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Cuvée de Prestige

Alla scoperta di J. de Telmont, partendo… dal top

Sarò passato decine di volte di fronte a questa maison di Damery, ma non l’ho mai visitata. Forse perché ho assaggiato i suoi champagne pochissime volte e sempre...
di Alberto Lupetti

Recensione J. De Telmont O.R 1735 2005

Sarò passato decine di volte di fronte a questa maison di Damery, ma non l’ho mai visitata. Forse perché ho assaggiato i suoi champagne pochissime volte e sempre i più semplici della gamma, che non mi hanno mai esaltato. Il tutto nonostante da tempo l’export sia affidato a un amico, Philippe Manfredini, che conosco da tantissimi anni, da quando occupava questa posizione in Gosset e la maison era ancora ad Aÿ. Poi, lo scorso anno, in occasione di Un Mare di Champagne ad Alassio, Philippe mi tenta con un Héritage 1985 (Meunier in purezza, ottimo!) e con l’occasione mi fa anche assaggiare il Blanc de Blancs LD, che trovo nient’affatto male. Così penso di dover rivedere la mia posizione e rimango d’accordo con Philippe che ci riaggiorneremo per la prossima edizione della guida. Così è stato, quindi avremo J. de Telmont in Grandi Champagne 2022-23, ma nel frattempo Philippe mi aveva mandato una bottiglia da assaggiare…

Sede champagne J. De Telmont
La sede della maison a Damery, proprio sulla strada principale.

Champagne J. De Telmont fa oggi parte delle Grandes Marques, è una maison da circa 1,5 milioni di bottiglie, ma nasce da un’antica famiglia di vigneron, la Lhopital, attiva nella viticoltura da generazioni e proprietaria di vigne a Damery da due secoli. Nel 1912, quindi giusto dopo aver vissuto le celebri vicissitudini del 1911, Henri Lhopital decide di compiere il grande passo ben prima di altri vigneron (nel libro La Mia Champagne abbiamo visto che la categoria degli RM nasce di fatto negli anni ‘50…) e diventare produttore. Anzi, avendo vissuto a cavallo della guerra una proficua esperienza come RM, proprio negli anni ‘50, esattamente nel 1952, è Serge Lhopital (terza generazione) a trasformare la realtà in maison vera e propria, costruendo quella che è l’attuale sede. Il tutto, rimanendo fedele alla migliore tradizione champenoise, com’è ancora oggi nonostante a ottobre dello scorso anno la maggioranza del pacchetto azionario sia stata acquisita dal gruppo Rémy-Cointreau (uscito dal mondo dello champagne nel 2011 con la vendita di Charles e Piper Heidsieck e ora, dunque, rientrato). D’altronde, la famiglia Lhopital rimane nell’azionariato e Bertrand, quarta generazione, è tuttora tanto chef de cave quanto responsabile della produzione.

La cuvée O.R 1735 in cantina
La cuvée O.R 1735 omaggia la lunga tradizione della famiglia Lhopital, quindi bottiglia speciale, ‘ficelle’, niente malolattica e tiraggio ‘bouchon liège’.

La gamma comprende cinque linee di vini, con al vertice la ‘Héritage’, fatta di vecchi millesimati di recente dégorgement, bianchi e rosati, che vanno dal 1969 al 1992. La linea ‘Les Cuvées de Prestige’, invece, comprende ben due vini, entrambi millesimati ed entrambi blanc de blancs, il Grand Couronnement e l’O.R 1735, che è l’emblema della grande tradizione della famiglia Lhopital. Infatti, tanto la forma della bottiglia, quanto lo spago con ceralacca (ficelage) richiamano il grande passato champenois, ma anche dietro le quinte è così. Infatti, le uve (di Avize e Chouilly, quindi Grand Cru della Côte des Blancs) sono fermentate non solo in acciaio, ma pure in legno, la malolattica non è svolta e il tiraggio avviene con il tappo di sughero (bouchon liège). Segue una permanenza sui lieviti eccezionalmente lunga, ben 13 anni per questo 2005, remuage e dégorgement ovviamente manuali e dosaggio da extra-brut, solo 1,6 g/l per questo millesimo. Ovviamente, la produzione è molto contenuta: solo 3.000 bottiglie.

