Jacquart: qualità confortante, anche in rosa
Avevo avuto modo di parlare del rinnovamento dell’habillage degli champagne Jacquart, non mancando di ricordare come questi champagne sfoderino sempre un’ottima qualità, veramente degna di nota nei non millesimati, eccellente nella cuvée di punta Brut de Nominée. E l’ulteriore conferma l’ho, l’abbiamo avuta durante le degustazioni della guida “Grandi Champagne 2012”. Ma chi è Jacquart?
Oggi Jacquart è il marchio di punta della Alliance Champagne Group (fondata nel 1998 dalle tre grandi cooperative CO.GE.VI, COVAMA e Union Auboise) che significa ben 1.700 soci cui fanno capo oltre 2.600 ettari di vigneti, quindi circa il 7% dell’intera denominazione Champagne. Di questi vigneti, però, solo i migliori, pari a circa 350 ettari, sono riservati a Jacquart. Pensare che quando nacque la Société Anonime Champagne Jacquart nel 1962, i soci erano solo trenta vigneron, ma l’ottimo lavoro svolto sin da subito ha via via convinto altri piccoli proprietari ad aderire, tanto che in quarant’anni Jacquart è cresciuta a tal punto da diventare oggi la quinta maison di Champagne. Maison nel senso di produttore, perché, come detto, Jacquart è una cooperativa e se in Italia questa parola solitamente significa vini molto commerciali di qualità non certo eccelsa, in Champagne questo non è affatto vero.
La sede storica è a Reims, in uno splendido palazzo del’800 caratterizzato dalla facciata decorata con cinque mosaici nei quali gli artisti Blanc e Guillonnet hanno rappresentato le fasi più importanti della nascita di uno champagne. Ed è per questo motivo che la cuvée più importante di Jacquart, il brut sans année, ha preso il nome di Brut Mosaïque. Tre anni fa, però, Jacquart ha stabilito la propria sede di rappresentanza in uno splendido palazzo su Boulevard Lundy, sempre a Reims, nel cuore della “Champagne che conta”.
Questo breve preambolo per proporre due champagne della gamma Jacquart che sono mancati colpevolmente in guida, il Rosé e il Blanc de blancs.
Iniziamo con il primo, un rosato d’assemblaggio non millesimato, curiosamente dosato un po’ altino per essere un brut al giorno d’oggi e altrettanto curiosamente legato maggiormente allo Chardonnay, poi con il suo essere rosa frutto dell’aggiunta del 15-18% di Pinot Noir in rosso.
Rosé
30-35% Pinot Noir, 35-40% Chardonnay, 25-30% Pinot Meunier; dosage 10 g/l
Pur dando l’impressione di fittezza, il naso non appare molto espressivo, giocato timidamente su florealità e, in secondo piano, accennati frutti rossi, in un quadro comunque fresco.
È un “rosé-non-rosé”, certamente legato allo Chardonnay, molto fine e delicato che, poi, in bocca rivela una bella pienezza, addirittura una confortante cremosità, con i frutti rossi ora evidenti a fondersi man mano alla mineralità per un finale di buona persistenza.
Alla fin fine è uno champagne decisamente gradevole (nel pieno fil rouge di Jacquart, quindi…), ottimo per l’aperitivo.
Voto: 84/100
Fratelli Rinaldi Importatori – tel. 051/4217811 – www.rinaldi.biz
Buongiorno, in una enoteca dove periodicamente hanno champagne in promozione, ho visto il Jacquart Mosaique ad un prezzo molto interessante (cr. 20 euro).
Anche se si tratta di un modesto investimento, vale la pena di conoscerlo? E’ molto dosato?
Lo scorso anno ho acquistato Paul Bara brut réserve che già sapevo essere decisamente buono e, con l’occasione, rilevo non senza stupore l’assenza in guida di questo serio e stimato (e conosciuto) produttore gran cru 100%.
Grazie molte
Il sans année di Jacquart lo avevamo recensito nella prima edizione della guida (2012). È uno champagne semplice, ma tutt’altro che disprezzabile, anzi lo definirei un “classico”. Il dosaggio è sui 9-10 g, ma non è uno champagne dolce, anzi questo dosaggio è molto ben integrato. E poi a quel prezzo…
Anche Paul Bara era presente nella scorsa edizione e, sì, avrebbe dovuto esserlo pure in questa. Alla fine, però, eravamo cresciuti di troppe pagine e abbiamo dovuto fare delle scelte. Magari tornerà con la prossima, o qui sul sito…