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Nel calice di Vania

Champagne Legrand-Latour: tutta la geologia in un calice

Quelli che sto per raccontarvi sono due champagne scoperti di recente grazie all’appassionato e amico Marcello Brunetti, che nascono dall’ambizioso progetto di Patrice Legrand, quarta generazione di una...
di Vania Valentini
champagne Cuvee Ypresien 2017 e Cuvee-Eocene-2017.

Quelli che sto per raccontarvi sono due champagne scoperti di recente grazie all’appassionato e amico Marcello Brunetti, che nascono dall’ambizioso progetto di Patrice Legrand, quarta generazione di una famiglia di vignerons con sede a Fleury-la-Rivière, di creare champagne in base all’era geologica di origine del territorio da cui provengono le uve.

Fin da piccolo, Patrice, amava collezionare fossili e conchiglie che trovava nella vigna di famiglia. Questa sua passione divenne presto vocazione, missione o forse, molto più semplicemente, inconsapevole tributo allo straordinario sottosuolo dei luoghi in cui lui e la sua famiglia erano nati e cresciuti. Un sottosuolo certamente meno noto e molto meno narrato di quello che invece si trova più a Nord, nella Montagne de Reims e nella Côte de Blancs (da cui la famosa Craie).

Così la scelta, nel 1997, di andare oltre. Comincia a scavare nel seminterrato della cantina, tutto il giorno, sette giorni su sette, arrivando a estrarre fino a due tonnellate di suolo al giorno (nel museo è tutto documentato con foto, grafici, immagini). Un lavoro inimmaginabile, per un risultato che lascia sbalorditi: questo piccolo (si fa per dire) museo geologico sotterraneo ha qualcosa dell’incredibile, le parole non sono sufficienti per descrivere con che maniacalità, precisione, ma anche genialità Patrice sia riuscito a ridare vita un mondo sotterraneo, antico. Un vero e proprio oceano vecchio 45 milioni di anni, abitato da più di 300 specie di fossili, alcuni di loro giganti e in grado di raggiungere una dimensione di 40 cm di lunghezza. Siamo nell’era del Paleocene, ma si tocca anche il Cretaceo.
Il tutto illustrato e catalogato con estremo rigore per era, periodo ed epoca geologica, ma anche per tipologia, composizione e, altro dettaglio che lascia attoniti, con i fossili nell’esatta posizione in cui sono stati ritrovati, all’interno di cripte ricavate nella roccia da Patrice, che non voleva rinchiuderli in gabbie di vetro ma lasciarli nel loro habitat, nel loro ambiente naturale.

Patrice e suo figlio sono felici di dare la possibilità a chiunque di potere vistare questo tesoro riscoperto. Oggi è possibile, infatti, visitare questo museo geologico dove, inoltre, è stata anche ricavata la loro cantina di affinamento.

Oggi è il figlio Thibault Legrand a essere timone della maison ed è lui che si occupa della produzione degli Champagne Legrand-Latour. Thibault, dopo essersi disimpegnato dalla cooperativa alla quale conferivano uve, oggi porta avanti con lo stesso entusiasmo del padre la ricerca dei fossili (si continua a scavare e tutto il lavoro è documentato nella loro pagina Instagram @champagne.legrand.latour e nel sito www.gelogie-enologie.fr/ ) e lavora in vigna con un approccio “naturale”, che prevede l’eliminazione degli erbicidi e di altri prodotti di sintesi, l’uso di pochissimo rame e l’abolizione quasi totale dello zolfo (che troveremo totale a partire dal millesimo 2019). In corso la conversione al Bio.

Ma è la strategia di vinificazione che è insolita: in cantina Thibault lavora per geostrati , attraverso un approccio geo-enologico mirato a portare in ognuna delle sue cuvée il territorio geologico di appartenenza.
Champagne per veri appassionati e che, forse, solo chi ama in modo viscerale questa regione che è la Champagne tanto da studiarla, approfondirla in ogni suo singolo dettaglio, può comprendere appieno.

bottiglia di cuvee ypresien 2017

Cuvée Yprésien 2017

L’Ypresiano (in passato detto Cuisiano) è il primo dei quattro piani in cui è suddiviso l’Eocene nella scala dei tempi geologici. Copre il periodo che va dai 56 ai 48 milioni di anni fa, è preceduto dal Thanetiano, l’ultimo piano del precedente Paleocene, e seguito dal Luteziano. L’Ypresiano è caratterizzato da marne, argille, sabbie fini e arenarie.

30% pinot noir e 70% meunier da vigne provenienti dal villaggio di Verneuil. Fermentazione e affinamento per 11 mesi e 30 mesi di riposo sui lieviti e zero dosaggio. Deg. Aprile 2021
Solo 3995 bottiglie.

Luminoso al calice, vive di un’incisiva mineralità al naso, dove sfodera suggestioni di roccia, salsedine, richiami di arbusto, macchia mediterranea. Una trama odorosa nitida, precisa, insinuante. Al gusto si offre allo stesso modo, è fresco, ampio, perentorio ma dal profilo esile, affilato, che conduce a un finale in cui vibrano le sensazioni minerali-saline della sua terra. La bocca, per certi versi è impegnativa. L’acidità è ancora troppo scalpitante, indomata, travolge il palato non lasciando nessun spazio al frutto. Migliorerà nel tempo, la sboccatura è anocra troppo recente, quando acquisterà volume e un filo di profondità in più.

bottiglia di Cuvee Eocene 2017

Cuvée Eocene 2017

L’Eocene è la seconda epoca geologica del periodo Paleogene e va dai 56 ai 34 milioni di anni fa, è preceduto dal Paleocene e seguito dall’Oligocene. L’Eocene è suddiviso in quattro piani: Ypresiano, Luteziano, Bartoniano e Priaboniano ed è caratterizzato da sabbie argilloso-limose e argille verdi.].
25% pinot noir e 75% meunier da vigne provenienti dal villaggio di Verneuil. Fermentazione e affinamento per 11 mesi e 30 mesi di riposo sui lieviti e zero dosaggio. Deg. Aprile 2021
Solo 2824 bottiglie.

Registro olfattivo più equilibrato, armonioso nelle sue suggestioni di nocciolina, purea di mela rossa, pietra, note di cenere, felce. Anche la bocca è più completa rispetto al Yprésien, l’acidità meno prepotente e perenotoria, la mineralità non gioca il ruolo di solista ma lascia il passo a una struttura cremosa sulla quale si allacciano sentori di mela rossa, ribes, dolcezze legate al frutto. Il profilo rimane anche qui di netta impronta minerale e gioca i registri del salmastro, della salsedine, ma è una mineralità più placata, più gradevole al sorso. Fino al finale, lunghissimo e gustoso. Come il precedente, è da attendere.

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