Chiusura del tappo
Il tappo è fermato come si faceva prima dell’introduzione del ‘muselet’, quindi spago e ceralacca (‘ficelage’).

O.R 1735 2005

Bottiglia O.R 1735 2005100% Chardonnay
Il primo naso riporta evidentemente a un tipico blanc de blancs maturo, ma con la parola maturo a significare una giusta, affascinante evoluzione e non certo stanchezza od ossidazione, no. Anzi, non sembra neanche un 2005, perché non esprime affatto i tipici canoni dell’annata. Comunque, basta attendere qualche minuto (fatelo sempre, anche con gli champagne più giovani: una prima annusatina, poi un paio di minuti di attesa e via!) e le cose cambiano. Parecchio: la maturità diventa un sottofondo e il naso si fa talmente floreale da essere perfino ‘profumato’, accompagnato da note di agrumi non più in canditura, ma verso il bergamotto, perfino spunti balsamici di sottobosco, spezie, una nota di miele e pure un tocco di pasticceria. Più di tutto, denota densità, ovvero una certa vinosità, ma con eleganza. La bocca mette di fronte a uno champagne che sembra avere molti più anni di quanto dice l’anagrafe, ma ben portati: quindi bollicina finissima, materia rotonda e levigata, direi cremosa, grande pulizia, finezza e un dosaggio veramente perfetto, perché lo champagne è asciutto ma non secco. Ha ritorni agrumati a tratti anche in canditura, note di miele, anche spunti di noce. È intenso e avvolgente, certamente complesso, con una sorprendente freschezza sul finale, peraltro segnato da una sottile sapidità. E poi non sembra proprio un 2005, annata che – oramai lo sapete – non amo proprio!
Voto: 93/100

Coltellino Telmont
Per rimuovere al meglio lo spago, la maison correda la bottiglia di un coltellino, addirittura un prestigioso Opinel!

Alla fine a me è piaciuto, questo champagne. Che è senza dubbio da appassionati, ma in questo si dimostra perfettamente coerente con la presentazione e la filosofia produttiva. È, pertanto, uno champagne d’antan sotto ogni punto di vista, ma lo è, a mio avviso, con fascino. Aspetto le degustazioni di Grandi Champagne 2022-23 per avere un quadro più completo e attendibile della maison, ma a questo punto sono veramente curioso…

Gli champagne J. De Telmont sono distribuiti da:
Fraser – info@champagne-de-telmont.it

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6 risposte a “Alla scoperta di J. de Telmont, partendo… dal top”

  1. Buonasera, Vi scrivo per avere un consiglio.
    Vorrei assaggiare la Cuvee di POL Roger
    Wiston Churchill.
    Quale annata mi consigliate?
    Grazie

    • Inizierei dall’annata in corso, la 2009, un SWC straordinariamente buono!
      Per curiosità, qui sul sito trova anche una verticale di quasi tutte le annate prodotte, così si può fare un’idea anche dei millesimi passati. Invece, domani dovrei pubblicare l’imminente 2012…

  2. Telmont, mi sembra sia un po’ appannato nel tempo. Questo dopo momenti molto interessanti, addirittura esaltanti. L’O.R. 2000 era di assoluto livello. Le cuvè base in effetti, sempre abbastanza prescindibili. Dovrò rissaggiarlo. Anche il grand couronnement era notevole. Completamente diverso da O.R.

    • La maison ha attraversato un momento di stanca. Con la nuova proprietà ci si aspetta un rilancio significativo.
      Grazie del contributo.

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