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Millésime

Le tre perle di Franck Bonville

È bravo Olivier Bonville, molto bravo, oltre a essere decisamente simpatico e affabile. Avevo incrociato più volte i suoi champagne e mi erano sempre piaciuti, ma ho iniziato...
di Alberto Lupetti

I tre champagne Franck Bonville in degustazione

È bravo Olivier Bonville, molto bravo, oltre a essere decisamente simpatico e affabile. Avevo incrociato più volte i suoi champagne e mi erano sempre piaciuti, ma ho iniziato a parlarne solo con l’ultima edizione della guida, quindi Grandi Champagne 2018-19. Ma per farmi perdonare recupererò rapidamente, perché se lo merita Olivier. Anzi, comincio da subito.

Olivier Bonville
Olivier Bonville, simpatico, affabile, tecnicamente preparatissimo. Con lui la realtà di famiglia ha compiuto un netto balzo in avanti e sono sicuro che non abbiamo ancora visto tutto ciò di cui è capace…
Vigneti
Le proprietà della famiglia Bonville si estendono su 15 ettari in tre Grand Cru del calibro di Avize, Oger (in foto) e La-Mesnil. In ciascuno di questi tre villaggi sono state selezionate delle parcelle per dare vita a questi tre blanc de blancs ‘single-cru’.

La gamma di Franck Bonville si è appena arricchita di tre nuovi champagne di grande valore, tre ‘single-cru’ che saranno prodotti anche in tutti gli anni a venire, proprio tutti (!), e rappresentano il desiderio di Olivier (enologo di formazione e quarta generazione della famiglia) di valorizzare i grandi territori della Côte des Blancs dove possiede i vigneti. Era il 2010 quando Olivier, di ritorno da un viaggio in Giappone, pensa di isolare i diversi caratteri di ogni Cru dove possiede i vigneti e rispondere così alla richiesta di gusti sempre diversi proprio da parte dei giapponesi. Gusti figli di esposizioni diverse e, soprattutto, terreni differenti, visto che il sottosuolo è uguale per tutti (craie), ma a profondità diverse: dopo soli 50 cm ad Avize, più in profondità a Oger, visto che le vigne sono nella parte bassa del coteau, quindi più argillose, affiorante a Le-Mesnil. Ma per questo progetto Olivier non sceglie la strada del ‘lieu-dit’ già seguita con grande fortuna con il suo champagne più rappresentativo, il magnifico Les Belles Voyes, bensì pensa di unire insieme le sue migliori parcelle e assemblarle a livello di Cru, anzi di Grand Cru. Ecco, allora, ‘Les Chapelles’, ‘Les Avats’ e ‘Les Maladries’ nella natia Avize, poi ‘Les Noyerots’ e ‘Les Rumigny’ a Oger, infine ‘Les Zailleux’, ‘Le Tilleul’ e ‘Les Hautes Mottes’ a Le-Mesnil. L’idea prende definitivamente forma con la vendemmia 2012 (grande annata, oramai lo sappiamo, ma di ridotta quantità per via della gelata primaverile), con le uve delle parcelle pressate insieme Cru per Cru, poi i vini fermentati in acciaio con malolattica svolta, e, infine, tirati ad aprile del 2013 con le bottiglie chiuse con il sughero, quindi bouchon liège.

Mappa parcelle
In dettaglio, le varie parcelle che compongono i tre nuovi champagne. Notare che sulla mappa (la Lamart degli anni ‘40) i lieux-dits ‘Les Zailleux’ e ‘Le Tilleul’ a Le-Mesnil ancora non erano riportati…

Ho assaggiato questi nuovi champagne il 18 giugno scorso proprio in mezzo alle vigne di Oger, dopo una rapida degustazione dei vins clairs 2017, sorprendenti in positivo, forse un po’ bassi di acidità, ma di bella complessità e assolutamente coerenti con le tipiche ‘élégance et finesse’ dello stile Franck Bonville e fermo restando la tipica, intensa territorialità. Tutti e tre gli champagne, che vi racconto subito, erano stati degorgiati il mese prima e poi dosati a 2 g/l. Ve ne parlo nell’esatto ordine con cui li ho degustati, quindi come li ha proposti lo stesso produttore.

