Taittinger sa sempre sorprendere
Con la maison de Reims che si appresta a vivere una nuova avventura in Italia, sono certo che non mancheranno i motivi di soddisfazione per Vitalie e Clovis Taittinger. Soprattutto perché la loro maison può contare su una gamma di champagne tanto eccellente quanto eclettica, che ha anche il ‘vantaggio’ di saper stupire nelle annate complicate (e conquistare nella grandi, naturalmente). Mi viene in mente il Millésimé 2005 (ottimo, addirittura incredibile se si pensa all’annata), nonché il Comtes de Champagne 2011 (inizialmente un po’ ostico, ora splendido) oppure – perché no? – il Comtes de Champagne Rosé 2009. Che segue l’eterno 2008 (e, a sua volta, l’ottimo 2007 e il gastronomico 2006: li trovate tutti nelle varie edizioni della guida Grandi Champagne e online nel nostro Club) ed è figlio di un’annata interlocutoria. Un’annata certamente calda, sulla carta molto interessante, ma nella quale non tutti gli champenois hanno creduto e che, comunque, ha dato champagne estremamente discrepanti tra loro. Vediamo.
Il Comtes de Champagne Rosé nasce una quindicina di anni più tardi (vendemmia 1966) rispetto al fratello bianco e ne è il reciproco in senso matematico. Voglio dire che, a differenza di altre top cuvée, non è il tradizionale assemblaggio aggiunto di vino rosso, ma uno ben diverso, in origine addirittura come rosé de saignée da solo Pinot Noir. Negli anni ‘80 il Comtes rosato apre allo Chardonnay, ma il Pinot Noir resta sempre preponderante, sì da marcare la differenza con il Comtes de Champagne tradizionale. Pertanto, è fatto con Pinot Noir di Ambonnay, Verzenay e Mailly, più Bouzy per la parte in rosso, invece l’uva bianca è firmata Avize, Chouilly, Cramant, Oger e Le-Mesnil. Come da tradizione, il 5% dei mosti è fermentato in barrique, mentre, a seguire, la maturazione sui lieviti si è protratta per oltre 10 anni. Al termine, dopo il remuage manuale nelle splendide cantine, tipico (per Taittinger…) dosaggio a 9 g/l. Rispetto al fratello bianco, la produzione di Comtes Rosé è molto più contenuta: soltanto 40.000 bottiglie.
Comtes de Champagne Rosé 2009
70% Pinot Noir, di cui il 15% in rosso, 30% ChardonnayL’olfatto pone in evidenza prima di tutto l’eleganza tipica dell’etichetta e la natura di rosato è tutt’altro che gridata, visto che le prime caratterizzazioni sono legate a una mineralità ‘chiara’. L’annata di cui è figlio questo champagne si percepisce anch’essa, ma non nel tratto solare, bensì, piuttosto, nello spessore. A ogni modo, è piacevole a dispetto di un’articolazione non del tutto a fuoco. Lo troviamo floreale, con il frutto più in macedonia. L’agrume rosso (scorza di arancia amara) si fa avanti con l’attesa, così come la grassezza della caramella mou alla frutta. L’attacco in bocca è rotondo, quasi carezzevole, lo sviluppo è più sulla freschezza minerale piuttosto che sulla materia fruttata. Chiude delicatamente minerale e agrumato. Come accade puntualmente con i Comtes Rosé, anche questo è più fil-rouge (dell’etichetta) che annata, ma quest’annata alla fine è stata ben plasmata. Il Comtes bianco non fu fatto, nel 2009, ma questo rosé sì e dimostra come ha saputo piegare la non facile annata all’eleganza.
Voto: 92(94)/100
Suggerimento: perfetto con scaglie di Parmigiano Vacche Rosse non troppo stagionato.
(hanno partecipato alla degustazione Daniele Agosti, Federico Angelini, Marcello Bergonzini)
Gli champagne Taittinger sono distribuiti in esclusiva da:
Ghilardi Selezioni – tel. 035/6034 – www.ghilardiselezioni.com
Buonasera Alberto, ho di recente acquistato una bottiglia di Comtes De Champagne bdb 2012, mi chiedevo se aveva già avuto modo di assaggiarlo e nel caso come lo ha trovato. Grazie
Eccellente. Potrebbe diventare con il tempo tra i migliori Comtes di sempre. Oggi 2008 e 2013 sono forse più ‘facili’, ma a mio avviso il 2012 è superiore…
Buongiorno in merito all annata 2007 che vedo in foto nell’ articolo come si posiziona rispetto alle altre? Grazie mille
Saluti,
Alessandro
In linea generale è stata un’annata che ha dato ottimi champagne, forse perché molto particolare (vendemmia di agosto, ma spiccata acidità), ma non molti champenois vi hanno creduto. Purtroppo.
Per quanto riguarda il Comtes, è stato ben superiore alla media e, a mio avviso, si colloca subito dietro i tre miti (2013, 2012 e 2008).
Buongiorno grazie mille per i consigli sempre molto utili.
Saluti,
Alessandro Raimondi
È un piacere!