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Cuvée de Prestige

Il 2021 inizia alla grande con Diebolt-Vallois!

Buon Anno a tutti! Prima di andare a scoprire la nuova annata di questo champagne semplicemente meraviglioso, mi si permettano due parole di ringraziamento. Sì, a costo di...
di Alberto Lupetti

Champagne Diebolt-Vallois Fleur de Passion 2012

Buon Anno a tutti!

Prima di andare a scoprire la nuova annata di questo champagne semplicemente meraviglioso, mi si permettano due parole di ringraziamento. Sì, a costo di ripetermi ancora una volta, voglio ringraziare tutti quanti hanno acquistato il libro ‘La Mia Champagne’: speravo in un buon successo, ma uno di tale portata mi ha stupito. E commosso. Il libro è perfino il più venduto della categoria ‘vini e cocktail’ su Amazon e da ieri è esaurito sul celebre marketplace, mentre è ancora disponibile qui sul sito. Credo che la ristampa non sia a questo punto un’ipotesi lontana, ma una realtà che si concretizzerà a brevissimo… accidenti!

Tra parentesi, l’ipotesi ristampa si era concretizzata a inizio dicembre anche per la guida ‘Grandi Champagne 2020-21’, viste le richieste di altre copie da parte del distributore, però alla fine ho preferito puntare direttamente alla nuova edizione, alla quale stiamo già iniziando a lavorare con il panel emiliano per quanto riguarda selezione dei produttori e innovazioni. Insomma, non c’è proprio tempo per fermarsi a godere dei successi!

Alberto Lupetti

Veniamo al Fleur de Passion. Se guardiamo alla gamma dei grandi vigneron della Champagne, notiamo un aspetto singolare: manca la cuvée de prestige. Non la fanno Anselme Selosse, Erick De Sousa, Pascal Agrapart, Olivier Bonville, Francis Egly, Jean-Baptiste Geoffroy, Fabrice Pouillon, Eric Taillet, Jérôme Prevost, Laurent Champs, neanche i fratelli Gimonnet, Alexandre Chartogne, Fabrice Gass e tanti altri. Per carità, tutti costoro fanno degli eccellenti champagne, in alcuni casi anche mitici, ma nessuno di questi è classificabile come cuvée de prestige in senso stretto. Pertanto, si tratterebbe di una tipologia appannaggio esclusivo delle maison, che peraltro l’hanno creata. Invece, una cuvée de prestige di un vigneron esiste: il Fleur de Passion di Diebolt-Vallois. 

Jacques Diebolt e sua figlia Isabelle
Jacques Diebolt e sua figlia Isabelle durante una degustazione. Oggi posso dire che sono veri amici e ogni volta che passo a trovarli è un piacere!

Mi è sempre piaciuto questo produttore di Cramant (tecnicamente è classificato NM, ma sono sempre più i vigneron con tale classificazione senza che ne sia inficiata la loro natura…), ma devo ammettere che, avendolo frequentato con una certa assiduità negli ultimi 3-4 anni, alla fine me ne sono innamorato. Amo le lunghe chiacchierate con Jacques, il patriarca, amo le degustazioni con Isabelle, sua figlia, amo l’instancabilità di Arnaud, suo fratello, amo il rigore di Ophélie, figlia di quest’ultimo e futura anima tecnica di Diebolt-Vallois. E amo i loro champagne, Rosé compreso, sebbene ancora debba capire del tutto l’evoluzione del Prestige (del quale a oggi preferisco ancora la vecchia versione, ma credo sia un problema di maturazione post dégorgement) e trovi il Vintage un po’ troppo figlio della sua annata: dopo un 2011 interlocutorio è stata la volta del meraviglioso 2012, mentre, a breve, sarà la volta del 2013 (la cui prossima recensione è però riservata agli iscritti del Club LeMieBollicine). E poi c’è il Fleur de Passion, come detto la cuvée de prestige di Diebolt-Vallois. Quando Jacques l’ha creato, infatti, si è ispirato proprio a questo tipo di champagne proprio delle Grandes Marques e voleva dimostrare che anche un piccolo vigneron poteva fare qualcosa del genere, proponendo un’alternativa a quei nomi mitici. C’è riuscito? Senza dubbio nella sostanza, meno nell’immagine. Voglio dire che lo champagne è eccellente (ho trovato buono perfino il 2006…), ma nell’immaginario collettivo non viene ancora percepito come cuvée de prestige e men che meno come alternativa ai nomi di riferimento della categoria. Purtroppo. Per questo motivo, la famiglia ha ridotto la produzione (massimo 7.000-7.500 bottiglie, prima erano il doppio), ma sto cercando di convincere Jacques a ripensarci, perché lo trovo un peccato mortale. Vedremo.

