Viaggio nel tempo tra i tesori di Deutz (I parte)
Sono dell’idea che si parli troppo poco di Deutz. Perlomeno in questo Paese. Invece, è una maison che gode di ottima reputazione in tutto il mondo, riconosciuta e stimata per la sua serietà, per lo stile classico e il fascino antico e dalla quale anche i social ‘influencers’ più audaci prendono le distanze, forse per via di quella sua parvenza severa. In Deutz, infatti, non sono contemplati press tour, eventi celebrativi con centinaia di invitati o visite improvvisate. “Deo gratias” direbbe Lupetti…
Fondata nel 1838 ad Aÿ come Deutz-Geldermann, oggi è una maison in grado di donare, in rigoroso silenzio e da due secoli ormai, champagne dalla piacevolezza ineccepibile e dall’eleganza inconfutabile. Deutz fu acquistata dalla famiglia Rouzaud (Louis Roederer) nel 1993 e fu mantenuta assolutamente indipendente sotto ogni punto di vista, sotto l’abile guida del presidente Fabrice Rosset, capace non solo di incrementarne la quantità, da 600.000 bottiglie prodotte si è passati a 2.800.000, ma, soprattutto, la qualità! Champagne, i Deutz, di rara complessità aromatica, vinosi, precisi, estremamente eleganti, che hanno visto con Fabrice Rosset, vintage dopo vintage, l’introduzione di sempre nuove cuvée. Ma quello che è davvero affascinante, quando si parla di Deutz, è constatarne la straordinaria capacità evolutiva, l’eccezionale capacità che hanno questi vini di trovare, nel tempo, un prezioso alleato e mai un nemico con cui affrontarsi, a testimonianza, ancora una volta, dell’irraggiungibile potenziale evolutivo di cui godono gli champagne delle maison storiche di questa Regione.
Arrivato alla guida della maison di Aÿ e sorpreso che non ci fosse una vinothèque, Fabrice Rosset ha iniziato immediatamente a costruire una riserva dei millesimati, partendo dall’annata 1993. Da quel momento, ogni anno sono state archiviate nella vinothèque tra le 8.000 e le 10.000 bottiglie di millesimati e di cuvée de prestige, cosa che continua puntualmente con ogni nuovo millesimato di Deutz. Contestualmente, M. Rosset ha anche scoperto diverse bottiglie e magnum di vecchie annate in varie parti della cantina, alcune già degorgiate, altre ancora sui lieviti: ha iniziato a selezionare tutti questi champagne, verificarne lo stato, catalogarli, alcuni degorgiarli via via in modo da verificarne lo stadio di maturazione e individuarne la ‘finestra’ ottimale di espressività. È, infine, nel 2016, in una zona della cantina appositamente allestita per l’occasione, che è stata inaugurata la Vinothèque Deutz, forte oggi di oltre 250.000 bottiglie.
Ho accolto quindi con entusiasmo l’invito da parte della Maison a partecipare alla verticale ‘Deutz Berceaux Vinothèque Vins’ tenutasi all’Hotel Peninsula di Parigi lo scorso giugno. Il programma prevedeva l’assaggio di grandi millesimi Deutz dal 1982 fino al 2002: un’opportunità unica e preziosa per capire più profondamente l’evoluzione di questa maison in alcune delle annate più significative della storia della Champagne. In linea di massima abbiamo assaggiato bottiglie da 0,75, ma la Vinothèque Deutz comprende anche magnum, che in degustazione abbiamo avuto modo di apprezzare con il millesimo 1985. L’evento è stato altresì l’occasione per il debutto delle nuove etichette, veramente eleganti e accattivanti, certamente più adeguate al livello di questi champagne rispetto a quelle del passato. Complimenti, dunque, a Deutz anche per l’aspetto estetico.
La Degustazione
2002: considerata l’eccezionale della decade e per alcuni la prima grande annata del nuovo secolo, almeno all’epoca. Dopo un inverno senza grosse complicazioni è stata mediamente calda e asciutta in estate, il che ha portato a una maturazione precoce delle uve ma completa, senza perdere troppo in acidità. Nella Côte des Blancs si è iniziato raccogliere il 12 settembre sotto un tempo perfetto e si è andato così fino al 26. Uve concentrate e ricche che hanno dati vini eccellenti, ideali per lo champagne in suo ogni parametro: nitidezza di frutto, sfumature floreali e speziate, potenza, espressività struttura ed eleganza.
Inizio vendemmia: 12 settembre.
