La fortunata occasione è arrivata con una visita all’amico Gaetano Verrigni, non solo produttore di una pasta semplicemente...
di Alberto Lupetti

champagne krug e la sua scatola originaleErano un paio d’anni che non riassaggiavo quest’annata by Krug. La fortunata occasione è arrivata con una visita all’amico Gaetano Verrigni, non solo produttore di una pasta semplicemente straordinaria (credo proprio sia la migliore…), ma anche grande appassionato di champagne.

Foto di Gaetano Verrigni insieme alla moglie Francesca
Gaetano Verrigni, qui insieme alla moglie Francesca e alla loro creatura, il fantastico Spaghettoro. A Gaetano va pubblicamente il mio più sentito ringraziamento per avermi dato la possibilità di riassaggiare il Krug 1988.

Ora, Gaetano conosce bene il mio rapporto con le nobili bollicine francesi, così ha voluto farmi un regalo (mai più gradito…) e mi ha accolto con una bottiglia di Krug 1988. Una bottiglia superba, bellissima, perfetta, ancora nella sua scatola originale.

All’epoca, la parola “vintage” ancora non figurava nell’etichetta e il Krug millesimato era semplicemente rappresentato dall’annata.
Oggi sappiamo che questo avveniva (e avviene tuttora, ovviamente) nel pieno rispetto della filosofia del fondatore, Joseph Krug, che produceva soltanto due champagne: un multimillesimato tutti gli anni, simbolo della sua idea di champagne, e un millesimato quando possibile.

foto di Olivier Krug accanto al quadro del suo avo Joseph
Il primo e l’ultimo: Olivier Krug accanto al ritratto del suo avo Joseph, fondatore della maison e creatore degli champagne Grande Cuvée e Vintage.

Per Joseph Krug, infatti, non è possibile produrre lo champagne perfetto tutti gli anni con l’uva di una sola vendemmia, pertanto lo si può fare solo selezionando le migliori uve dei migliori Cru degli ultimi anni, mentre, quando le condizioni climatiche lo consentono, si può dare vita a uno champagne con queste caratteristiche ma frutto di una sola annata. In altre parole, quest’ultimo rappresenta lo stile della maison secondo una specifica vendemmia. Ecco, dunque, la Grande Cuvée, lo champagne n.1 per Joseph Krug, e il Vintage, il n.2. Ricordo che all’epoca i due Clos e il Rosé non erano neanche in mens dei

Henri Krug, papà di Olivier
Henri Krug, papà di Olivier e per oltre 40 anni chef de cave della maison di famiglia. Tra i tanti capolavori creati, proprio il 1988.

Il Krug 1988 fu lanciato dopo il 1989 e anche per la versione Collection sarà lo stesso, visto che la 1989 in questa declinazione è uscita due anni fa e noi appassionati siamo in trepidante attesa per la 1988, ma di questa annata parliamo oggi in versione “originale”, dégorgement historique, per dirla come gli champenois.
La 1988 fu la prima di tre annate eccezionali consecutive, il trio di champagne delle meraviglie (1988, 1989 e 1990), come abbiamo avuto di vedere in precedenza su queste pagine, anche se oggi più che mai con caratteristiche diverse: opulenta e matura la 1990, morbida e suadente la 1989, tesa e piena di energia la 1988.

bottiglie di champagne Krug in maturazione
I Krug Vintage maturano circa 10 anni sui lieviti. Ma al termine non tutti vengono degorgiati: rimangono 4.000 bottiglie che daranno vita alla versione Collection, di cui la 1988 è attesa a breve…

E Henri Krug, papà di Oliver e per oltre 40 anni chef de cave della maison di famiglia (anche se l’assaggio dei vins clairs era sempre fatto insieme al padre Paul e al fratello Rémi) capì subito che la 1988 era un’annata fuori dal comune, visto anche che dovette rifare ben 5 volte l’assemblaggio della Grande Cuvée perché, per via della caratteristiche eccezionali dell’annata, ogni volta non era soddisfatto in quanto “sembrata troppo un millesimato”. E gli appassionati impazziranno nel sapere che le tre annate preferite da Henri Krug sono la 1962, la 1973 e, appunto, la… 1988!

Ma andiamolo finalmente a scoprire questo 1988, il cui assemblaggio è, come tutti i Vintage Krug, all’incirca 2/3 di Pinot (Noir e Meunier) e 1/3 di Chardonnay. In Krug non amano dichiarare l’assemblaggio, anzi Henri Krug era proprio infastidito se qualcuno glielo chiedeva, perché ricordano che in quella bottiglia (il Vintage) è racchiuso il miglior vino possibile per quella vendemmia secondo lo stile della maison: noblesse oblige

etichetta di champagne krug 1988
Sua maestà il Krug 1988, uno dei migliori di sempre di questa maison mitica. Non so se sia il migliore in assoluto per me, ma per Henri Krug è uno dei tre “preferiti”…

Krug 1988
Non appena accosti il naso al bicchiere capisci subito di essere di fronte a un Krug, anzi alla più profonda essenza di Krug. Il vino è freschissimo, segnato soprattutto da note di torrefazione, da un bel frutto appena maturo, tanta mineralità e perfino sfumature agrumate scure: fantastico! La bocca è straordinariamente tesa, addirittura esplosiva tanto per l’energia insita nel vino quanto per l’acidità, potentissima ma elegante, che esalta i ritorni di agrume scuro e un’asciutta mineralità. Finale lunghissimo, sapido, succulento, appagante. Champagne straordinario, complesso e maturo ma, pur se sembra un paradosso, incredibilmente fresco. Tanto da sembrare ancora molto giovane. Wow!
Voto: 98/100

Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moët Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

Suggerimenti a tema:

8 risposte a “Krug 1988: vedi Napoli e poi muori”

    • Accidenti! In linea di massima: 1998, 1989 e 1990 650-850 euro ciascuno; 1995 e 1996 550-650 euro ciascuno, 1998 sui 500 euro, gli altri sui 400 o poco più.

  1. Buongiorno Lupetti
    Ho una bottiglia di Krug Grand cuvée in cantina ma non è scritto il numero della cuvée..
    Come si fa a riconoscerla?

    • È come l’etichetta attuale ma senza Edition? Oppure è la cosiddetta ‘foglie d’acanto’, quindi la precedente?

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