Dicevo che il Fleur de Passion è stato creato da Jacques… Ma come, obietterà qualcuno, non c’è scritto in guida “lo champagne fu creato dal nonno di Jacques Diebolt nel 1953”?. Sì e no. Chiarisco subito.

Nel 1953, il nonno di Jacques crea uno champagne che avrebbe dovuto festeggiare degnamente il ritorno di Jacques dall’imminente Guerra d’Algeria, uno champagne 100% Cramant, fermentato in barrique, senza malolattica (come sapete, ho avuto la fortuna di assaggiare questo champagne degorgiato ‘à la volée’ dallo stesso Jacques… un sogno!). Ebbene, quando Jacques ha successivamente creato Diebolt-Vallois insieme a sua moglie Nadia, ha voluto rifare uno champagne come gli aveva insegnato il nonno, come quel 1953, anzi, lo stesso Jacques ha dichiarato “ho copiato mio nonno: vecchie vigne di Cramant, niente malolattica, anche perché all’epoca non la si conosceva, e fermentazione in fût” e questo avveniva con la vendemmia 1989. Invece, l’iniziale nome di Prestige viene trasformato in Fleur de Passion nel 1992 (e Prestige diventa il nuovo assemblaggio che ora rappresenta il ‘multimillésimé’ di Diebolt-Vallois). Ecco, dunque, il Fleur de Passion, fatto di una selezione di 7 vecchie parcelle di Cramant, tra cui il settantenne lieu-dit ‘Les Buzons’, oltre a ‘Le Gros Mont’, ‘Les Fourches’, ‘Les Gouttes d’Or’ e gli eccezionali ‘Les Pimonts’ (du Midi e du Levant, piantati tra il 1957 e il 1958) e altre, tutte esposte a est/sud-est e con il suolo lavorato meccanicamente. Come detto, fermentazione ed élevage (7 mesi) avvengono in barrique senza malolattica e, dopo il tiraggio, lo champagne matura anche più di 10 anni sui lieviti (dipende dall’annata) ed è poi dosato da extra-brut. Dal 2000 a oggi il Fleur de Passion non è stato prodotto soltanto nel 2001, nel 2003 e nel 2009.

Cantina Diebolt-Vallois
La cantina di Diebolt-Vallois: la fermentazione avviene interamente in acciaio a bassa temperatura, eccezion fatta per il Fleur de Passion, vinificato in barrique di Borgogna usate. In foto si intravedono anche le botti per i vins de réserve del Prestige e alcuni demi-muid per gli ‘esperimenti’ di Ophélie…

Bene, ora è la volta del 2012, cui, teoricamente, spetta il non facile compito di bissare i vertici toccati da 1996 e 2008, secondo Jacques i migliori mai fatti. Bene, vi dico subito – e non me ne voglia la famiglia Diebolt – che credo che il Fleur de Passion 2012 sia stato fatto uscire troppo presto. E lo affermo con cognizione di causa, avendo assaggiato fianco a fianco le anteprime di 2012 e 2013. Capisco che con il 2010 esaurito e il 2011 ‘uscito-mai-uscito’ fosse più che mai necessario immettere sul mercato una nuova annata, però personalmente avrei rischiato l’inversione di annata in questo caso, anticipando l’uscita del 2013 e posticipando il 2012. La famiglia ha deciso di rispettare l’ordine cronologico e hanno sicuramente ragione loro, quindi ecco il Fleur de Passion 2012, mentre il 2013 lo ritroveremo nella prossima edizione della guida! Pace.

Bottiglie con scritte le percentuali di liqueur, quindi il dosaggio
La mia prima presa di contatto con il Fleur de Passion 2012 è avvenuta a luglio dello scorso anno, a fianco del prossimo 2013. Notare sulle bottiglie la percentuale di liqueur, quindi il dosaggio.

