Bruno Paillard svela il suo millesimato 2002
Sarà, ma più ribevo gli champagne di Bruno Paillard e più mi piacciono. Non ritengo siano champagne facili, anzi vanno capiti e credo sia per questo che conquistano con il tempo, con l’esperienza, con i riassaggi. Di questo produttore si è detto tutto e di più, si è straparlato della sua filosofia, delle sue idee sul dégorgement, quindi ne faccio un brevissimo “ripasso” prima di andare a scoprire questo nuova etichetta, o meglio, questa nuova annata del suo Assemblage millesimato.
La maison è stata fondata nel 1981 da Bruno, che la guida tuttora in prima persona: sceglie personalmente ogni assemblaggio e ogni momento del dégorgement. Al suo fianco la figlia Alice, che si occupa non solo degli aspetti commerciali, ma anche di apprendere dal padre i segreti dell’art champenoise. Sarà lei, infatti, a riceverne il testimone, quando sarà. La maison possiede 30 ettari e acquista uve per circa 60 equivalenti, ma gli investimenti prioritari sono finalizzati costantemente all’acquisizione di nuove vigne, poi “curate come giardini”.
La sede si trova poco fuori Reims, lungo la strada che va alla Montagne, e si sviluppa totalmente in orizzontale. Quando nel 1990 Bruno acquistò il terreno, ebbe l’idea di modernizzare rispettando la tradizione, così le cantine di maturazione sono un locale climatizzato e illuminato con sole lampade al sodio (luce non dannosa per il vino), in modo da avere costantemente 10,5°C e 80% di umidità. In questo locale è conservato anche il “tesoro”, ovvero i preziosi vins de réserve. Vi riposano 2 milioni di bottiglie e qui avviene pure il rémuage tramite gyropalette. La fermentazione, invece, avviene nel locale attiguo, parte in acciaio (110 tini totali) e parte in legno (400 barrique, acquistate di terzo passaggio a Bordeaux). Per il resto, lunghe maturazioni sui lieviti, dosaggi bassi, inderogabile riposo in cantina dopo il dégorgement (sempre indicato in controetichetta) in funzione di quanto il vino è rimasto sur lattes, quindi dai sei mesi dei Brut ai due anni dell’N.P.U. A proposito, per Bruno, indicare la data del dégorgement è indice di serietà, non marketing e questo permette anche di scegliere lo champagne più adatto ai propri gusti pur rimanendo nell’ambito della stessa etichetta. Così un pubblico meno appassionato potrà scegliere il più fresco, l’intenditore quello più maturo.
Due i millesimati classici in casa Paillard, l’eccezionale Blanc de blancs e il tradizionale Assemblage, di cui andiamo a conoscere l’annata 2002. Per Bruno, il millesimato è la fotografia dell’annata nell’interpretazione del produttore. Nel suo caso, il vino vede la luce solo nella annate ritenute idonee (ad esempio, ha saltato 2000 e, ovviamente, 2001) e sempre con un assemblaggio diverso. Per questo anche l’etichetta è sempre diversa: un’illustrazione di un artista sulla base dei commenti che Bruno ha dato all’annata dopo l’assaggio. Pertanto, il 1995 era equilibrio e plenitude, il 1996 struttura e velluto, il 1999 caloroso e tumultuoso, il 2002, invece, gourmandise. Così, Louis cane si è ispirato alle Ninfee di Monet per l’etichetta, con i colori irradiati che riflettono il carattere de vino.
Secondo Paillard, la 2002 è stata un’annata relativamente asciutta, con il 15% di pioggia in meno rispetto alla media. È stata anche calda con, paradossalmente, un’estate temperata e costante che ha permesso all’uva di maturare molto bene. Settembre, poi, è stato un mese caldo durante la giornata ma freddo la notte e questa escursione termica ha favorito la maturità e la salute dei grappoli. La vendemmia è inizia ad Oger l’11 settembre ed è finita a Mailly il 22. Il raccolto non è stato abbondante, ma ha offerto uve concentrate e aromatiche, mentre la bassa acidità malica ha donato molta freschezza anche dopo la malolattica.
Assemblage 2002
47% Pinot Noir, 42% Chardonnay, 11% Pinot Meunier; dosage 5 g/l
dég. lug. 2011: pur non mostrandosi così espressivo, il naso di questo champagne denota abbondanza di materia, addirittura concentrazione, rotondità. Man mano esprime note di frutta a pasta gialla su un tenue fondo di maturità.
L’assaggio è fresco, molto, ampio e ancora polposo, dolce di frutto e con uno sviluppo minerale a centro bocca che dà sapidità in chiusura sui continui ritorni di questa mineralità che lascia una sensazione di grande pulizia.
Come tutti i millesimati di Paillard non è facile e, anzi, è prima di tutto vino e poi champagne, anche per via della bollicina finissima. Deve dare ancora il suo meglio, quindi il voto he ci permettiamo di dare è solo un punto di partenza…
Voto: 88/100
Cuzziol – tel. 0438/4564 – www.cuzziol.it