Con l’NF Billecart toglie ogni dubbio sul valore dell’annata 2007
A livello personale, sono particolarmente legato a Billecart-Salmon, come spiego nel libro La Mia Champagne, oramai di imminente uscita ma già da qualche giorno preordinabile su questo sito. A tal proposito, vorrei ringraziare i tanti appassionati che, già nel primo giorno di prevendita, hanno dato fiducia al sottoscritto e alla sua opera: grazie e ancora grazie!
Spero di andare avanti così e festeggiare il sold-out in tempi brevissimi…
Ma dicevo del mio storico legame con Billecart-Salmon e, soprattutto, con la sua cuvée de prestige, la Nicolas-François Billecart (NF per gli amici, ma una volta, mi sembra fino al 1982 compreso, si chiamava proprio N.F. Billecart…), che omaggia il fondatore della maison di Mareuil-sur-Aÿ. All’epoca, infatti, decisi di dedicarmi allo champagne proprio di fronte a splendide bottiglie di 1995 (quando aveva ancora l’etichetta azzurro pallido) e di 1996 (la prima con l’etichetta nera), che non mancavano mai nei nostri incontri dopo il Brut Réserve. Allora come oggi, l’NF è lo champagne di punta di Billecart e, sebbene condivida il vertice della linea insieme ad altri due capolavori come Cuvée Louis e Cuvée Elisabeth Salmon, resta comunque un mito per gli appassionati di champagne. Dei vari di NF che si sono succeduti, comunque, amo il 1995, e non solo per questioni affettive (l’ultima volta che Mathieu Roland-Billecart me lo ha fatto assaggiare in magnum era semplicemente commovente!), trovo fantastica la magica tripletta 1990–1989–1988 e un riferimento indimenticabile il 1979. E gli ultimi? Buoni 2002 e 2006, ma non mi fanno impazzire in quanto molto (troppo?) figli della loro annata, peraltro giustamente. D’altronde, oramai sapete che, in linea generale, sulla 2002 non condivido gli entusiasmi di molti, mentre la 2006 ha dato vini oggi oggettivamente troppo ricchi. Ora, però, di NF arriva il 2007…
La Cuvée Nicolas-François Billecart fu creata nel 1965 (millesimo 1964) da Jean-Roland Billecart come primo champagne di riferimento, sulla base di un nuovo assemblaggio messo a punto a partire dal 1947. Questo signore ultranovantenne, che rappresenta la quinta generazione della famiglia (è il papà di François e Antoine) e ancora fa parte del ‘comitato di degustazione’, ha gettato la basi della Billecart di oggi, prima introducendo il débourbage a freddo e, a seguire, la fermentazione a bassa temperatura (le idee gli vennero visitando la birreria di un amico nel nord della Francia). Considerate che fu una vera rivoluzione nel mondo dello champagne, visto che alla fine degli anni ‘50 le fermentazioni alcoliche duravano qualche giorno, invece in questo modo passavano a non meno di tre settimane, a vantaggio della finezza e della ricchezza aromatica dei vini. Inoltre, a inizio anni ‘60, Monsieur Jean visitò un museo a Epernay e notò un’antica bottiglia dalla forma particolare, creata nel 1818. Rimase colpito dall’anno e disse a se stesso “è l’anno della fondazione di Billecart!”, allora ne acquistò i diritti, fece realizzare lo stampo, la battezzò ‘bouteille fondation’ e decise di adottarla per la nascente cuvée de prestige, l’NF. Con il tempo, questa bottiglia è stata man mano estesa alle altre top cuvée, al Rosé, al Clos e, dal tiraggio del 2015, pure al Blanc de Blancs. È invece il figlio François a reintrodurre nel 1995 il legno (50 barrique, poi cresciute fino alle 400 attuali, senza contare quelle riservate a Le Clos Saint-Hilaire e le botti), oggi utilizzato in piccola parte in tutti gli assemblaggi (Clos e Brut Sous Bois a parte, ovviamente), così come la malolattica, quindi anch’essa parziale.