Il Fleur de Passion 2012 ha maturato ‘solo’ 7 anni sui lieviti (84 mesi, per la precisione) ed è stato dosato a 3 g/l: i Diebolt usano MCR per la liqueur ed avendo questo una concentrazione maggiore della tradizionale (800 g/l contro i tipici 660), ecco che lo 0,4% di liqueur corrisponde a circa 3 g/l. Visto l’andamento dell’annata, infine, la produzione è stata ancora più contenuta: soltanto 5.000 bottiglie. Che, a quanto sento, sono quasi esaurite…

Fleur de Passion 2012

Bottiglia Diebolt-Vallois Fleur de Passion 2012100% Chardonnay
Olfatto capace di abbinare ricchezza di materia ed eleganza. C’è tanta frutta, ci sono gli agrumi gialli, c’è la mineralità, ma pietrosa più che di craie, c’è uno spunto di tostature, anche di panificazione, e c’è l’annata. Quindi c’è la 2012 con la sua generosa maturità e la sua istintiva piacevolezza. Un gran naso, nel senso di pieno e complesso, ancorché aggraziato, al quale fa seguito una bocca di volume all’attacco, sui ritorni di agrumi gialli e una florealità anch’essa gialla. Ma questa sensazione avvolgente lascia ben presto il posto all’autorevolezza, che significano potenza, concentrazione, intensità, tensione e una freschezza, ovvero un supporto acido, travolgente, capace di portare di slancio e con succosità a una chiusura asciutta, minerale ed eccezionalmente lunga. Ecco, se il naso spiazza, la bocca riporta verso lidi più confortevoli, anche se la sensazione di estrema, eccessiva giovinezza c’è tutta. Onore al merito, dunque, a uno champagne che va dimenticato in cantina, ma già ora sa dire la sua. E con il tempo stupirà…
Voto: 95/100

Tappo della bottiglia Fleur de Passion 2012

Già di suo il Fleur de Passion è un vino inusuale in quanto ‘potente’ quando, invece, Cramant significa generalmente leggerezza. In più, questo 2012 è evidentemente carente di bottiglia e, per questo motivo, al momento è più annata che Fleur de Passion. Ma sono certo che non appena il tempo avrà permesso al naso di ‘ritrovare’ la bocca e questi due aspetti si saranno armonizzati, lo champagne lascerà il segno. In maniera incisiva. Però, diversamente da quanto accaduto con altri 2012 (ad esempio il Cristal, tanto per parlare di cuvée de prestige), non credo che il Fleur de Passion 2012 possa eguagliare il 2008, sebbene si collochi senza dubbio tra i migliori della serie. In attesa di scoprire il 2013, del quale non rivelo nulla…

Dal 1 Gennaio 2021 Diebolt-Vallois è distribuito in esclusiva in Italia da Partesa. Mi spiace per Mario Galleni (Teatro del Vino), che però ha già compensato con l’acquisizione dell’ottimo Tarlant. Comunque, non posso che fare il più grande ‘in bocca al lupo!’ ad Alessandro Rossi di Partesa, che, dopo aver fatto non bene, ma benissimo con Drappier (che resta in seno a Partesa, ovviamente) farà ancora di meglio con i vini della famiglia di Cramant!

Gli champagne Diebolt-Vallois sono distribuiti in esclusiva da:
Partesa – N. Verde 800/044040 – www.partesa.it

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14 risposte a “Il 2021 inizia alla grande con Diebolt-Vallois!”

  1. Grazie anche per questa bella anteprima! Amo molto Diebolt-Vallois che ho scoperto grazie all’articolo di alcuni anni or sono su “I dodici ‘piccoli’ champagne da non mancare”. Grazie a quella lettura, quando ero di passaggio nella Champagne qualche anno fa, mi sono fermato a Cramant dove ho avuto la possibilità di parlare a lungo con Jacques e Isabelle . Dopo avermi fatto assaggiare il Fleur 2008, Jacques mi diceva con fierezza che era stato inserito da non ricordo più chi (forse la Larvf) tra i 10 migliori champagne al mondo, appena sotto un Krug (penso Clos du Mesnil).
    Avevo dunque acquistato i loro champagne, ma ahimé solo una bottiglia di Fleur 2008 e vorrei chiederti a tuo avviso quando berla (è in una cantina da invecchiamento, quindi ben conservata), senza rimpiangere di averla aperta troppo presto (come sarebbe il caso del 2012). Grazie ancora e buon anno a tutta l’équipe!