Pur OgerPur Oger 2012

100% Chardonnay
Naso ‘caldo’, avvolgente, tra il burroso e il tropicale, tendente al vinoso, ma senza mancare di eleganza. Ha anche un tocco di pasticceria che lo rende ancora più intrigante e questa sua densità lo rende assolutamente territoriale. Ancor più bella la bocca, gustosa nel suo rotondo equilibrio tra frutto e agrumi su una bollicina sottile. È un vino delicato, non semplice, beninteso, ma nel senso di finezza e, ancor più, di una piacevolezza raffinata che tira letteralmente un sorso dietro l’altro.
Voto: 90/100

 

 

Pur AvizePur Avize 2012

100% Chardonnay
Avize è sempre Avize… Non appena accosti il naso al calice, infatti, ecco un olfatto complesso, profondo, ancorché ancora un po’ rigido, tra frutta (pera), fiori bianchi, nocciola tostata, certamente minerale. Anche in questo caso è la bocca a convincere definitivamente: generosa e fresca, agrumata e minerale, nobile perché ricca ed elegante. Gioca più sull’ampiezza che la profondità, ciò nonostante riesce a imporsi con un bellissimo gusto e un agrume leggermente amaricante sul finale, peraltro lungamente minerale, che lo rende perfetto nell’abbinamento. Molto bello nonostante appaia ancora bisognoso di cantina.
Voto: 92/100

 

 

Pur MesnilPur Mesnil 2012

100% Chardonnay
Ancora una volta, il primo naso è evidentemente territoriale: energico, scattante, molto coerente con l’anima di Le-Mesnil, tanto da apparire quello più indietro nell’espressività rispetto agli altri due, con aromi ancora da vins clairs, comunque giocati su mineralità e fiori bianchi, un tocco tropicale e uno spunto fumé. Bocca… sorpresa: tesa e dritta, fresca e minerale al limite del salino, soprattutto piacevolissima, con una bella texture floreale e fruttata e un finale agrumato ancora legato a una certa ‘crudezza’ da vins clairs. Grande champagne, verticale ed elegante, ma da vedere in prospettiva…
Voto: 91/100

Etichette molto rispettose dello stile del produttore, che comanda sul terroir pur esaltandolo. Voglio dire che si tratta di tre champagne che evidenziano ciascuno il proprio Cru secondo Franck Bonville. Insomma, sono tre champagne fini, eleganti, sottili, ma anche ricchi, da un lato molto blanc de blancs, dall’altro vinosi, nel senso di concentrati di materia. L’annata gioca a favore della rotondità e sarà veramente interessante rivederli tanto con la prossima annata (2013), quanto gli stessi ma con qualche mese in più sulle spalle. Infatti, sono vini ancora piuttosto ‘chiusi’ nei quali i cinque anni sui lieviti appaiono come il minimo sindacale. Come ho detto allo stesso Olivier, li avrei tenuti almeno un altro anno sui lieviti, considerando anche il tiraggio bouchon liège. In proposito, plaudo senza mezzi termini alla scelta di tirare con il sughero, che esaltata complessità e freschezza, come abbiamo visto non solo più volte con Bollinger, ma ancor più con gli ultimi Jacquesson, l’unico problema è la necessità di tempo…

La degustazione si è chiusa con Les Belles Voyes 2012 e stavolta sì che sono saltato sulla sedia. Ma ve lo racconterò un’altra volta…

Gli Champagne Franck-Bonville sono distribuiti in esclusiva da:
Capagio – Tel. 0521/786243 – www.capagio.it

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4 risposte a “Le tre perle di Franck Bonville”

  1. Buongiorno Alberto
    Volevo chiedere se sa dove poter recuperare mappe dei villaggi suddivisi per vigneti, le stesse o versioni aggiornate dell’atlante Larmat.
    Grazie!!
    Buone bevute

  2. Buon pomeriggio Alberto,
    ho avuto modo di degustare in occasione di un festeggiamento il Pur Avize 2012 in abbinamento con altri 2012 (nello specifico Pascal Mazet millesimée e Charles Heidsieck millesimée) e senza voler fare paragoni tra champagne così eterogenei, posso dire che ha primeggiato a mani basse. Per sensazione olfattiva, profondità gustativa, mineralita e acidità incredibili. Mi ha oggettivamente stupito. Mi piacerebbe ora provare l’extra brut 2013 e il Pur Oger 2012 per vedere se queste sensazioni eccellenti verranno confermate.

    • L’ennesima conferma di quanto il buon Olivier lavori bene. Visto anche che questi tre champagne si sono rivelati ottimi pure con la non facile annata 2014. In proposito, più che l’oier proverei il Le-Mesnil…

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