Veuve Clicquot, Grande Dame Rosé 2012
La Grande Dame vince sempre in rosa. Soprattutto nel 2012…
Ho avuto la fortuna di assaggiare La Grande Dame Rosé 2012 già il 7 dicembre dello scorso anno: ero passato a salutare Didier Mariotti e, nell’ambito della splendida degustazione che aveva preparato, alla fine salta fuori pure quest’anteprima. Sebbene giovanissimo, quello champagne mi colpì subito, confermandomi non tanto il grado di sottovalutazione medio de La Grande Dame (ahimè), bianca o rosata che sia, quanto il valore dell’annata 2012 presso Veuve Clicquot. Già i due Vintage di questa vendemmia mi avevano dato i primi indizi, ma poi La Grande Dame 2012 mi ha dato la conferma definitiva di quanto bene la maison abbia interpretato bene la 2012, ponendola, in un’ipotetica scala di valori assoluti, addirittura più in alto della tanto osannata 2008. E, restando in casa Veuve Clicquot, basta confrontare ‘side-by-side’ 2008 con 2012 sia con i Vintage sia con La Grande Dame, per rendersene conto. Poi, però, arriva La Grande Dame Rosé, che, a mio avviso, da quando fu creata da Jacques Péters nel 1988, ha sempre messo in fila la sorella bianca da cui deriva. Anzi, credo che con questa 2012 la supremazia della rosata rispetto alla bianca sia addirittura trionfale…
Buona lettura.
Alberto Lupetti
Il 2012 in Champagne verrà indubbiamente annoverato tra i migliori millesimi degli ultimi lustri, che ha visto alcuni produttori firmare autentici capolavori. Questo, al netto di un’annata come la 2012 dall’andamento climatico travagliato, tra le più difficili e delicate mai viste in Champagne, segnata da forti gelate primaverili al principio e da tutta una serie di eventi catastrofici in seguito e che ha visto ad abbattere la resa di circa il 40%. Come spesso accade, tuttavia, Agosto è stato profetico e ha risollevato e sorti di una vendemmia che si designava tra le peggiori di sempre. Un’annata che si è rivelata straordinaria per chi ha saputo interpretarla, riuscendo a donare ai vini generosità, forza, energia, eleganza. Tutte caratteristiche che ritroviamo ne La Grande Dame Rosé 2012, ennesimo capolavoro di Veuve Clicquot e presentata, in anteprima mondiale a Milano, dallo Chef de Cave Didier Mariotti, l’undicesimo chef de cave della storica maison di Reims, dove è approdato nel 2019.
La Grande Dame Rosé 2012 è uno champagne dalla veste magnetica, calda e orientaleggiante, color salmone dagli intensi riflessi corallo ma anche con chiaroscuri che tradiscono vibrazioni più austere, scure. Un registro olfattivo semplicemente impressionante per intensità e profondità e un Pinot Noir, quello della preziosa parcella ‘Clos Colin’ di Bouzy, capace di portare in superficie il tratto più nobile del vitigno: la peonia, la rosa rossa, la viola. Profumi esuberanti che miscelano il ribes alla grafite, le bacche scure al burro, il thè rosso alle note gessose- iodate, e un sorso in cui, sempre il grande vitigno a bacca nera, dona infinita profondità e progressione. Un’indole, tuttavia, anche travolgente e una materia piena, energica, saporita di agrume e frutti rossi, dove il sale apporta spessore e la freschezza irrompe donando vibrazione, verticalità. Una cuvée folgorante per eleganza e forza, dal talento evolutivo che si rivelerà straordinario.
La Grande Dame Rosé nasce da un assemblaggio simile a quello de La Grande Dame ma con l’aggiunta di vino rosso proveniente dalle uve del summenzionato Clos Colin, a Bouzy, Quindi, nel Pinot Noir di Aÿ, Verzenay, Verzy, Ambonnay e Bouzy, a rappresentare non meno del 90% dell’assemblaggio, una parte (13% del totale) è presente come vino rosso, mentre il restante 10% è Chardonnay proveniente da Avize e Mesnil-sur-Oger.
A proposito del ‘Clos Colin’, è un clos vero e proprio, sebbene non abbia più le mura, piantato a Pinot Noir da Barbe Nicole Ponsardin agli inizi del 1800 e che lei, lungimirante e spiccatamente audace, per prima ne intuì il grande potenziale. Di recente, alcune ricerche finalizzate al rilevamento pedologico nei vigneti di Bouzy, hanno confermato la sua grande intuizione: la parcelle ‘Clos Colin’ è un terroir unico nel suo genere. In termini climatici, trae vantaggio dalla favorevole esposizione solare (la luce è preziosa, in Champagne) permettendo al Pinot Noir di maturare in anticipo e, nel sottosuolo, invece del consueto gesso, troviamo sabbia, selce e Burrstone, una particolare roccia silicea dalla spiccata capacità drenante e capace di agevolare nelle uve la produzione di quei tannini e quei pigmenti utili alla creazione di vini rossi corposi, raffinati, di grande forza e longevità.
Per la vinificazione de La Grande Dame Rosé, si strizza l’occhio alla Borgogna: 7-9 giorni di criomacerazione a 12°C per consentire l’estrazione dei tannini dall’uva e permettere di fissare il colore in modo naturale e garantirne un’evoluzione eccezionale, in grado di acquistare complessità̀ e profondità con il tempo.
Il Pinot Noir rappresenta la cifra stilistica della maison di Reims: utilizzato in tutta la gamma, è anche il vitigno che ha caratterizzato sin dal principio La Grande Dame, partita con una percentuale più alta di Chardonnay fino ad arrivare, sotto la guida di Dominique Demarville (il precedente e Chef de cave), alla composizione attuale con la 2008, ovvero ben il 90% di Pinot Noir. Non è un caso che, insieme ad alcuni produttori di dimensioni più piccole, Veuve Clicquot sia l’unica Maison de Champagne a far parte della Bouzy Wine Academy.
La presentazione de La Grande Dame Rosé 2012 è stata anche l’occasione di riassaggiare La Grande Dame 2012 presentata l’anno scorso e già valutata come tra le migliori La Grand Dame di sempre (ne avevamo scritto qui. Una La Grande Dame che, come avevamo previsto, sta evolvendo magnificamente.
Sito web: veuveclicquot
Importatore: moethennessy
Ho da poco messo in cantina la Grande Dame 2012, le mie aspettative sono molto alte alla luce della prestazione maiuscola sfoderata dal millesimée 2012 che ho bevuto qualche mese fa: dopo quasi 4 anni dal dégorgement, ho trovato uno champagne fresco, una buon aspinta acida (secondo me fondamentale in uno champagne) ma allo stesso tempo complesso, ancora all’inizio del suo percorso evolutivo. Quanto si meriterà la gran dame di attesa per raggiungere? Tornando ai millesimi in rosa, ho un Vintage rosé 2008: come lo consideri in questo momento? Grzie