    • Buonasera Alberto,
      a proposito della 2012 mi sono fatto condizionare dal suo giudizio entuasiasta su questa annata – da lei definita sul libro potenzialmente migliore della 2008 e forse anche più bevibile in tempi brevi – e ho acquistato qualche bottiglia negli ultimi mesi, scegliendo le etichette in base alle conoscenze accumulate in anni di degustazione, alla mie possibilità di spesa (quindi rapporto qualità/prezzo) e all’istinto…
      – VCP Vintage 2012
      – Paul Bara Grand Millesime 2012
      – Louis Roederer Nature Starck 2012
      – Bonnaire Vintage 2012
      – Pierre Gimonnet Enophile 2012
      – Pertois Lebrun L’Egoiste 2012
      Cosa ne pensa?
      P.S.: Sono ancora tutte da aprire…

      • Una scelta equilibrata tra grandi e piccoli. Il problema è quale aprire per primo… Forse il Gimonnet.
        Mi faccia sapere!

  2. Buongiorno Alberto,
    Immagino che la mia precedente domanda qui sopra sia sfuggita!
    Vorrei semplicemente sapere quando bere a tuo avviso una Fleur 2008 (è in una cantina da invecchiamento, quindi ben conservata), senza rimpiangere di averla aperta troppo presto (come sarebbe il caso del 2012). Grazie ancora e buon anno a tutta l’équipe!
    PS. Sono impaziente di leggere il libro!

    • In effetti, mi è sfuggita, accidenti!
      È la solita domanda spinosa, la cui risposta è funzione dei propri gusti e… della propria pazienza.
      Il Fleur de Passion 2008 a me piace tantissimo oggi, lo trovo molto più appagante del 2012, ma è ovvio che ha pure notevoli potenzialità di evoluzione, soprattutto considerando come invecchiamo mediamente i Diebolt-Vallois.
      Quindi, non voglio eludere la domanda, ma… sta a lei!

      • Grazie mille! In effetti la domanda non è affatto elusa perché ho quindi la conferma che il 2008 è già godibile anche senza attendere troppo. Jacques Diebolt a suo tempo mi aveva un po’ spaventato dicendomi che il 1996 si stava aprendo solo allora (cioè un paio d’anni fa), ma onestamente credo che esagerasse un po’… Penso che con alcuni amici organizzeremo appena la situazione lo permetterà una mini orizzontale di 2008 con il Fleur e magari Cristal e DP o il Comtes!

  3. Salve Lupetti….dell’annata 2010 Fleur de passion che ne pensa?….il livello è mantenuto o il tiro è diverso…grazie

    • Penso bene. Ricordo che lo trovai già godibilissimo al debutto e ancora oggi è eccellente. L’ho ribevuto un paio di volte quest’estate e mi è veramente piaciuto.
      Tolte le annate mitiche (2008 e 2012) lo trovo senza dubbio superiore al 2006 e al 2005, forse a pari livello con il 2007, caratteristiche dell’annata a parte.

  4. Buonasera Alberto, ho iniziato a leggere il libro e lo sto letteralmente “divorando”, complimenti!
    Se non sbaglio, proprio ne “La mia Champagne”, ho letto che, molto probabilmente, i Diebolt non sono convinti del Fleur de Passion 2011 e non avrebbero intenzione di immetterlo, come tale, in commercio.
    A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa ne farebbero di tutte quelle bottiglie, le immetteranno in commercio con una nuova etichetta o proprio non le vorrebbero commercializzare?
    Io, visto l’ottima recensione del 2011 sulla guida e considerando che ho trovato buonissimo anche il 2006, sarei molto curioso di assaggiarlo…

    • Grazie dei complimenti, fanno sempre piacere!
      In effetti, quando mi dissero di aver cambiato idea sul Fleur de Passion 2011, anch’io rimasi basito. Cosa ne hanno fatto? Un’etichetta inedita per un mercato del nord Europa, di più non posso dire…
      Saluti

      • Può almeno sbilanciarsi nel dire quando uscirà in modo approssimativo e/o se sarà acquistabile in qualche enoteca online, magari francese?
        Alberto non mi lasci troppo sulle spine, avrei piacere di acquistarne qualche bottiglia!

  5. J’ai enfin trouvé votre livre, bel objet, de quoi occupper mes journées en ces temps pluvieux. Je suis en train de boire un 2006, il est impeccable et me parait encore complexe. cette vinification sur lie permet une variété importante de nez et de bouche à chaque golée

    • Merci. Je sui content. J’espère que la langue italienne ne sera pas une limite…

      Concernant FdP 2006, je n’aime pas l’année, donc je ne suis pas assez objectif. Vous ne l’avez pas trouvé trop gourmand ? Je préfère le 2007…

      Bien à vous

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