Alcol potenziale 10,5°, acidità 7,2 g /l, resa 11.957 kg/ha
William Deutz 2002
62% Pinot Noir (Aÿ, Mareuil, Bouzy, Louvois, Ambonnay), 27% Chardonnay (Avize, Le-Mesnil e una piccola percentuale della Montagne de Reims), 11% Meunier (Pierry e Châtillon-sur-Marne); dég. dicembre 2014.
È l’affusolata espressione dello Chardonnay dei migliori Grand Cru di Champagne a caratterizzarne l’espressione: fitto e sottile al naso, elegantissimo, discreto nelle sue note iodate, conchiglia spaccata, spuma marina e, con l’evoluzione, le ammalianti le note di torrefazione. Il sorso conquista già all’attacco, lo sviluppo è omogeneo e goloso, fresco, sapido e dalla bollicina puntiforme, perfettamente integrata. Uno champagne appagante, complesso, dalla bella profondità, soprattutto, elegante.
95/100
Amour de Deutz 2002
100% Chardonnay (50% Le-Mesnil, 45% Avize, 5% Villers-Marmery); dég. dicembre 2010
Un blanc de blancs di gastronomica vinosità e di attraente personalità: un olfatto cremoso, denso e dolcemente fruttato poggia su una complessità aromatica ancora tutta in divenire. Così come la bocca, ancora tesa, asciutta e in debito di ‘pancia’, ma che promette un’evoluzione ineccepibile, puntuale e graduale. Non delude la chiusura, anch’essa elegante, sapida e dalla persistenza lunghissima. Notevole.
96/100
2000: inverno poco rigido, primavera splendida, temperature elevate di giorno ma con notti fresche a inizio estate. La stessa estate, tuttavia, è stata contrassegnata da eventi atmosferici disastrosi: pioggia, freddo, grandine, malattie. Però la fine di agosto e il mese di settembre, soleggiati e asciutti, hanno risollevato l’annata che ha portato grappoli dallo stato magnifico e con una quantità inaspettata. Buona annata, finanche simbolica (la prima del millennio) non certamente eccezionale, dove ha inciso molto ‘la mano’ dello chef de cave.
Inizio vendemmia: 11 settembre.
Alcol potenziale 9,8°, acidità 7,6 g/l, resa 12.577 kg/ha.
William Deutz 2000
60% Pinot Noir (Aÿ, Ambonnay, Bouzy, Mareuil), 30% Chardonnay (Avize, Le-Mesnil, Chouilly), 10% Meunier (Pierry e Montigny-sous-Châtillion); dég. ottobre 2013
All’olfatto uno strato nocciola e note di torrefazione su cui si poggiano, di tanto in tanto, sottili note di mineralità scura, grafite, camino spento. Si avverte la dolcezza dell’annata nonostante la rigidità, l’indole seriosa e rigorosa del William Deutz. Affilato e lunghissimo in chiusura e dal grande potere evolutivo. Imperturbabile.
94 /100
Amour de Deutz 2000
100% Chardonnay (60% Le-Mesnil, 35% Avize, 5% Villers-Marmery); dég. dicembre 2009
Svetta nelle dolcezze della nocciola, della crema di limone, della pietra spaccata ed è luminoso, fitto, compatto e levigato. Intrigano, infine, le note affumicate nel finale, fuse a quelle più sfumate di torrefazione. Bocca cremosa, avvolgente, perfettamente bilanciata a centro palato, agrumato, grintoso nella proiezione, elegante e dalla notevole struttura. Champagne di grande classe e potere evolutivo.
95 /100
1999: annata piovosa e molto calda, dall’andamento bizzarro, con fenomeni spesso inattesi. Soprattutto, un luglio e un agosto dal caldo tropicale e con vere e proprie tempeste, finanche grandine. Le uve, comunque, sono riuscite a raggiungere la piena maturità e con una vendemmia aiutata dal bel tempo. Vini lineari, puliti e generosi, dal carattere perfettamente rispettoso delle tre varietà.
Inizio vendemmia: 15 settembre.
Alcol potenziale 9,9°, acidità 6,4 g/l, resa 12.989 kg/ha.
William Deutz 1999
65% Pinot Noir, 25% Chardonnay, 10% Meunier; dég. ottobre 2012
Vive una fase interlocutoria di difficile interpretazione: i profumi appaiono più larghi che tesi, caratterizzati da dolci note floreali, di nocciola, di polvere di caffè, di crema. Tuttavia, rimane anche qui fermo sull’indole rigorosa, severa del William Deutz, concedendosi poco, ma intrigando nelle sue eleganti note fumé nel finale, nei suoi chiaroscuri più nascosti, nell’evidente carattere austero. Convince, spiazzando, al palato, dove è sorprendentemente pieno, luminoso, goloso e avvolgente, dolcemente saporito di nocciola e agrumi, con inebrianti aromi di crème-caramel e caffè che riemergono, dopo la chiusura, con notevole persistenza.