Andiamo al 6 febbraio di quest’anno, l’ultimo giro in Champagne prima del lockdown. Passo da Billecart per un saluto a Mathieu (il PDG della maison) e, a seguire, raggiungiamo lo chef de cave Florent Nys in sala di degustazione. Ci ‘facciamo la bocca’ con un sempre più convincente Brut Nature e, a quel punto, Mathieu stappa uno strepitoso NF 1995 in magnum (mi accolgono sempre alla grande da Billecart-Salmon, in maniera unica direi…). Annata, maturazione e formato hanno sublimato lo champagne, quindi sarebbe stato normale mi ‘accontentassi’, però a quel punto, da inguaribile curioso, domando se il prossimo NF sarà il 2007 o direttamente il 2008. Mathieu e Florent si guardano, poi quest’ultimo si alza senza proferire parola e torna con una bottiglia priva di etichetta. Sorridente, mi dice “abbiamo appena definito la liqueur” e aggiunge “ecco l’NF 2007”. Lo assaggio e accade quello che in cuor mio mi aspettavo: lo champagne è eccellente, senza dubbio superiore al 2006, credo anche al 2002. È molto 2007, ma non è soverchiato dall’annata, no, è, piuttosto, l’annata secondo lo stile dell’etichetta. Mathieu mi chiede riservatezza e la cosa finisce lì. Poi, lo scorso ottobre, il lancio ufficiale dalla Cuvée Nicolas-François Billecart 2007 con una simpatica diretta Instagram condotta proprio da Mathieu e Florent. Nel frattempo, ho riassaggiato con calma la bottiglia…
L’NF 2007 è fedele al classico assemblaggio 60/40 tra Pinot Noir e Chardonnay e per quest’annata le uve sono tutte ad elevatissima classificazione, nello specifico Grand Cru per il 79% e Premier Cru per la restante parte. Le uve nere sono della Vallée de la Marne e della Montagne de Reims, lo Chardonnay ovviamente della Côte des Blancs. La fermentazione a soli 13°C è avvenuta soprattutto in piccole cuve, eccezion fatta per il 15% vinificato in barrique (sempre a bassa temperatura, ovviamente) e pure la malolattica è parziale, ovvero non svolta con i vini in legno. Dopo l’assemblaggio, lo champagne ha passato la bellezza di 11 anni sui lieviti e, al termine, è stato dosato da extra-brut, a 6 g/l, con la liqueur fatta dei migliori vins de réserve appositamente conservati nella ‘nurserie’.
NF 2007
60% Pinot Noir, 40% Chardonnay
dég. lug. 2019 – A distanza di mesi ho ritrovato quel bellissimo champagne che tanto favorevolmente mi aveva colpito nel corso dell’assaggio in anteprima. Il naso, infatti, conquista immediatamente per la sua opulenza, nonché per la sua eleganza. Ed è un naso che si fa sempre più fine e sempre più ricco, iniziando con le grassezze, anzi proprio la burrosità, per poi arricchirsi del frutto tendente all’esotico, di una netta personalità agrumata, molto raffinata, dell’immancabile mineralità. Man mano emergono pure note di orzo e le tostature, ma l’aspetto avvincente è che ha tanta freschezza capace di ben bilanciare l’oggettiva ricchezza. La bocca conferma questa sensazione di materia bella e concentrata, ma la cremosità lascia ben presto il posto a una gustativa che da ampia si fa dritta, asciutta, di sviluppo molto, ma molto minerale, a richiamare la craie, con una chiusura sapida sempre sulla finezza accompagnata da ritorni floreali, di frutta secca e di erbe aromatiche, oltre a dare costantemente una sensazione proprio rinfrescante. È tanto 2007 questo champagne, direi che ben rappresenta il lato bello dell’annata, quindi è fresco e sottile, ciò nonostante non si fa mai farsi troppo ‘leggero’, come invece accade con molti champagne del medesimo millesimo. Il tutto al netto del fatto che questo NF è ancora ed evidentemente mancante di evoluzione, per questo appare ancora ‘compresso’, però se già ora sa muoversi su questi livelli…
Voto: 95/100
Stavolta ho voluto dare un punteggio che fotografa lo champagne al momento, quindi al netto dello sviluppo, che sono sicuro sarà estremamente interessante. Faccio questo perché voglio sottolineare l’eccellenza di questo champagne già ora, all’inizio della sua ‘carriera’, tanto che mi sbilancio a definirlo il migliore NF al debutto. L’ho detto nel libro La Mia Champagne e lo ribadisco qui: ritengo che Billecart-Salmon abbia intrapreso da qualche anno un percorso di assoluta eccellenza, che la sta portando su livelli notevoli, come dimostrano l’ultimo tiraggio di tutti i sans année e, ovviamente, i grandi millesimati, proprio del 2007, prima Elisabeth e Louis, ora NF. In più, considerando che annate mitiche come 2008 e 2012 devono ancora uscire e che l’opera della nuova generazione (Mathieu alla guida e Florent in cantina, senza dimenticare Denis Blee, già consolidato nel sovrintendere vigneti e conferitori) è da pochissimo iniziata, posso serenamente affermare che il futuro della maison di Mareuil è quanto mai roseo. Anzi, l’attacco al vertice è iniziato!
