Charles Heidsieck rinnova anche lo champagne
Tante novità si succedono in questa maison di Reims: prima l’acquisizione giusto un anno fa da parte del Gruppo EPI, desideroso di riportare Charles e Piper Heidsieck sui livelli che competono loro; poi, da aprile di quest’anno, la distribuzione in Italia di Charles Heidsieck affidata a Philarmonica di Guido Folonari; infine, giusto ora, le prime novità in seno alla maison.
Infatti, messo in campo da parte della proprietà uno staff dirigenziale di tutto rispetto (Cécile Bonnefond presidente e Robert Remnant direttore generale) e confermato il validissimo staff tecnico (Régis Camus elevato al ruolo di direttore vini pur mantenendo la qualifica di chef de cave di Piper, mentre Thierry Roset è stato promosso chef de cave di Charles dopo oltre vent’anni come vice di Régis), era ora di agire tanto sull’immagine quanto sugli stessi vini.
Per quanto riguarda il primo aspetto, è stato completamente rivisto l’habillage di tutta la gamma, dal Blanc de Millenaires (che conferma l’annata 1995 in attesa, invero ora fattasi quasi estenuante, della nuova) al Brut Réserve, vero emblema di questa maison, quindi è stato rivisitato il marchio, ora maggiormente espressivo della storia della maison e del suo stesso fondatore, Charles-Camille Heidsieck, un autentico personaggio. Ma, cosa più importante, Brut Réserve e Rosé si presentano anche con una nuova bottiglia, più panciuta e la cui forma è stata ripresa da uno scorcio delle antichissime crayeres di Charles Heidsieck a Reims. Ma, per questi due sans année, non si tratta di un mero restyling estetico e così veniamo anche alle novità in campo vini. Brut Réserve e Rosé Réserve, infatti, sono stati aggiornati anche nella loro essenza.
Il Brut Réserve e, per certi versi, il suo omologo Rosé Réserve, rappresentano i vini più importanti per Charles Heidsieck perché, soprattutto, il primo, è il portabandiera dello stile, della personalità, della qualità della maison. Di questo champagne, un tempo noto come Mise en Cave, ho parlato diffusamente qui, pertanto possiamo passare a vedere com’è cambiato. Spiega Régis Camus che l’assemblaggio è rimasto invariato (1/3 ciascuno per le tre varietà tipiche champenoise, quindi Pinot Noir, Chardonnay e Pinot Meunier), così come la corposa quantità di vins de réserve (ben il 40%, vecchi fino a 10 anni), però l’intero assemblaggio è ora frutto di una ferrea selezione dei vini – “più precisa” per usare le parole di Régis – che ha drasticamente ridotto il numero dei Cru impiegati da 120 a 60. Il tutto per ottenere “complessità, profondità e carattere gourmandise”. Ma non solo: il periodo di permanenza sui lieviti è stato definitivamente fissato in 4 anni e il dosaggio leggermente affinato e portato intorno agli 11 g/l. Personalmente, oggi trovo una dosaggio del genere esagerato e ho espresso le mie perplessità allo stesso Régis, il quale, con la sua celebre, simpatica ironia, mi ha risposto che “il vino ne ha bisogno anche nel rispetto dello stile della maison” e poi, dopo avermi chiesto se il vino fosse per me buono e io avergli risposto di sì, ha sorriso e aggiunto “quindi ho ragione io…”.
Ci mancherebbe! In effetti, se da giovane la nota zuccherina è decisamente presente, questa già dopo un anno scompare per lasciare il posto alla crescente complessità del vino, che, per la cronaca, ha straordinarie capacità di maturazione.
Ma veniamo a questo “nuovo” Brut Réserve, basato sull’annata 2007, assaggiato in anteprima con la bottiglia nuova ma ancora priva di habillage.
Il colore dorato denota il generoso uso di vins de réserve, mentre il naso si propone cremoso, dolce sì ma di miele e non di zucchero, giocato sulle note di frutta secca su un bel fondo minerale. La bocca ripropone la cremosità e la dolcezza, ma quest’ultima è chiaramente figlia di un frutto gustoso e rotondo.
Bella materia, bollicina elegante e sviluppo più ampio che profondo, impreziosito da ritorni minerali in chiusura. Alla fine è uno champagne che si beve molto bene e che non potrà che migliorarsi con il tempo.
Voto: 87/100
Un vino inedito, insomma, che però segue perfettamente lo stile tracciato prima dal Mise en Cave e successivamente dalla “precedente versione” del Brut Réserve.
Passando al Rosé Réserve, invece, questo ne segue la medesima filosofia, anche se i vins de réserve sono meno vecchi e quotano “solo” il 20%, inoltre una parte del Pinot Noir (il 5-6%) è vinificata in rosso.
Nella precedente versione non sono mai stato convinto di questo champagne, troppo dolce, ma la rivisitazione sembra averlo migliorato. Ma preferisco non pubblicare la scheda di degustazione né assegnare alcun punteggio, però, perché ritengo che l’assaggio in anteprima non renda ancora giustizia a questo vino, forse “aggiornato” ancor più profondamente rispetto al fratello blanc. Pertanto mi riprometto di ritornarci su tra 4-5 mesi.
Philarmonica – tel. 030/2279601 – www.philarmonica.it
La nuova estetica mi sembra riuscita, vedremo se riescono a rilanciare il marchio come meriterebbe. Ci vorrebbe un bel brut blanc de blancs oltre all’ottimo Millenaries.
Ho la fortuna di aver assaggiato sia la vecchia che la nuova cuvee’ del Brut Reserve in magnum….buona la vecchia cuvee’ ma la nuova la trovo ottima; una cuvee’ piu’ facile ma non banale, i vini di riserva donano importanza ma sono ottimamente dosati….ancora un paio di mesi in cantina non guastano per arrotondare le spigolosita’ ma il ragazzo ha stoffa! Il suo successo sara’ la facilita’ di beva, si rischia facilmente di aprirlo e finire tutta la bottiglia…..la cosa piu’ bella e’ aver desiderio di berlo gia’ dopo 2 gg….concordo ci vorrebbe un brut BdB per completare la gamma s.a…..il rose’ e’ la copia del brut reserve con l’aggiunta di pinot nero che lo rende piu’ vinoso. Ottima mano, consiglio la beva di entrambi.
Perfetta analisi la sua, Daniela, complimenti! Forse da appassionati spesso ci dimentichiamo che proprio l’accessibilità e la bevibilità sono punti chiave per lo champagne, soprattutto per i non millesimati. Comunque, del Rosé parlerò la prossima settimana, mentre del blanc de blancs… ho paura dovremmo accontentarci (si fa per dire…) del solo Blanc des Millenaires.
Beh, vista la sua passione e la sua preparazione, aspetto con piacere altri spunti di discussione.
A presto