96 /100
Amour de Deutz 1999
100% Chardonnay (60% Le-Mesnil, 35% Avize, 5% Villers-Marmery); dég. ottobre 2009
Un colore composto, intenso e vitale, oro intenso dai riverberi luminosi trova piena corrispondenza in un registro aromatico a tratti mirabolante: frutta confit, moka, crema chantilly, ma anche iodio, conchiglia… Appassiona e coinvolge. Al palato, tuttavia, è meno articolato e dinamico dei precedenti, più statico, manca di slancio. Vince sull’eleganza, sulla coerenza e sul finale asciutto e rigoroso, come vuole l’annata 1999.
93/100
1998: decisamente contrastata nell’andamento climatico, definita ‘capricieuse’ dagli stessi champenois. Dopo un inverno nella norma e un inizio primavera tranquillo, le temperature sono precipitate a metà aprile, portando addirittura la neve. Da allora, il proseguo è stato caratterizzato da sbalzi climatici fino a luglio, mentre agosto è stato finalmente caldo e regolare. A rovinare la festa, però, ci ha pensato settembre, che ha riportato il freddo e le piogge, torrenziali, per poi vedere nuovamente il sole, tale da completare la maturazione dei grappoli. Elevata la qualità, ma anche la quantità, sebbene la raccolta abbia richiesto una selezione accurata delle uve. Un millesimo da riscoprire ora. Inizio vendemmia: 14 settembre.
Alcool 9,8°, acidità 8,1 g/l, resa 12.926 kg/ha
William Deutz 1998
55% Pinot Noir, 35% Chardonnay, 10% Meunier; dég. aprile 2006
Lo stile Deutz, vinoso e severo, trova in questo millesimo un’inaspettata chiarezza espressiva che desta l’attenzione degli appassionati. Note verdi e vegetali si mescolano a quelle di salsedine e di erbe aromatiche, fino a toccare gli spunti maturi con l’attesa. All’attacco spicca la dolcezza, ma nella progressione gustativa il palato se ne libera e ci consegna un sorso trasparente, salino, asciutto e inaspettatamente teso, leggiadro. Rimane un po’ troppo rigido in chiusura, non ‘affonda’ come ci aspetteremmo, ma rimane un grande champagne che ha ancora molto da dire…
94/100
Amour de Deutz 1998
100% Chardonnay (60% Le-Mesnil, 35% Avize, 5% Villers-Marmery); dég aprile 2016
Ancora rigido, è un olfatto che propone raffinate e inebrianti note di crema, di caffè, tutte sottili e cesellate, mai traboccanti, esuberanti. Bocca ancora asciutta ma potente, ferma, solida, con un evidente potenziale davanti a sé, nonostante in questo momento sia in debito di avvolgenza e densità, visto il finale ancora rigido. È ancora lontano dall’apice…
95/100
1997: inverno gelido, ma con danni limitati. Poi temperature elevate che hanno comportato una fioritura precoce, infine, di nuovo il freddo. Piogge, tre volte oltre la media stagionale, e con esse le varie malattie. Poi un’estate segnata dagli eccessi: luglio secco e caldo, agosto torrido con temporali, settembre ancora caldissimo ma con piogge. Vendemmia difficile, però con uve dal buono stato sanitario e dagli ottimi parametri, sebbene in quantità minore. I vini del 1997 oggi mostrano armonia e generosità. Inizio vendemmia: 12 settembre.
Alcol potenziale 10,2°, acidità 8,5 g/l, resa 9.402 kg/ha.
Amour de Deutz 1997
100% Chardonnay (60% Le-Mesnil, 35% Avize, 5% Villers-Marmery); dég. aprile 2016
Il meno espressivo fino ad ora: tornano le note di crema e di nocciola, gli agrumi, la pasticceria e i fiori, ma tutto è ancora molto misurato, controllato. Anche in bocca non perde mai il controllo, il sorso è integrato e di bell’armonia e sembra ancora giovanissimo, non vi è cenno di maturità alcuna e possiede una progressione gustativa precisa e ben gestita, piacevole e delicata. La vendemmia è stata davvero ben gestita, è uno champagne ancora molto fresco, manca, tuttavia, l’affondo finale, la profondità che si fa ricordare.