Gli champagne Billecart-Salmon sono distribuiti in esclusiva da:
Velier – Tel. 010/3108611 – www.velier.it
Buongiorno, ho compilato i dati per l’acquisto del libro con la promozione, ma non posseggo carta di credito, in genere pago tramite bonifico, spero vivamente sia possibile.
Saluti
Possiamo fare delle eccezioni: per favore, scriva a redazione@lemiebollicine.com
Grazie
Caro Alberto leggo e rifeltto sulle tue degustazioni purtroppo con dei leggeri ritardi, ma devo anche lavorare . Degustando la tua dissertazione sul grandioso NF Billecart 2007 , mi trovo d’accordo con te nel sottilienare come forse l’annata 2007 sia stata un pochino maltrattata . Certo sappiamo che in confronto alla 2006 molto valuta la 2007 poverina rischiava di sfigurare, daltronde il clima non fu magnanimo con lei anzi ne combinò di tutti i colori . Ma in fondo non sono i filgi più complicati che regalano maggiori soddisfazioni alla lunga?Io penso proprio di si e anzi in tutta onestà ho sempre sostenuto questa tesi perchè trppo facile è fare bene quando tutto è perfetto . E a tal propsotio trovo molto idonee e centrate la tue parole quando in degustazioni ti esprimi dicendo ” queto champagne ben rappresenta il lato bello dell’annata 2007″ , e continui poi asserendo che “all’assaggio lo champagne è eccellente, senza dubbio superiore al 2006, e alla 2002 . È molto 2007, ma non è soverchiato dall’annata è piuttosto, l’annata secondo lo stile dell’etichetta “.
Mai frasi più vere potevano essere dette ( secondo il mio modesto parere) in quanto è un assunto che regala la chiave di volta soli ai grandi e a chi vuol divenire grandioso nel fare champagne . Grazie Alberto molto intressante e come sempre dettaglaito..
Buongiorno Alberto, cosa pensa della Cuvée Elisabeth Salmon Brut Rosé 2007?
E della Cuvée Louis 2007?
A quando le recensioni?
Veramente sono nell’edizione 2020-21 (quindi l’attuale) della guida Grandi Champagne…
Comunque, due champagne d’eccezione. Anzi, l’Elisabeth 2007 è straordinaria. E a breve arriverà la 2008: sarò direttamente coinvolto con il lancio, il 2 aprile qui sul sito ci sarà un annuncio particolare…
Sì Alberto, lo so che sono in guida… Come Le ho già scritto altre volte, le ho tutte! Se non sbaglio, però, erano appena uscite e quindi era un po’ difficile valutarle appieno. Ero curioso di sapere ad un paio d’anni di distanza come erano evoluti e su che votazione si attesterebbero oggi
Sì, sì, certo. Che, il Louis lo vedo da cantina: ho recentemente stappato un 1999 ed era a dir poco favoloso, incredibilmente fresco, straordinariamente intenso nella sua mineralità.
L’Elisabeth, beh, era ed è una goduria! Punto.
Due grandi champagne, insomma, che sottolineano il valore dell’annata, ma soprattutto l’eccellenza della maison.