93/100
1996: l’annata estrema, anche se in Italia è stata definita straordinaria. Non si era mai visto, infatti, in tre secoli della storia della Champagn,e un simile livello tra maturità e acidità. L’inverno è stato grigio e asciutto, particolarmente freddo ma senza ripercussioni sulle piante; a seguire, la primavera estremamente asciutta e soleggiata. Poi un maggio piovoso e molto freddo fino a luglio e agosto con piogge ben bilanciate da temperature ideali, fino alla vendemmia, e notti fresche. A settembre la vendemmia si è svolta con un clima soleggiato e ventoso, per degli Chardonnay che si sono rivelati straordinari e uve sane e ben mature. Inizio vendemmia: 12 settembre.
Alcol potenziale 10,3°, acidità 10 g/l, resa 10.356 kg/ha.
William Deutz 1996
55% Pinot Noir, 35% Chardonnay, 10% Meunier; dég. luglio 2014.
Leggere note di riduzione all’apertura, che man mano virano verso la polvere da sparo. Con l’attesa emergono timide note di torrefazione e di grafite. È un naso austero, cupo, che solo attendendo si apre su note più marine di salsedine e di macchia mediterranea. Temo sia un po’ compromesso da un tappo non perfetto… Ne ho la riprova in bocca, dove fatica a liberarsi, ad esprimersi come potrebbe. Un’annata che avrebbe meritato una bottiglia più felice. (curioso evidenziare, a questo punto e alla luce di numerose degustazioni fatte di questo millesimo, come diversi 1996 riscontrino problemi di tappo, purtroppo).
N.C.
Blanc de Blancs 1996
100% Chardonnay (40% Le-Mesnil, 50% Avize, 10% Villers-Marmery); dég. ottobre 2017.
Colore ancora vivo, luminosissimo e vibrante. Anche qui attacca un po’ ridotto per poi distendersi e aprirsi su timide, ma incantevoli, note più nocciolate, cremose, floreali. Come il precedente, tuttavia, fatica a liberarsi completamente. In bocca appassiona maggiormente, è leggibile l’indole dell’annata, è ampio, goloso, dissetante, nonostante si avverta ancora il dosaggio, un filo eccessivo e che frena l’impetuosità del millesimo.
93/100
1995: annata iniziata con un inverno freddino e piovoso che si è protratto fino ad aprile, prima di portare temperature estremamente elevate. Un’annata segnata da forti contrasti termici che hanno accompagnato il ciclo della vite e piena di tensione per gli champenois, ma che si è invece rivelata essere una delle più grandi annate delle ultime decadi, con ottimi grappoli arrivati in cantina durante la vendemmia e dai vini dall’ottimo corpo e vivacità Oggi, gli champagne che portano la firma dell’annata 1995, sono semplicemente strepitosi.
Inizio vendemmia: 18 settembre.
Alcol potenziale 9,2%°, acidità 8,7 g/l, resa 10.986 kg/ha.
William Deutz 1995
55% Pinot Noir, 35% Chardonnay, 10% Meunier; dég. ottobre 2012
L’annata dai grandi contrasti riversa nel calice tutta la sua potenza e ricchezza regalando un susseguirsi di profumi: mandorla, menta, sale, ma anche note più avvolgenti di fava di cacao e affascinanti come il vetiver. Grandissima classe, anche al palato, dove troviamo un sorso freschissimo, avvolgente e ampio, agrumato e nocciolato, asciutto, pieno, solido ma allo stesso tempo leggiadro e flessuoso. È appagante in modo impressionante, goloso ma allo stesso tempo di una bevibilità spiazzante, con un finale di polvere di cacao lunghissimo e che appassiona. Un’annata che sta regalando grandi emozioni qui interpretata magistralmente.
98/100
Blanc des Blancs 1995
100% Chardonnay (40% Le-Mesnil, 50% Avize, 10% Villers-Marmery); dég. novembre 2016
Potenziale aromatico sensazionale, è maturo ma con garbo, fiori di acacia, crema chantilly, fiori bianchi, infine, netta la nota iodata tipica dei terroir di provenienza e la perentoria dolcezza di contorno a rivelare la matrice dello Chardonnay più puro. È fitto, elegante e discreto, così come il sorso, asciutto, maturo il giusto e trasparente, nitido, ampio nella progressione gustativa. Conquista l’immediata e dritta freschezza, l’indole risoluta, la gioiosa espressività. Sfolgorante per vigore e definizione, è in uno stato di grazia.
97/100
Con questa grandissima annata si conclude la prima parte del racconto di questa straordinaria verticale, fatta unicamente di vecchi millesimati Deutz provenienti dalla Vinothèque della maison. Nella prossima puntata, ripartiremo dal 1993 per spingerci fino al 1982…
Sito web: champagne-deutz